mercoledì 28 febbraio 2007

Dei minori

Scrivo con lentezza questa chiusura di mese. Un po’ il lavoro che mi ha portato ad inizio mese ad Hong Kong ed a fine mese ad Algeri, un po’ il mio momento personale che mi porta ad avvicinarmi ed allontanarmi dalla scrittura (e non solo). Ma poiché anche la lettura è ricerca, per non cadere in contorsionismi questa puntata è dedicata a tre autori “minori” che per alcune peculiarità mi hanno interessato.

Il primo per la piccola casa editrice romana (Robin) che pubblica una stimolante serie di gialli che hanno per “caratteristica” i luoghi (e sappiamo quanto ho riflettuto su questo in quest’anno tra Rebibbia e Chiara). E questo in particolare per la sua ambientazione romana

Mario QuattrucciUna vedova per Maré” Robin euro 9

Questa serie gira intorno al commissario Marè, indulgendo però in alcune parlate “dialettali” un po’ grevi. D’altra parte nascono invece bozzetti di scene romane, tra Porta Portese e Campo de’ Fiori assolutamente simpatiche. Anche la trama è interessante (delitti di alte sfere che in realtà avranno poche soluzioni) ma a volte le tirate politiche (pur giustificate) sono un po’ lunghe.      

Il secondo per la “campaneide” (alla De Luca, il napolo-campano alle prese col mondo).

Antonio Pascale “S’è fatta ora” Minimum fax euro 9,50

Cinque racconti che sembrano slegati, ma che in effetti si legano girando introno al protagonista. In fondo è una specie di biografia per quadri, molto efficace nella prima parte del rapporto con il padre. Ed anche nelle centrali, scontro con le burocrazie statali. Scrittura accattivante, anche se preferisco la Parrella.          

Il terzo per il tentativo di utilizzare come elemento risolutore il Feng Shui

Nury Vittachi “Feng Shui detective” Feltrinelli euro 10

L’idea è stimolante. Un maestro dell’arte orientale di disporre oggetti (case private, uffici, ed altro) che viene coinvolto nella risoluzione di delitti, aiutato da una ragazza occidentale, che da’ modo di spiegare (accennare) i principi del Feng Shui. La risoluzione è farraginosa, in quanto quasi mai il Feng Shui è alla base della risoluzione. Che quindi si risolve in una serie di mini-racconti. Orientaleggiante. “Sapeva che certi adulti erano attratti dalle ragazzine, ma avevano provato mai a parlarci? Si comunicava meglio con un cane” “Solo l’uomo che si libera dall’abitudine ha la possibilità di migliorare”

 

Ed ora le bio

Di Quattrucci non ho trovato nulla, sorry.

Pascale è nato a Napoli nel 1966, cresciuto a Caserta, vive e lavora a Roma. Il suo primo titolo, il reportage narrativo La città distratta, è uscito presso l’Ancora del Mediterraneo nel 1999 ed è stato ripubblicato nel 2001 nella collana Stile Libero Einaudi, vincendo il Premio Onofri e il Premio Isola di Procida - Elsa Morante. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su “Lo straniero” e “Nuovi Argomenti”. Ha partecipato nel 2003 al Premio Strega con la raccolta di racconti La manutenzione degli affetti, pubblicato sempre dall’Einaudi.

Nury Vittachi nasce a Ceylon ed ora vive ad Hong Kong con la moglie inglese e tre figli. Tiene una colonna periodica intitolata “Racconti del Viaggiatore” sulla “Far Eastern Economic Review” e lavora per il “South China Morning Post”. Noto inoltre per le sue commedie e per essere un esperto di Feng Shui.

 

Una nuova rubrica cercherò di mantenere periodicamente (alla fine del mese). Un elenco, senza citazioni dei libri letti il mese precedente. Le notizie note-biblio mie verranno piano piano (o forse sono già avvenute, a seconda di come “me gira”).

 

































































Giulio Giorello


Di nessuna chiesa


Raffaello Cortina editore


7,50


Alphonse Daudet


Tartarino di Tarascona


Giunti


4,99


Lorenzo De Angelis


Il giusto affanno


Arlem


7,75


Maurizio Maggiani


La regina disadorna


Feltrinelli


8


Euripide, Hoffmansthal, Ritsos


Elena – variazioni sul mito


Marsilio


6


Antonio Pascale


S’è fatta ora


Minimum fax


9,50


Luciano Ligabue


La neve se ne frega


Feltrinelli


8


Andrea Camilleri


La prima indagine di Montalbano


Mondadori


5


Nury Vittachi


Feng Shui detective


Feltrinelli


10


Mario Quattrucci


Una vedova per Maré


Robin


9


 

domenica 18 febbraio 2007

Tre pezzi “datati”

Datati nel senso che o sono stati scritti molto tempo adietro o da molto tempo girano nelle librerie di molti. E tutti e tre purtroppo morti.

Il primo è un ritorno del grido che tanti in diversi contesti ci siamo detti e ci diciamo.

Bruce Chatwin “Che ci faccio io qui?” Adelphi euro 9,50

La raccolta degli scritti brevi del grande ed eponimo viaggiatore, fatta verso la morte. Mi rapisce, mi porta lontano. Non è un bello scrivere. A volte c’è troppa testa. Ma si intravede il corpo. Quello che l’ha portato in giro con la curiosità di chi, per vivere, deve sapere i luoghi (e fate un giro in basso nella biografia per capire). E ricordate che anche Bruce è un toro!

Il secondo, è uno svizzero da “vino di cantina a tirar fuori quando si deve meditare”.

Friedrich Dürrenmatt “Greco cerca greca” Einaudi euro8,50

Ascesa, caduta e finale di un maestro dell’assurdo. Per riuscire nel mondo bisogna accettare compromessi, fin dal 1955 quando è ambientato il racconto lungo. Il vero finale lascia l’amore in bocca: non riusciranno mai i puri a farsi largo. Il secondo finale regala la speranza che l’amore possa portare un riscatto. “Il mondo è spaventoso e privo di senso. La speranza che ci sia un senso dietro questo assurdo … possono mantenerla solo coloro che nonostante tutto amano”              

L’ultimo invece viene da Israele, da quasi 60 anni, ma colpisce per la sua attualità e per le riflessioni che Yizhar, da ebreo, fa sul proprio paese.

S. Yizhar ”La rabbia del vento” Einaudi euro 8,50

Racconto del 1949, finalmente edito in italiano. Fece scalpore, ed ancora suscita discussioni. L’esercito israeliano sgombra un villaggio arabo. Ed il narratore, soldato, comincia ad avere dubbi sul comportamento da tenere verso persone che vivono momenti che da ebrei hanno appena vissuto: deportazione, esilio. Fino alla domanda di quanto si debbano eseguire ordini militari che contrastano la propria coscienza. Veloce ma un bel cazzotto (da leggere sempre insieme a “Ritorno a Haifa”). “C’è sempre chi rinfocola la propria fiducia con la forza della volontà”          

 

Passiamo alle note

Bruce Chatwin (13 maggio 1940 - 8 gennaio 1989) è autore inglese di racconti di viaggio e romanzi. Nacque a Sheffield, nello Yorkshire. Frequentò il Marlborough College, nello Wiltshire. Nel 1958, Chatwin iniziò a lavorare per la prestigiosa casa d'aste londinese Sotheby's. Grazie alla sua brillantezza e sensibilità in materia di percezione visiva, divenne presto l'esperto impressionista di Sotheby's. All'età di 26 anni abbandonò il suo lavoro per paura di perdere la vista a causa di tanta arte. Un oculista lo rassicurò che non c'era niente che non andasse nella sua vista, ma gli consigliò di smettere di osservare i quadri così da vicino e gli suggerì di rivolgere piuttosto lo sguardo verso 'l'orizzonte'. Chatwin cominciò quindi ad interessarsi di archeologia e si iscrisse all'Università di Edimburgo, che frequentò per diversi anni, pagando le rette e mantenendosi con la comprevendita di dipinti. Lavorò in Afghanistan e Africa, dove sviluppò un forte interesse per i nomadi ed il loro distacco dai possedimenti personali. Nel 1973, Chatwin fu assunto dal Sunday Times Magazine come consulente di arte e architettura. Il suo rapporto di lavoro con la rivista contribuì a sviluppare il suo talento narrativo e gli permise di compiere numerosi viaggi, dandogli la possibilità di scrivere degli immigranti algerini e della Grande Muraglia cinese, di intervistare personaggi come André Malraux in Francia e Nadezhda Mandel'shtam, nell'Unione Sovietica. Chatwin intervistò l'architetto novantatreenne Eileen Gray nel suo studio di Parigi e fu lì che ebbe modo di notare una mappa della Patagonia che lei aveva dipinto. "Ho sempre desiderato andarci" le disse Bruce. "Anche io" lei rispose. "Ci vada, al posto mio". Lui partì quasi immediatamente per il Sud America e appena arrivato a destinazione ne dette l'annuncio, insieme alle proprie dimissioni, al giornale, con un telegramma: "Sono andato in Patagonia". Passò sei mesi in Patagonia ed il risultato di questa esperienza fu il libro "In Patagonia" (1977), che consacrò la sua fama di scrittore di viaggi. Con grande sorpresa di molti tra i suoi amici, Chatwin, all'età di 25 anni, aveva sposato Elizabeth Chanler, che lui aveva conosciuto da Sotheby's. Non hanno avuto figli e, dopo quindici anni di matrimonio, lei chiese la separazione e vendettero la loro fattoria nel Gloucestershire. Comunque, poco prima della morte di Chatwin, giunsero ad una riconciliazione. Verso la fine degli anni '80, Chatwin si ammalò di AIDS. Tenne nascosta la sua malattia, facendo credere che i sintomi fossero provocati da un un'infezione provocata da un fungo della pelle o dal morso di un pipistrello cinese. Non rispose positivamente alla terapia con l'AZT, così Chatwin e la moglie andarono a vivere nel sud della Francia, dove passò gli ultimi mesi della sua vita, su una sedia a rotelle. Morì a Nizza nel 1989, all'età di 48 anni.

Friedrich Dürrenmatt (Konolfingen (BE) 5 gennaio 1921 - Neuchâtel, 14 dicembre 1990) fu uno scrittore, drammaturgo e pittore svizzero. Dopo un'infanzia piuttosto movimentata durante la quale ebbe già problemi di alcol, si diplomò nel 1941 e studiò filosofia e lingue germaniche a Zurigo e a Berna. Dopo la Seconda guerra mondiale, ispirato dalla lettura di Lessing, Kafka e Brecht, iniziò a scrivere racconti brevi e pezzi teatrali. Le sue prime opere sono ricche di elementi macabri e oscuri, trattano di omicidi, torture e morte. Il suo esordio in teatro con Es steht geschrieben provocò uno scandalo che gli procurò notorietà anche oltre i confini svizzeri. Nel 1947 sposò l'attrice Lotti Geissler. Nei primi anni '50 si mantenne scrivendo romanzi Il giudice e il suo boia (Der Richter und sein Henker), Il sospetto (Der Verdacht), che vennero pubblicati a puntate nei giornali. Nel 1956 ottenne fama internazionale con il dramma Visita della vecchia signora (Der Besuch der alten Dame). Il dramma venne rappresentato a New York, Roma, Londra e Parigi e vinse numerosi riconoscimenti. Altri drammi di successo furono I fisici (Die Physiker) e La meteora (Der Meteor) rispettivamente degli anni 1962 e 1966. Le opere di Dürrenmatt sono caratterizzate da una pungente satira e spirito critico nei confronti della società. Negli anni '70 e '80 divenne attivo politicamente. Visitò gli Stati Uniti, Israele, la Polonia e il Campo di concentramento di Auschwitz. Nel 1983 muore sua moglie e nel 1984 si risposa con l'attrice e produttrice Charlotte Kerr. Muore il 14 dicembre 1990 in seguito alle conseguenze di un infarto; solamente un anno prima aveva pubblicato la sua ultima opera: La valle del Caos.

S.Yizhar (Yizhar Smilansky, 27/9/1916- 21/8/2006) è nato a Rehovot, Israele, ad una famiglia degli immigranti russi che erano membri del intelligentsia pionieristica sionista. Ha combattuto nella guerra di indipendenza israeliana del 1948, era un membro del partito politico diretto da David Ben Gurion ed ha tenuto un seggio nella Knesset, il Parlamento israeliano, per 17 anni. Yizhar era un professore di education all'università ebraica di Gerusalemme e un professore di letteratura ebraica all'università de Tel Aviv. Ha pubblicato 17 romanzi, compreso racconti e short-storiesi, sei saggi e sei libri per i bambini. S.Yizhar è considerato il più rappresentativo scrittore Israeliano. Ha ricevuto il premio Israele nel 1959 per il suo capolavoro “Days of Ziklag”. Inoltre ha ricevuto il premio Brenner, il Bialik Prize (1991) ed il premio Emet per l'arte, la scienza e la coltura (2002).

lunedì 12 febbraio 2007

Veloci letture italiane

Dati gli impegni del momento, una veloce citazione infrasettimanale per tre autori italiani di diversa natura. Del primo, tra l’altro, non riesco a trovare tracce biografiche.

Si tratta di Lorenzo De Angelis “Il giusto affanno” Arlem euro 7,75

Arlem è una casa editrice che produce edizioni di autori a scarsa tiratura. Questo libro me l’hanno regalato alla mostra “Più Libri Più Liberi”. Ho voluto quindi vedere com’era una raccolta di racconti italiana di autore pressoché ignoto. L’autore ha un certo gusto nel racconto breve che si perde quando tenta di dare più corpo alla scrittura. Un velocista, che si perde nella nebbia della media distanza.

Il secondo è invece un cantante prestato allo scrivere

Luciano Ligabue ”La neve se ne frega” Feltrinelli euro 8

Devo dire che ho sempre difficoltà quando i cantanti scrivono (forse riesco a leggere bene solo Guccini). All’inizio ho faticato molto. Poi un po’ prende l’idea di percorrere la vita a ritroso, sapendo che avrai a disposizione un certo numero di anni per essere quello che sei. Infarcito da riflessioni un po’ ecologiste, comunque non lascia un segno indelebile. Una sola frase d’amore che mi rimane, quando i due protagonisti al primo incontro sanno che si ameranno per sempre. Ma hanno 80 anni, e lui dice “Sei sempre stata bellissima. Anche quando eri così brutta”

Il terzo è invece oramai un classico, e non è stata una sorpresa.

Andrea Camilleri “La prima indagine di Montalbano” Mondadori euro 5

In effetti sono tre romanzi brevi o racconti lunghi. Il migliore è quello del titolo, dove (pur se scritto dopo) troviamo le basi della “montalbanità”. Gradevole

 

Passiamo alle bio.

Luciano Ligabue, noto semplicemente come Ligabue, (Correggio, 13 marzo 1960) è un cantautore rock italiano, nonché scrittore, regista e sceneggiatore cinematografico. Dopo aver svolto i lavori più disparati, tra cui il bracciante ed il metalmeccanico, quindi ragioniere, conduttore radiofonico, commerciante, promoter e persino consigliere comunale a Correggio per il Partito Comunista Italiano, nel 1987 fonda insieme ad alcuni amici il gruppo musicale amatoriale Orazero con il quale partecipa a diversi concorsi provinciali e nazionali con brani originali come Sogni di rock'n'roll, Anime in plexiglass, Sarà un bel souvenir, Bar Mario e Figlio di un cane. La prima "traccia ufficiale" di Ligabue risale al 1987, anno di incisione di Anime in plexiglass/Bar Mario. Essendo una bio-letteraria tralascio tutte le sue vicissitudini canore, nonché l’attività cinematografica (anche se importante). Nella scrittura ottiene grande successo di critica e pubblico con la raccolta di quarantatrè racconti Fuori e dentro il Borgo (1997) vincendo tra l'altro il "Premio Elsa Morante" e il "Premio Città di Fiesole". Altri racconti vengono pubblicati ogni anno sul diario della Smemoranda. Il suo primo romanzo, invece, arriva nel 2004: La neve se ne frega, presentato a Torino, Milano e Roma da Alessandro Baricco e Fernanda Pivano. Il libro, che riscuote autorevoli consensi e conferma le doti narrative dell'artista emiliano, balza subito in testa alle classifiche di vendita e, complessivamente, si attesta a quasi 200.000 copie vendute. La neve se ne frega, inoltre, vince il "Premio speciale Fregene 2004", il "Premio Fernanda Pivano" e il "Premio Giuseppe Giacosa". Anno da ricordare, il 2004, per il Liga: il 28 maggio viene insignito dall'Università di Teramo della laurea honoris causa in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Per l'occasione tiene un'interessante lezione dottorale dal titolo Il tempo dell'emozione, nella quale spiega il significato che egli attribuisce al proprio modo di comunicare attraverso musica, scrittura e cinema. Il 3 ottobre 2006 esce Lettere d'amore nel frigo, raccolta di 77 poesie scritte nel 2003, con cui Luciano cerca di dar sfogo a quello che è stato un periodo particolare della sua vita senza l'obbligo di dover coniugare parole e musica o di essere comprensibile a ogni costo. Da subito il libro entra ai primi posti nelle classifiche di vendita e riscuote molti consensi sia tra il pubblico (alcune di queste poesie, infatti, sono lette dall'autore durante il tour teatrale), che tra la critica.

Andrea Camilleri nasce a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925, Andrea Camilleri vive da anni a Roma. Regista, autore teatrale e televisivo, ha scritto saggi sullo spettacolo. Negli anni 1945-50 ha pubblicato racconti e poesie, vincendo anche il Premio St Vincent. Ha insegnato Istituzioni di Regia all'Accademia d'Arte Drammatica. E' sposato, ha tre figlie e quattro nipoti. La mattina, appena alzato, gli piace "tambiasare" per una "mezzorata" circa, facendo tutte quelle cose inutili come raddrizzare un quadro, scorgere la copertina di un libro, etc. Non ha mai sostenuto l'esame di maturità perché a metà maggio del 1943 il preside del liceo classico di Agrigento, frequentato da Camilleri, decise che sarebbe valso il solo scrutinio a causa dell'imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate. A giugno infatti inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura". Durante lo sbarco degli alleati in Sicilia Andrea Camilleri in compagnia di alcuni amici d'infanzia ha assistito ad un episodio che lo ha colpito profondamente. Un soldato americano che aveva i gradi nascosti da fiori alla vista di una tomba tedesca, con un gesto inconsulto, con molta rabbia e odio, spezzò la croce che era stata posta lì con un gesto caritatevole. Quel soldato, si scoprì più tardi, era il generale Patton, militare di alto ingegno e coraggio ma definito dai suoi stessi sottoposti (di chiara origine siciliana) "un uomo fituso". Sin dal 1949 Camilleri lavora come regista e sceneggiatore; in queste vesti ha legato il suo nome ad alcune fra le più note produzioni poliziesche della TV italiana, come i telefilm del Tenente Sheridan e del Commissario Maigret, e a diverse messe in scena di opere teatrali, sempre con un occhio di riguardo a Pirandello. Col passare degli anni ha affiancato a questa attività quella di scrittore; è stato infatti autore di importanti saggi "romanzati" di ambientazione siciliana nati dai suoi personali studi sulla storia dell'isola. La scrittura prende finalmente il sopravvento al momento dell'abbandono del lavoro come regista/sceneggiatore per sopraggiunti limiti di età (mai pensione fu più opportuna!). Del 1978 è l'esordio nella narrativa con "Il corso delle cose" (Lalli), pubblicato gratis presso un editore "a pagamento" con l'impegno di citare l'editore stesso nei titoli dello sceneggiato TV tratto dal libro, "La mano sugli occhi"; il libro però non viene notato praticamente da nessuno. Nel 1980 esce da Garzanti "Un filo di fumo" (riedito poi, come il primo, da Sellerio), primo di una serie di romanzi ambientati nell'immaginaria cittadina siciliana di Vigàta a cavallo fra la fine dell''800 e l'inizio del '900. Ma è nel 1992, con l'apparizione (sempre da Sellerio, che pubblica la gran parte delle sue opere) de "La stagione della caccia", che Camilleri diventa un autore di grande successo: i suoi libri, ristampati più volte, vendono ora mediamente intorno alle 60 mila copie. Oltre alle opere ambientate nella Vigàta di un tempo, dal "Birraio di Preston" (1995) -il libro ai suoi tempi più venduto con quasi 70 mila copie- a "La concessione del telefono" (1999), ci sono i gialli della Vigàta odierna del Commissario Montalbano, con l'invenzione del quale arriva il grande successo. Montalbano è il protagonista di romanzi (il primo è "La forma dell'acqua", del 1994) e racconti che non abbandonano mai le ambientazioni e le atmosfere siciliane e che non presentano alcuna concessione a motivazioni commerciali o a uno stile di più facile lettura. Da anni ormai le indagini del sarcastico Commissario, nonché le atmosfere e il divertente e azzeccato linguaggio italo-siculo dei romanzi e dei personaggi di Camilleri, affascinano migliaia di lettori. Nei suoi romanzi l'intreccio poliziesco e' fondamentale, ma in fondo è solo il pretesto per la creazione dei personaggi. L'aspetto e il carattere di questi è la parte del lavoro di creazione che Camilleri privilegia. I protagonisti delle sue storie sono spesso infatti molto divertenti ed ironici; ma anche molto malinconici, e questo vale in misura maggiore per il Commissario Montalbano.

giovedì 8 febbraio 2007

Riprendiamo a pubblicare

Più di un mese dall’ultimo incontro. Mi scuso e spiego.

Oggi ho ripreso l’impegno con le carceri, e questo ha occupato molto del mio (poco) tempo libero.

Dopo un anno di gestazione, sono di nuovo davanti a Rebibbia. Dopo scambi di idee con l’organizzatrice Luciana per capire come andare avanti, per mesi ho lavorato sulle idee da presentare al corso.

L’anno scorso, come approccio e come primo anno, avevo impostato tutto sui luoghi. Lo spunto veniva dal percorso che i carcerati stanno facendo durante i corsi di approfondimento, in particolare questo dedicato alla scrittura. Partivano dai loro luoghi, dalle loro radici per cercare/trovare la loro identità. Ed io avevo proposto un percorso di città: Genova, Milano, Roma e Napoli viste attraverso i cantautori autoctoni. Era un percorso direi “facile”; canzoni orecchiabili, che però potevano (ed hanno) fatto nascere discussioni ed approfondimenti. Paoli e De Andrè. Jannacci e Gaber. Dalla e Baglioni. Bennato e Daniele.

Ma ora loro stanno approfondendo questi temi e mi hanno chiesto di passare dai luoghi intesi come città, a tutte le identità che potevano rappresentare o descrivere uno stato del proprio essere. Una mappa fisica e mentale della propria esistenza.

Panico.

Ho cercato, fatto scalette. Poi ho messo da parte, pensando quasi che, come per incanto, tutto passasse ed io ne fossi esentato.

Ma quando Luciana mi ha dato la scadenza dell’8 febbraio ho dovuto fare i conti con la realtà. Ho messo in fila le idee e buttato giù questa mappa che dalla terra di appartenenza, portasse al cielo di sé stessi, della ricerca, del trovare chi siamo. O almeno provarci.

Grazie alle feroci critiche di Chiara, questa scaletta si è pian piano asciugata, fino a quella che oggi ho presentato. Sapendo anche che poteva far nascere discussioni e che non sempre le scelte potevano essere facili.

Infatti, in queste tre ore ho fatto solo metà delle cose che avevo pensato. Partendo dalla terra (e dalle città) per fare un filo con lo scorso anno, da Celentano sono arrivato a De Gregori, passando per Vecchioni e Guccini. De Andrè e Fossati sono rimandati alla prossima puntata. Ma scoprire che una canzone difficile come Cirano di Guccini suscita più discussioni e riflessioni del Ragazzo della via Gluck, porta a riflettere.

Si, a riflettere come feci lo scorso anno sulla labilità che ci separa da baratri. Ritorno sempre infondo alla mia adorata Sally, “ Perché la vita è un brivido che vola via. È tutto un equilibrio sopra la follia!”

Ma sono contento e grazie a voi tutti, consapevoli o meno dell’aiuto che mi avete dato.

Dopo la lunga introduzione, che spiega (forse) il mese di ritardo, riprendo anche le mie trame.

Tanti libri in questo mese (anche grazie ai lunghi viaggi aerei), ma torniamo alle triadi ormai classiche. Un italiano, pluridecorato. Un francese come debito di viaggi. E la trilogia del teatro.

Maurizio Maggiani “La regina disadorna” Feltrinelli euro 8

La prima parte mi è piaciuta, con la vita nel porto di Genova, tra banchine e carrugi. La seconda, conflitto tra civiltà ed aborigeni mi ha lasciato freddo. E la fine mi è sembrata forzatella, un po’ per far quadrare tutti i conti

Alphonse Daudet “Tartarino di Tarascona” Giunti euro 4,99

Ritratto satirico di un provinciale, presunto gran cacciatore che è un incrocio fra don Quijiote e Sancho Panza. In paese è considerato un truce e sopravvalutato dai concittadini; sono loro a decidere che lui sta partendo alla volta dell’Africa per andare a caccia di leoni. Tartarino non può deluderli e parte davvero. Arriva in Algeria bardato da guerriero turco, ma scopre che Algeri è una città civile, senza leoni, e l’unico vestito in costume è lui. Si lascia abbindolare da un’araba, Baia, e da un principe montenegrino, ma la fiducia riposta in lui dai conterranei lo convince a addentrarsi nel deserto a caccia di leoni. Il principe che lo conduce si rivela un truffatore quando lo deruba di tutti gli averi. Tartarino si trova poi di fronte un leone e lo uccide, ma si tratta di un esemplare addomesticato, cieco e malandato, cui i locali erano affezionati. La pelle viene comunque spedita in patria, mentre Tartarino si rimette in viaggio verso casa, deluso e mortificato dall’aver appreso che l’amata Baia è una cinica chanteuse, amante di un muezzin. La terra dei suoi sogni è un nido di profittatori, ben più smaliziati di lui, altro che selvaggi e leoni. Ma l’arrivo in patria non è meno trionfale: ricevuta la pelle di leone, i concittadini hanno immaginato ogni sorta d’eroiche imprese e sono accorsi in massa al porto e Tartarino, riacquistata la sua posa eroica, narra le favolose avventure da lui compiute. Ho notato l’ingenuità della trama. Ho apprezzato i luoghi (la Provenza e Algeri) e la traduzione di Aldo Palazzeschi. Filologia.         

Euripide, Hofmannstahl, Ritsos “Elena. Variazioni sul mito” Marsilio euro 6

Elena rimane nell’immaginario il mito della donna che abbandona il tetto coniugale per cercare il suo piacere, per vivere la sua vita. In questo libro si presentano situazioni che rovesciano il mito. Euripide e Hofmannstahl ci portano una Elena, libera da ogni colpa, che soggiorna altrove. Sono gli dei che vogliono distruggere Troia. E Menelao, dopo lunghe peripezie riavrà la sua sposa onorata e fedele. L’atto unico di Ritsos invece ci presenta un’Elena sulle soglie della vecchiaia, attendere la morte chiedendosi perché sia ritornata con un Menelao che non fa altro che mangiare e lustrare i suoi trofei di guerra. Lettura non facile, ma molto gradita. “per chi discende da un padre illustre la gloria più bella è seguirne le orme e lo stile di vita” “Nessuno se ricorre all’oracolo ma se ne sta con le mani in mano diventa ricco” “quando si è in due non può essere felice l’uno ed infelice l’altro” “i corpi non hanno il dono dell’ubiquità, i nomi si”

 

Ed ora le note biografiche.

Maurizio Maggiani (Castelnuovo Magra, 1951) è uno scrittore italiano. Figlio di una famiglia di modeste condizioni, dopo aver svolto decine di professioni diverse (è stato anche impiegato e costruttore di pompe idrauliche) è approdato alla scrittura. Nel 1987 vince il Premio "Inedito - l'Espresso" con il racconto “Prontuario per la donna senza cuore” e negli anni successivi conosce il successo di critica e pubblico. Con “Il Coraggio del pettirosso” (1995) ha vinto il Premio Viareggio e il Premio Campiello; con “La Regina disadorna” (1998) ha vinto il Premio Alassio e il Premio Stresa per la narrativa. Nel 2005 ha vinto, con il romanzo “Il viaggiatore notturno”, i premi Ernest Heminguay e Parco della Maiella e il Premio Strega.

Alphonse Daudet, nasce a Nîmes li 13 maggio 1840 e muore a Parigi il 16 dicembre 1897. Studia a Lione, poi si trasferisce a Parigi, come segretario del duca di Morny, personaggio influente del Secondo Impero. Ma il duca muore improvvisamente nel 1865 e questa cambia tutta la sua vita. Da questo punto in poi si dedica alla scrittura, non soltanto come giornalista per « Le Figaro » ma anche come romanziere. Dopo un viaggio in Provenza, scrive i suoi primi testi che diventeranno parte di “Lettres de mon Moulin ». Consoce il successo con la pièce teatrale « Dernière Idole », poi ottiene dal direttore de L'Événement, l'autorizzazione a pubblicare un feuilleton per tutto il 1866, dal titolo « Chroniques provençales ». Da questo momento, continua a scrivere sopratutto opere di costume, fino al suo personaggio mitico Tartarino di Tarascona del 1872. Continua quindi a dedicarsi alla scrittura, riuscendo ad esprimersi in un francese considerato classico, tanto che ogni anno viene messo in palio un Prix Daudet per l’autore che meglio rende omaggio alla lingua francese.

Euripide nacque, secondo la tradizione, a Salamina lo stesso giorno in cui avvenne la famosa battaglia, da una famiglia ateniese rifugiata sull'isola per sfuggire ai Persiani. Il suo nome verrebbe dall'Euripe, il canale dove si svolse la battaglia. Aristofane suggerisce a più riprese nelle sue commedie la bassa estrazione del poeta, confermato da Teofrasto. Tuttavia, la sua cultura dimostra una educazione raffinata, acquisita dallo studio presso sofisti come Protagora, che non sarebbe stata possibile senza una condizione agiata. Avrebbe messo insieme una ricca biblioteca, una delle prime di cui si faccia menzione. Euripide partecipò anche a giochi ginnici, venendo incoronato almeno una volta. Contemporaneo di Socrate, ne divenne amico. Si propose pubblicamente come tragediografo a partire dal 455 a.C.. La sua prima opera, “Pleiadi”, ottiene il terzo premio. Diviene presto popolare. Plutarco racconta, nella vita di Nicia, come nel 413 a.C., dopo il disastro navale di Siracusa, i prigionieri ateniesi in grado di recitare una tirata di Euripide venissero rilasciati. Verso il 405 a.C., Euripide si ritira a Magnesia, poi in Macedonia, alla corte di Archelao, dove muore, si dice, sbranato dai cani. Solo dopo la sua morte la Grecia lo riconosce e le sue opere divengono famose. Gli ateniesi gli dedicarono nel 330 a.C. una statua di bronzo nel teatro di Dioniso.

Hugo von Hofmannsthal (Vienna, Austria, 1 febbraio 1874 - 15 luglio 1929) è stato uno scrittore e drammaturgo austriaco. Dopo aver compiuto studi giuridici e successivamente di filologia romanza e filosofia, si dedicò alla poesia e al dramma. Giunse alla notorietà molto presto e altrettanto precocemente, in seguito ad una profonda crisi creativa, si allontanò dalla poesia e dal lirismo delle prime opere per dedicarsi interamente al teatro. Il rischio che aveva intuito era quello di perdersi nell'estetismo fine a sé stesso. Iniziò quindi una collaborazione con il musicista Richard Strauss, che si protrasse per oltre vent'anni, dando origine a un dramma musicale in cui la parte librettistica assumeva un rilievo letterario di primo piano

Yannis Ritsos poeta greco nato il 1 maggio 1909 e morto l’11 novembre 1990. Considerato uno dei 4 grandi poeti greci del Novecento insieme a Kostis Palamas, Giorgos Seferis e Odysseus Elytis. Fu proposto senza successo per nove volte come premio Nobel per la letteratura. In compenso gli fu assegnato il Premio Lenin per la Pace. Le sue poesie furono infatti banditi dalla Grecia per il loro contenuto di sinistra, poiché, come lui affermava, “serviva il comunismo con la propria arte. Tra le sue opere maggiori “Tractor” (1934), “Piramidi” (1935), “Epitaffio” (1936) e “Vigil” (1941-1953). Si dedica anche a bellissime poesie d’amore, tra cui “Serenata Notturna”, dove prendo i seguenti versi: “So che ognuno di noi va verso l’amore, verso la fede, verso la morte da solo. Lo so. C’ho provato. Non è servito. Fammi andare insieme a te.”