giovedì 31 maggio 2007

Per i figli di genitori anziani

Fine di un mese tribolato, con la solita mono-citazione e l’elenco delle letture precedenti.

Come trama propongo

Rosa Matteucci “Cuore di Mamma” Adelphi euro 9

Libro che parla una lingua che mal si addice ai romanzi “normali”. Investe come un Tir impazzito lo strazio della vecchiaia estrema, una figlia decisa a imporre a sua madre una badante ucraina, la vecchia che si ribella spasmodicamente mentre è in corso un cenone per anziani in una scuola scrostata. Ma nel grande marasma nonostante tutto c’è sempre un barlume di speranza che ci permette di tirare avanti, ancora un po’. “sopporterà ogni prova e se cadrà si rialzerà”. Momenti di testo che trovo bellissimi, sempre tornando al rapporto tra madre e figlia, con parole che ce lo fanno toccare, vivere, soffrire. Qualche aggiunta di troppo sui personaggi di contorno, ma è solo la terza prova di una scrittrice infiorettante linguaggi alti e parlate popolari.

Come dice di sé stessa: “Rosa Maria Angela Fausta Martina Matteucci nasce, fra la riprovazione e il disappunto generale della famiglia, il 19 dicembre 1960 nelle lande orvietane”. Dirigente al Quirinale sacrificata dalle ristrutturazioni, poi guida turistica abusiva in Umbria. Dopo un viaggio a Lourdes le scoppia la necessità di scrivere. Con “Lourdes” ha ottenuto il riconoscimento per l’opera prima del Premio Bagutta e del Premio Grinzane Cavour. Nel 2003 è apparso “Libera la Karenina che è in te”. Ora vive a Genova (per amore) e fa la “giocattolara” per passione, oltre a continuare a scrivere.

 

E come ogni fine mese, ecco la tabellina dei libri letti in aprile

 











































































Nome


Cognome


Titolo


Editore




Claudio


Magris


Un altro mare


Garzanti


6


Pino


Roveredo


Mandami a dire


Bompiani


9


Fred


Vargas


Un peu plus loin sur la droite


J’ai lu


6,80


Andrea


Camilleri


La luna di carta


Sellerio


11


Nick


Hornby


Non buttiamoci giù


Guanda


8,50


Loriano


Macchiavelli


Sarti Antonio fra gente perbene


Mondadori


8,40


Hans


Tuzzi


Il maestro della testa sfondata


Guanda


8




Brink


La polvere dei sogni


Feltrinelli


9


Fred


Vargas


Sans feu ni lieu


J’ai lu


7,30


 

domenica 27 maggio 2007

Oggi (as)saggi

Ogni tanto, per riposare la testa, si passa anche sul versante saggi.

Questa settimana riprendo due libri letti a distanza di tempo, ma che servono (o mi servono) per riflettere anche essi. Possiamo essere d’accordo o meno. E si possono criticare da molte parti. Certo non lasciano indifferenti verso i meccanismi del potere.

Curzio Maltese “Come sei ridotto” Feltrinelli “Senza prezzo” (in quanto regalo e ben gradito)

Un viaggio sulla nascita del berlusconismo, condita da brevi cenni sul degrado del mondo attuale (nani, ballerine, ecc.). Una modesta proposta schierata. Forse a volte potrebbe essere più pungente. Per la costruzione di un nuovo dopoguerra basato sulle coscienze delle persone.

Peter Gomez e Marco Travaglio “Regime” BUR euro 9,50

Tre anni di guasti televisivi e cartacei dell’era del grande Silvio. Documentato e senza concessioni. Per affrontare realmente i problemi reali avendo in mente cosa succede, sempre, di un cattivo uso del potere. E per riflettere, con il primo libro sul fatto che costruire non è semplice, ma certo è una questione di impegno, e di serietà.         

Facciamo anche un po’ di gossip giornalistico.

Curzio Maltese (Milano 1959) nato a Milano, cresciuto a Sesto San Giovanni, l’ex Stalingrado d’Italia. Da ragazzo, dopo un periodo tra fabbrica e radio ‘libere’, sente una profonda vocazione per il giornalismo. Ha svolto attività di giornalismo, iniziando ad occuparsi di sport e cronaca per i quotidiani la Gazzetta dello Sport, la Stampa e “La Notte". Attualmente è editorialista per il quotidiano la Repubblica e il settimanale il Venerdì di Repubblica. Il 25 aprile 2007 pubblica su Repubblica un articolo sulla città di Reggio Calabria, da molti ritenuto calunniante nei confronti della città dello Stretto perché probabilmente ricco di luoghi comuni. La cosa ha suscitato delle polemiche anche per il fatto che parlar male di città come Reggio, Napoli o Palermo raccoglie sempre il consenso unanime dei lettori impossibilitati nell'accertare se il contenuto degli articoli corrisponda a verità.

Peter Gomez è un giornalista e scrittore italiano. Cronista giudiziario de L'Espresso, ha lavorato a Il Giornale ai tempi di Indro Montanelli e a La Voce. Collaboratore di MicroMega. Particolarmente coraggiosi gli articoli, scritti insieme a Marco Lillo sulle inchieste del P.M. di Potenza Henry John Woodcock su un asserito coinvolgimento di molti personaggi importanti con un sottobosco di faccendieri di ambienti ministeriali. Il Gip di Potenza ha sostenuto l'incompetenza territoriale e a trasmesso gli atti alle procure competenti per territorio. Ma tali inchieste non hanno avuto seguito ed anche la stampa ha sostenuto la loro totale infondatezza. Contro tale atteggiamento dei colleghi Lillo e Gomez hanno reagito scrivendo su Società Civile un pezzo intitolato La Congiura del silenzio. È conosciuto al pubblico soprattutto per i testi pubblicati con Marco Travaglio

Marco Travaglio (Torino, 1964) è un giornalista e scrittore italiano. Conseguita la maturità classica al Liceo salesiano Valsalice di Torino, si è laureato, prima in Lettere con indirizzo moderno e settore storico e poi in Storia Contemporanea presso l'Università degli studi di Torino. Ha cominciato la propria attività come giornalista free-lance in piccole testate di area cattolica, come "Il nostro tempo". Lì conobbe Giovanni Arpino che nell'ottobre del 1987 gli presentò Indro Montanelli che, alla vigilia di Pasqua del 1988, lo chiama a collaborare al Giornale. Quando, nel 1994 Montanelli lasciò il quotidiano che aveva fondato venti anni prima, lo seguì, con altri cinquanta redattori, nella breve esperienza de La Voce. La sua principale area di interesse è la cronaca giudiziaria, dalle questioni legate all'antimafia ai fenomeni di corruzione, a partire dalla cosiddetta inchiesta Mani pulite, sviluppata sotto forma di indagini e raccolte storico-giornalistiche. Più di una volta i suoi articoli hanno suscitato le ire dei politici, spesso senza distinzione di schieramenti. Liberale da sempre, mentre c'è chi lo ritiene un esponente di primo piano dell'area progressista, altri (tra cui Giuliano Ferrara e Filippo Facci) lo giudicano un reazionario, che ha trovato nel giustizialismo e nel potere dei magistrati il proprio riferimento fondamentale. Dal 14 settembre 2006 è ospite fisso nella trasmissione di approfondimento giornalistico "Anno Zero", condotta da Michele Santoro. Tra le sue ultime battaglie si ricorda una decisa opposizione alla legge di indulto del 2006 promulgata dal Parlamento, da lui considerata un indegno "colpo di spugna" nei confronti della parte corrotta della classe politica.

lunedì 21 maggio 2007

Delusioni

Si, questa settimana parlo di due delusioni (anche se finalmente ho ristabilito il pareggio con le mail), due libri da cui mi aspettavo di più e meglio, ma che non mi hanno soddisfatto. Certo tutto risente anche del clima “deludente” del resto delle mie attività settimanali, dove l’unico elemento positivo è l’aver evitato di dover partire immediatamente per Manila. Un momento di stanchezza che presto passerà.

Torniamo ai libri. Il primo è un classico

Joseph Conrad “Cuore di tenebra” Mondadori euro 7,80

Affronto dopo tanti anni ancora Conrad (ho tentato a lungo di leggere “L’agente segreto” ed ancora non l’ho finito). E ne rimango sempre perplesso. Forse l’influenza di Apocalypse Now faceva sperare di più. Senza entrare nel merito (grande scrittore, ecc. ecc.), grande capacità di narrare senza narrare (con la vicenda che alla fine ti rimane in testa senza un vero filo). Ma mi ha decisamente “annoiato”. Si dice “viaggio nella tenebre dell’animo umano”. Ma forse in Coppola si avverte. Qui rimane molto datato (cento anni si sentono). Il testo a fronte aiuta molto per capire il facile inglese della scrittura. “Si vive come si sogna – soli…”

Il secondo ritorna sui versanti filosofici         

Roberta De Monticelli “Esercizi di pensiero per apprendisti filosofi” Bollati Boringhieri euro 9

Mi aspettavo di più e meglio. Non che non ci sia in nuce il discorso su come allenare il pensiero ad essere rigoroso, ad essere filosofico, a barcamenarsi tra logica ed etica. Tuttavia, la parte “logica” per necessità è molto tecnica e di non facile seguitura. Ma soprattutto, il termine esercizi è tirato in ballo più per attirare che per aiutare. Rimane comunque l’attenzione alla domanda iniziale e sempre presente nella nostra vita “perché?” (dietro ad ogni azione-pensiero c’è un perché anche quando si agisce e si pensa senza motivo). Forse un po’ lunga inoltre la parte finale su Dostoevskij.

La bio di Conrad è abbastanza nota per riproporla interamente. Nei suoi capisaldi, nasce in una città polacca, (Berdicev, Ucraina, 3 dicembre 1857) ora ucraina come Józef Teodor Nałęcz Konrad Korzeniowski. Grande scrittore in lingua inglese (che tuttavia era la sua terza lingua, dopo il polacco e il francese). Fino a 36 anni viaggia per mare con alterne vicende. Poi a 37 anni pubblica il suo primo romanzo, La follia di Almayer, ambientato sulla costa orientale del Borneo. Con il seguente, Un reietto delle isole (1896), getta le fondamenta per la reputazione di romantico narratore di storie esotiche, un fraintendimento dei suoi scopi che lo avrebbe avvilito e frustrato per il resto della sua carriera. Nel 1896 sposa la ventiduenne inglese Jessie George, che gli darà due figli, Borys e John. Joseph Conrad muore il 3 agosto del 1924, per arresto cardiaco. È seppellito nel cimitero di Canterbury, Kent, Inghilterra, con il nome di Korzeniowski.

Roberta De Monticelli ha studiato alla Scuola Normale e all’Università di Pisa, dove si è laureata nel 1976 con una tesi su E. Husserl: dalla Filosofia dell’aritmetica alle Ricerche logiche; ha continuato i suoi studi presso le Università di Bonn, Zurigo e Oxford, dove è stata allieva di Michael Dummett, logico e filosofo del linguaggio. Sotto la sua direzione ha scritto la tesi di dottorato su Frege e Wittgenstein. A Oxford è stata iniziata allo studio della tradizione platonica da Raymond Klibansky, membro e custode del Circolo Warburg, grande storico delle idee ed editore di numerosi testi medievali e moderni. Ha cominciato la sua carriera universitaria come Ricercatrice della Scuola Normale di Pisa, poi trasferita presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano, nell’ambito della cattedra di Filosofia del linguaggio (Prof. Andrea Bonomi). A Milano ha frequentato per anni i corsi della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, approfondendo la sua formazione nel quadro delle sue ricerche sul platonismo, e poi sulla filosofia di Agostino, di cui ha curato per Garzanti un’edizione delle Confessioni con testo a fronte, commento e introduzione (La Spiga 1992). È stata dal 1989 al 2004 professore ordinario di Filosofia moderna e contemporanea all'Università di Ginevra, sulla cattedra che fu di Jeanne Hersch (1910-2000, con Hannah Arendt e Raymond Klibansky la migliore allieva di Karl Jaspers). Per valorizzare l’opera di questa pensatrice, fra le più significative del Novecento, R. De Monticelli ha diretto fra l’altro una ricerca d’équipe sull’opera e la figura di Jeanne Hersch, finanziata dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca scientifica, ricerca che ha già portato alla preparazione per la stampa di numerosi inediti, e a svariate traduzioni in italiano e altre lingue di opere della pensatrice ginevrina. A Ginevra ha fondato la scuola dottorale interfacoltà "La personne: philosophie, épistémologie, éthique", che ha diretto fino al 2004 (corresponsabili: Prof. Bernardino Fantini, Faculté de Medicine, Prof. Bernard Rordorf, Faculté Autonome de Théologie Protestante, Prof. Alexandre Mauron, Centre Lémanique d’éthique), scuola dottorale frequentata da studenti di ogni paese europeo, nel quadro della quale ha invitato i migliori specialisti internazionali delle discipline interessate (etica ed etica applicata, ontologia, fenomenologia, filosofia della mente, filosofia della psicologia, scienze cognitive, storia della medicina, filosofia della biologia). Dall’ottobre 2003 è stata chiamata per chiara fama all’Università Vita-Salute San Raffaele, sulla cattedra di Filosofia della persona. Un insegnamento di concezione nuova anche nel nome (è la prima cattedra in Italia con questa denominazione). La persona, la sua realtà e i modi della sua conoscenza sono al centro della sua ricerca, che, pur riconoscendosi erede della grande tradizione, da Platone ad Agostino a Husserl, tenta una fondazione nuova, sul piano ontologico e sulla base del metodo fenomenologico (cf. La fenomenologia come metodo di ricerca filosofica e la sua attualità, ora disponibile in versione riveduta nella rubrica dei Testi della biblioteca husserliana (http://www.biblioteca-husserliana.net/testi.html) di una teoria della persona. Sua ambizione è di costruire un linguaggio limpido e rigoroso per affrontare le questioni che si pongono a ogni esistenza personale matura (identità personale, sfere della vita personale (cognitiva, affettiva, volitiva), libero arbitrio, natura della conoscenza morale, fondamenti dell’etica, natura della vita spirituale). Un linguaggio, d’altra parte, capace di contribuire, anche con analisi concettuali e fenomenologiche e un proprio insieme di tecniche d’argomentazione, al dibattito contemporaneo promosso dagli sviluppi della filosofia della mente e delle scienze naturali dell’uomo, biologia, neuroscienze, scienze cognitive.

Gialli per riposare

A fronte di un inizio di maggio travolgente di lavoro, passiamo qualche minuti a riposare con due gialli di impegno moderato.

Dopo il Marocco (di cui alla precedente) una puntata in Olanda per un progetto sui porti europei. Sottolineo di passaggio la capacità che hanno gli olandesi di mandarmi fuori di testa. Sarà la loro lingua assurda o il loro calvinismo, ma come al solito trovo la loro flessibilità e simpatia agli apici mondiali. Un tassista mi ha fatto un interrogatorio di terzo grado per sapere dove andavo (ed io sapevo solo l’indirizzo), alla fine è salito in macchina, ha impostato il navigatore e mi ha portato dove doveva senza colpo ferire ma non poteva farlo prima?). L’addetto alle informazioni dei treni, cui chiedevo dove fare un biglietto alle macchinette, continuava a ripetermi che queste non accettavano carte di credito o “cash” ma solo “coin” (lasciandomi nel dubbio sull’enorme differenza tra i due termini) e rischiando di farmi perdere il terno per l’aeroporto. Tuttavia, visto che c’ero mi sono concesso una cena “di compleanno” in una brasserie olandese culminata con “patate fritte all’olandese” (cioè con la maionese) e mousse al cioccolato.

Ma torniamo alle trame (veloci e senza citazioni degne di nota)

Il primo è un italiano

Stefano Pigozzi “Metal Detector” Mondadori euro 3,60

Premio meritato per il Giallo Italiano 2006. Una Bologna forte, sul versante dove non si avventura Macchiavelli (Loriano). E dove la mafia russa lotta (e spesso vince) con i metodi della guerra. Molta la carne al fuoco (prostitute, avvocato lesbico, poliziotto con figlio autistico). Verso la fine un po’ di concessione all’hard-boiled americano. Ma per un’opera prima si può concedere.

La seconda una vecchia conoscenza, la vecchia Edith Pargeter, di cui Tea continua a sfornare libri a più di dieci anni dalla morte

Ellis Peters “Una luce sulla strada per Woodstock” TEA euro 7,50

Tre short-stories delle indagini di fratello Cadfael nel 1200 inglese. Apprezzabile la prima, che, in termini moderni si chiamerebbe “prequel” (per i non cultori del cinema, una serie di film che narrano le vicende di un qualche personaggio sono un sequel; quando uno di questi film narra le avventure che avvengono prima del primo film di successo, si chiama prequel à previous sequel). Le altre forse un po’ veloci (non si fa in tempo ad entrare nei perché dei personaggi, elemento maestro della Peters), ma nel complesso va bene anche così.

Per le bio, di Pigozzi So solo che è sposato e vive a Modena. Il resto è mistero. Della Peters ho già parlato in precedenza.

venerdì 18 maggio 2007

Un altro anno è passato.

Vorrei cominciare con una scritta che ho trovato sul segnalibro regalatomi (insieme ad un libro) da Paola. Da Flaubert: “Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere”.

E questa vita mi riporta ad una scrittrice di cui ho iniziato a leggere i romanzi (noir, come dicono in Francia). Ma di un nero intrigante, non violento. Con i personaggi che si richiamano da un romanzo all’altro, costruendo un micro-cosmo parigino, che solo chi sa maneggiare la penna riesce poi a far funzionare senza cadute di tono.

Proseguendo nella lettura di Fred Vargas, dopo “Ceux qui vont mourir te saluent” e “Debout les morts”, ho affrontato

« L’homme aux cercles bleus » J’ai lu euro 6,30

Finalmente compare Adamsberg!! E tutti i personaggi che andranno a disegnare l’universo poliziesco-zen della Vargas. Danglard, Camille, i comprimari, ma soprattutto lui, il poliziotto che fatica a ragionare, ma con il suo pensiero altro e la sua mancanza di fretta ci porta al termine della vicenda contenti di averlo seguito. Come primo romanzo della serie ben fatto, ben scritto, da seguire.                                                

« Un peu plus loin sur la droite » J’ai lu euro 6,80

“…il donnait l’impression d’être clame, fort même et Marc aurait aimé savoir faire, ça devait mieux marcher avec les femmes”. Altra galleria di personaggi. Questa volta Adamsberg è di passaggio e si ritorna ai Vandoosler del primo romanzo. E si incontra Kehlweiler che da una cacca di cane risale e risolve un omicidio plurimo. Ben scritto, con momenti di assoluta distensione. Mi aspetto che prima o poi Vandoosler incontri Adamsberg.  

“Sans feu ni lieu” J’ai lu euro 7,30

Ancora Kehlweiler ed il trio dei Vandoosler. I personaggi sono ormai solidi, ognuno ha il suo spazio. E la storia scorre alla ricerca di un assassino non seriale, ma con un programma ben chiaro: l’uccisione di un certo numero di donne. Quante? Perché? Come al solito Vargas gira qua e là, poi alla fine risolve e spiega. Penso solo che questi personaggi abbiano però un respiro più corto ora, non sembrano dotati della potenza maratoneta di Adamsberg. Vedremo.  

Della biografia della Vargas ho già parlato a lungo e non mi ripeto.

Poiché mi rendo anche conto che sono un po’ snob sui francesi, ovviamente esistono alcune traduzioni di quasi tutta la produzione vargasiana.

Di quelli che ho letto vi indico

 









































Anno


Titolo originale


Titolo tradotto


Casa Editrice


1994


Ceux qui vont mourir te saluent


 


 


1995


Debout les morts


Chi è morto alzi la mano


Einaudi


1996


L'Homme aux cercles bleus


 


 


1996


Un peu plus loin sur la droite


 


 


1997


Sans feu ni lieu


Io sono il Tenebroso


Einaudi


 

giovedì 17 maggio 2007

Una bella fine del mese

Per questa fine del mese di Aprile vorrei parlare di un solo autore, che ho gustato a lungo in questo mese.

André Brink “La polvere dei sogni” Feltrinelli euro 9

Molto bello, una saga al femminile che tra sogni e realtà (ri-)costruisce l’atmosfera della fine aparthaid in Sud Africa. Potente il ritratto delle due Kristein. Da leggere assolutamente.

E pieno di frasi che mi sono rimaste attaccate, e che vi regalo:

“Ma tu non hai mai dipinto … o si? Non da quando mi conosci. Ma tu di me cosa sai in realtà?”

“Com’è sconcertante scoprire che nel presente non c’è nulla di reale, che il presente può essere afferrato solo dopo che è già scivolato nel passato”

“Mi scelgo un vestito per oggi… ci metto sempre un po’… (per) il bisogno di trovare un io per la giornata, di appropriarmene… finché qualcosa prende forma e la giornata diventa un po’ più facile”

“Sono andato a trovare i miei morti… finché ci sono loro io posso sempre tornarci, solo per sedermi e guardare il mare di lassù. Per questo so di appartenere a questo paese, è la mia casa.”

“Non si può tornare a quelli che si sono amati e illudersi che sarà tutto come prima”

“Sei così vecchia? L’età non è una questione di anni, ma di stile”

“Sono belle persone. Sono proprio come dei bianchi, solo che sono neri”

“Io sono una che crede, solo che non ha ancora trovato qualcosa in cui credere”

“Immagino che avessimo commesso il vecchio errore di confondere l’essere innamorati con la capacità di vivere insieme”

E la sua mini-bio

André Philippus Brink (nato il 29 Maggio 1935 a Vrede) è uno scrittore Sud Africano. Scrive le sue opere contemporaneamente in Afrikaans e in Inglese ed è professore di Inglese all’Università di Cape Town. Nel 1960 lui e Breyten Breytenbach erano le due figure di spicco nel movimento letterario in Afrikaans conosciuto come Die Sestigers ("I sessantini"). Questi scrittore pensarono di usare l’Afrikaans come lingua per parlare contro l’apartheid e portare nella letteratura locale le influenze degli scrittori Inglesi e Francesi contemporanei. Il suo racconto “Kennis van die aand” (1973) fu il primo libro Afrikaans messo al bando dal governo SudAfricano. Le sue prime opere erano molto incentrate sull’apartheid, mentre le più recenti sono viste come “post-coloniali”.

 

E come ogni fine mese, ecco la tabellina dei libri letti in marzo

 

























































































Nome


Cognome


Titolo


Editore




Richard


Yates


Undici solitudini


Minimum fax


10


Alicia


Gimenez-Bartlett


Morti di carta


Sellerio


11


Marcello


Fois


Ferro recente


Granata Press


3,50


Marco


Belpoliti


Crolli


Einaudi


7


Ian


Mc Ewan


L’inventore dei sogni


Einaudi


9,50


Annamaria


Fassio


Una vita in prestito


Mondadori


3.60


Fred


Vargas


L’homme aux cercles bleus


J’ai lu


6,30


Pierre


Magnan


Il segreto dei vicoli oscuri


Robin


9


Pablo


Tusset


Il meglio che possa capitare a una brioche


Feltrinelli


7,50


Daniele


Soffiati


Lupu ululà e Castello ululì


Comix


7,50


Daniele


Soffiati


Lupu ululà e Castello ululì 2


Mondadori


10


 

mercoledì 16 maggio 2007

Dell’Italia esterofila

In attesa del primo maggio, vi porto tre libri di due autori italiani. Esterofilia da una parte verso gli pseudonimi (chi sarà mai l’ottimo Hans?) dall’altra come propensione ad una Francia immaginata piuttosto che vissuta (anche se il buon Fusco molto altro ha vissuto).

Hans Tuzzi “Il maestro della testa sfondata” Guanda euro 8

In effetti, come dice la quarta, un buon giallo, con una interessante ambientazione a Milano. Risente un po’ del lavoro di libraio antiquario dell’autore (quanti conoscono l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze?), ma si regge e si legge bene. “A Melis pareva sempre di non saper trovare ciò che bisognava dire, .. si sentiva inadeguato… aveva appreso tuttavia che parlare era sempre meglio che tacere” “non è facile assortire una buona compagnia quando si viaggia, e quando se ne trova una, ci pensa il Tempo a portarsela via”

Giancarlo Fusco “Duri a Marsiglia” Einaudi euro 10

Cavalcata nel noir di Marsiglia, molto prima di Izzo. Un po’ “fanfaronata” ma scorrevole, per ripensare al “bello scrivere” del giornalista, passeggiando vicino alla sua tomba.

Giancarlo Fusco “A Roma con Bubù” Sellerio euro 10

Altre fanfaronate di malavitosi sulle soglie della celluloide. Aria di cinema a Roma, tra bulli e “malavitosi”. Si nota l’ironia di Fusco, un po’ di bei bozzetti (soprattutto i legionari d’Africa), ma molto in punta di penna. Meglio il primo

E per le bio

Hans Tuzzi è lo pseudonimo con il quale uno scrittore italiano ha firmato per le Edizioni Sylvestre Bonnard due fortunate guide all’antiquariato librario (Collezionare libri, 2000, e Gli strumenti del bibliofilo, 2003), nonché i gialli del commissario Melis, a cominciare da Il Maestro della Testa Sfondata, tradotto in Francia da La Table Ronde e pubblicato in edizione economica da Guanda

Fusco (La Spezia, 1915 - Roma, 17 settembre 1984) è stato scrittore e giornalista. Ha condotto una vita irrequieta e movimentata, durante la quale ha praticato mestieri di ogni tipo, alcuni forse immaginari, dall'attore cinematografico al boxeur (in realtà da ragazzo sognava di diventare un famoso pugile, ma nell'unico incontro ufficiale che combatté nella sua vita, finì male perdendo tutti i denti). Da giovanissimo scappò anche di casa per inseguire una ballerina di varietà e per l'occasione s'improvvisò perfino ballerino. All'età di 26 anni, è sul fronte greco-albanese nel genio telegrafisti; alla fine guerra diviene un protagonista della vita notturna versiliese: ballerino e brillante narratore delle proprie avventure. Inizia a lavorare come giornalista scrivendo per La Gazzetta di Livorno; Manlio Cancogni lo fece entrare nel gruppo dei collaboratori de Il Mondo, dove iniziò a frequentare le migliori penne del momento, per poi passare per le redazioni dell' Europeo, del Giorno, ove tenne la celebre Colonna, e dell' Espresso, facendosi ammirare sempre più per i suoi irresistibili racconti. Personaggio eccentrico, amava, tra l'altro, far credere di essere appartenuto ad ambienti della mala marsigliese, ma in realtà era semplicemente affascinato di Marsiglia e delle atmosfere rese dalle opere di Baudelaire e Rimbaud e dai film di Gabin e di Duvivier. Maestro del giornalismo di cronaca e costume, ha scritto molti libri, una commedia con Enzo Biagi, ha fatto anche tanta radio e diverse sceneggiature cinematografiche, lavorando con Carmelo Bene, Mario Monicelli e Vittorio Gassman : è stato un ironico, delizioso scrittore e un grande narratore orale. Il suo amico Andrea Camilleri lo descrisse come un genio dell’affabulazione e della battuta, un uomo senza padroni, uno spirito anticonformista per eccellenza: "La pietà di Fusco lo porta a scegliere tra le tigri con meno denti e più spelacchiate" disse. Morì nel 1984 al policlinico A.Gemelli di Roma, dopo un'operazione al cervello invaso da un tumore che da mesi lo faceva soffrire. Stava per essere sepolto in una fossa comune, senza esequie, ma gli amici più cari riuscirono a organizzargli il funerale nella "Chiesa degli artisti" a Piazza del Popolo. La sorella Franca e la nipote Cinzia vollero poi ripetere il funerale a Forte dei Marmi dove è sepolto.

domenica 13 maggio 2007

Post-telecom

La linea è stata rimessa a posto, riprendo quattro stranieri di quattro paesi diversi. La scrittura ne risente (o ne sente). Scanzonato lo spagnolo, misurato e d’atmosfera il francese, scorrevole l’inglese, attento ai particolari e ai sentimenti lo svedese.

Pablo Tusset “Il meglio che possa capitare a una brioche” Feltrinelli euro 7,50

Spagnolo defilato, che a suo tempo intrigò Montalban. Io l’ho trovato un po’ troppo caricato. La storia in fondo in fondo, non si regge molto. Cerca di mandare messaggi? Beh, 310 pagine sono un po’ tante per farlo. Ed i personaggi non hanno lo spessore né di un Montalban né di una Gimenez-Bartlett. Saltabile    

Nick Hornby “Non buttiamoci giù” Guanda euro 8,50

Libro in prestito. Idea carina (racconto a quattro voci, sempre in soggettiva). Altalenante. Bene la prima parte (se suicidarsi risolve), debole la parte centrale (angeli ed altre invenzioni inutili), risale nel finale (forse un po’ troppo “consolatorio”, da lieto fine film americani anni ’30). “tutto in fin dei conti (anche fracassare la macchina nuova) è più facile che dire la verità” “al grande Capo chiederei di diventare una persona disposta ad accontentarsi di quello che è, invece che di quello che vuole essere” “devi essere sicura di te stessa per entrare nei posti piccoli con i clienti abituali” “come fa quella gente che deve prendere l’aereo, non so, una o due volte l’anno…”                 

Pierre Magnan “Il segreto dei vicoli oscuri” Robin euro 9

Sempre da citare questa piccola casa editrice con i libri polizieschi di “ambiente”. E poi il commissario Laviolette si aggira per la Provenza. Come potevo non entrarci dentro. Il giallo è un po’ sui generis, un po’ di mistero, un po’ di disvelamento. Non scorrevolissimo, ma ti porta dentro un bel paesaggio.                     

Mai Sjowall e Per WahlooRoseanna” Sellerio euro 11

Un “Maigret alla svedese” degli anni ’60. Molto, molto calato nella realtà svedese. Calmo, costruttivo. A volte un filo datato. Ma già con un occhio socialdemocratico alla realtà (social… alla svedese). Da leggere nelle calme estive.

E per le mini-bio

Pablo Tusset, nato nel 1965 a Barcellona, lavora nel campo dell’informatica. Questo è il suo primo romanzo. E non se ne sa di più

Nick Hornby (Redhill, Inghilterra 17 aprile 1957) è uno scrittore inglese e vive a Highbury, quartiere a nord di Londra. Dopo aver frequentato la Maidenhead Grammar School, Hornby ha studiato inglese presso il Jesus College di Cambridge. Inizialmente ha lavorato come insegnante, per poi lasciare questo impiego e divenire giornalista freelance e poi romanziere. La fama di Hornby ha avuto inizio con il libro autobiografico Febbre a 90° (Fever Pitch) (1992), che narra la storia della sua vita come tifoso dell'Arsenal; a questo sono seguiti i romanzi di grande successo Alta fedeltà (High Fidelity) (1995), Un ragazzo (About a Boy) (1998), Come diventare buoni (How to be Good) (2001) e Non buttiamoci giù (A Long way down) (2005). Hornby ha scritto anche dei saggi, in particolare sulla musica pop. Nel 2003 ha pubblicato 31 Canzoni (31 Songs), raccolta di saggi su 31 canzoni e album da lui scelti, da mostri sacri come Bruce Springsteen e Bob Dylan ad artisti del circuito indipendente come Ani DiFranco, da artisti pop da classifica come Nelly Furtado, a canzoni note soltanto a Hornby stesso. Scrive una rubrica di recensioni di libri per la rivista statunitense The Believer, in Italia queste rubriche sono pubblicate dal settimanale Internazionale. Una raccolta di questi articoli è stata poi pubblicata in Una vita da lettore, edito da Guanda nel 2006

Pierre Magnan scrittore francese nato il 19 settembre 1922 a Manosque nell’Alta Provenza, ed alla Provenza dedica tutta la sua opera. Studia a Manosque in collegio sino a 12 anni. Poi, dai 13 ai 20 è tipografo presso una stamperia locale. Chiamato per il servizio militare, si da alla macchia nell’Isère, dove incontra Thyde Monnier. Pubblica il suo primo romanzo, “L'aube insolite », nel 1946 con successo di stima, buone critiche, ma non del pubblico. Altri tre romanzi saranno pubblicati senza successo. Per vivere lavora in una società di trasporti frigoriferi, dove resterà per 27 anni, continuando a scrivere romanzi che non vengono pubblicati. Nel 1976 viene licenziato per una ristrutturazione economica e ne approfitta per scrivere un romanzo poliziesco che riceve il premio Quai des Orfèvres nel 1978. A 56 anni comincia quindi una nuova carriera. Scrive allora la sua opera più famosa “La Maison assassinée » nel 1984, ottenendo il premio « RTL-Grand public ». Magnan vive sempre in Provenza, ora a Forcalquier, in una piccionaia su tre livelli con una bellisima vista e 24 libri della Pleiade. Vive ritirato scrivendo solo sul suo sito web

Maj Sjöwall nasce a Stoccolma (Svezia) il 25 settembre 1935 mentre suo marito Per Wahlöö nasce a Goteborg (Svezia) il 5 agosto 1926. Entrambi scrittori e giornalisti, in particolare Wahlöö era specializzato in cronaca nera. Nel 1962, lavorndo per la stessa casa editrice, Maj e Per si sposano e poco dopo creano congiuntamente l’ispettore Martin Beck, che appare per la prima volta in “Roseanne” (1965). In seguito escono altri racconti con l’ispettore Beck, curati nel trattamento psicologico e la minuziosità dei dettagli investigativi. Wahlöö muore d’infarto a 48 anni il 23 giugno 1975

giovedì 10 maggio 2007

Post-pasquali


La ripresa post-pasquale è stata dura ed allora mi sono ri-preso i miei italiani, insieme ad un libro psicologico da cui mi aspettavo di più. Tra l'altro in questa selezione ben 2 libri su 4 non mi sono piaciuti. Dovremmo approfondirlo.


Claudio Magris "Un altro mare" Garzanti euro 6


"il servizio militare gli è insopportabile per gli stivali, lui appena può gira scalzo" "pretendere di vivere è da megalomani" "si porta . una provvista di vecchi abiti così non occorrerà mai più comprarne altri. In casa niente orologi, solo una meridiana là fuori, infilzata nel muro grigiastro. Due sedie accanto al letto sono più che sufficienti per appoggiare i vestiti quando si va a dormire" La storia di un sodale di Carlo Michaelstadder che si rifugia nel proprio ombelico perché il mondo è un'illusione (cfr. Buddha) ma che non riesce a strapparsene come l'amato Carlo. Gira per mari, va e torna. Asciutto, ma corposo come una grappa giovane.


Loriano Macchiavelli "Sarti Antonio fra gente perbene" Mondadori euro 8,40


Non mi è piaciuto. La dimensione del racconto nuoce alla costruzione della storia. Così LM lascia molte cose in sospeso, quasi interessandosi di altro. Non è più giallo. Non è ancora sociologico. Ibrido un po' palloso.


Pino Roveredo "Mandami a dire" Bompiani euro 9


"Io ho dalla mia una speranza che vince mille a zero sulla pazienza, così so e ho sempre saputo che un giorno . Un giorno arriverà il tramonto e si siederà sopra il sole, ma in quel momento il sole si rifiuterà di scendere giù, giù in fondo al mare, allora succederà che ci sarà luce tutto il giorno, . e tu non sarai astratta come il sogno. Sarà un giorno senza numero, senza mese e senza anno, . Ci credi? Se sì, mandami a dire". Una serie di racconti, abbastanza brevi, di gente "disperata". La scrittura regge, i caratteri abbastanza. Molto altalenante. Ci sono momenti che mi lasciano freddo (quello sui quarantenni) e pagine di una forza terribile (quella del titolo)


Nicole Fabre "La solitudine" Edizione Magi euro 8


"a 50 anni si rende conto che il tempo è passato, che anche la sua gioventù è passata e che la sua libertà non è più così piacevole" "vivere da soli significa davvero essere soli? Vivere da soli permette di rendere più profondi legami che a volte chi vive in coppia rischia di trascurare". Pensavo più un libro alla Schoppy con qualche riflessione, ed invece è il solito, pur ben fatto, libro del filo psicologico, che prende spunto da pazienti per trarre idee e considerazioni. Un po' didascalico, ma scorrevole. Da rivedere


E per le mini bio.


Claudio Magris (Trieste, 10 aprile 1939) è uno scrittore e germanista italiano. Si è laureato all'Università di Torino dove è stato ordinario di Lingua e Letteratura tedesca dal 1970 al 1978. È ora docente alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trieste. Collabora al "Corriere della Sera" e a diversi altri quotidiani e riviste. Ha contribuito con numerosi studi a diffondere in Italia la conoscenza della cultura mitteleuropea e della letteratura del "mito asburgico". Traduttore di Ibsen, Kleist e Schnitzler, ha pubblicato numerosi saggi, fra i quali: "Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna" (Torino 1963), "Wilhelm Heinse" (Trieste 1968), "Lontano da dove, Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale" (Torino 1971), "Dietro le parole" (Milano 1978), "Itaca e oltre" (Milano 1982), "Trieste. Un'identità di frontiera" (in collaborazione con Angelo Ara, Torino 1982), "L'anello di Clarisse" (Torino 1984), "Illazioni su una sciabola" (Pordenone 1986), il testo teatrale "Stadelmann" (1988) "Un altro mare" (1991) e "Microcosmi"che ha ricevuto il Premio Strega 1998. Nel 2001 pubblica per Garzanti "Utopia e disincanto", libro che raccoglie un'ampia scelta della produzione saggistica di Claudio Magris tra il 1974 e il 1998. E' un itinerario che percorre territori ben conosciuti dai lettori de "Il mito asburgico", "Lontano da dove", "Itaca e oltre", "Dietro le parole" e "L'anello di Clarissa", ma attraversa anche zone nuove e inesplorate. Vincitore del Premio Principe delle Asturie nel 2004 nella sezione Letteratura. Fu senatore dal 1994 al 1996


Loriano Macchiavelli è nato a Pioppe di Salvaro presso Vergato (Bologna) il 12 marzo 1934, e si è diplomato a Bologna nel 1954. Scrittore di pièces teatrali, racconti e romanzi polizieschi. I più famosi di questi raccontano delle investigazioni di Sarti Antonio, poliziotto, ambientate a Bologna e dintorni. Macchiavelli ha frequentato l'ambiente teatrale come organizzatore, come attore e, infine, come autore; sue opere teatrali sono state rappresentate da varie compagnie italiane: In caso di calamità, Viva la Patria (1969/70), Una storia teatrale con prologo tragico e finale comico (1969/70), Ballate e moti rivoluzionari? (1970/71), Hanno dato l'assalto al cielo (1971/72/73), Voglio dirvi di un popolo che sfida la morte (1973/74), I pioli di Bach Dang (1973/74), Cinema hurra (1981/82), Aspettando Altman (1995). Suoi testi sono stati segnalati in vari premi teatrali: Una guerra finita male (Premio teatrale Riccione 1963), I dieci a uno (Premio Reggio Emilia città del tricolore, 1964), Solo un lungo silenzio (finalista al premio teatrale Riccione, 1975), Jacopo da Valenza, scolaro (finalista al premio teatrale Riccione, 1978). Dal 1974 si è dedicato al genere poliziesco e ha pubblicato numerosi romanzi divenendo uno degli autori italiani più conosciuti e letti. Da un suo romanzo (Passato, presente e chissà) è stato tratto lo sceneggiato televisivo per Rai2 Sarti Antonio brigadiere (regia di Pino Passalacqua) in quattro puntate e andato in onda nell'aprile del 1978. In seguito ha curato il soggetto e la sceneggiatura del film per la TV L'archivista (regia di Guido Ferrarini), girato a Bologna nel 1985 e andato in onda su Rai Uno nel settembre del 1988. Il film porta sul piccolo schermo uno dei suoi personaggi letterari più riusciti: Poli Ugo, interpretato per la TV da Flavio Bucci. Il film presenta una Bologna attuale e viva, ben lontana dalla solita vecchia iconografia, e anticipa drammaticamente le mutazioni successive della città. A fine '87 e primi mesi del 1988 è andata in onda una lettura radiofonica in 13 puntate dei suoi racconti, dal titolo I misteri di Bologna. Dai suoi romanzi e racconti sono stati tratti numerosi radiodrammi trasmessi dalla RAI. Nel 1988 Rai Due ha prodotto una serie di 13 telefilm, tratta da suoi romanzi e racconti, (regia di Maurizio Rotundi, protagonista Gianni Cavina) i cui esterni sono stati girati interamente a Bologna e dintorni. La serie ha per titolo L'Ispettore Sarti - un poliziotto, una città ed è andata in onda su Rai Due a partire dal 12 febbraio 1991 e replicata nel 1993. La serie televisiva di Sarti Antonio è proseguita (sempre su Rai Due) con una coproduzione italo tedesca (Rai-NDR) di sei film di un'ora e trenta, ancora tratta dai suoi romanzi, e andati in onda nell'aprile e maggio del 1994. Regista dei film è Giulio Questi, protagonista sempre Gianni Cavina. Il suo personaggio più conosciuto, Sarti Antonio, è entrato anche nel fumetto (Orient Express) con una serie di avventure tratte dai romanzi. Numerosi romanzi sono stati tradotti all'estero: Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Ungheria, Cecoslovacchia, Unione Sovietica, Giappone, Romania. Nel 1974 ha vinto, con il romanzo Fiori alla memoria, il premio Gran Giallo Città di Cattolica; nel 1980, con il romanzo Sarti Antonio, un diavolo per capello, ha vinto il Premio Tedeschi; nel 1992 ha vinto la XIV edizione del Premio di letteratura per l'infanzia con il romanzo Partita con il ladro; nel 1997, con il romanzo Macaronì (scritto assieme a Francesco Guccini), ha vinto il Premio Letterario Alassio, Un libro per l'Europa, dopo essere stato nella rosa dei finalisti nel Premio Ennio Flaiano e nel Premio Città di Ostia. Lo stesso romanzo ha vinto l'edizione 1998 del Police Film Festival. Ha pubblicato e pubblica con i maggiori editori italiani: Garzanti, Rizzoli, Mondadori, Einaudi, Rusconi, Cappelli. Ha collaborato e collabora con numerosi quotidiani e periodici. Assieme a Marcello Fois e Carlo Lucarelli ha fondato il "Gruppo 13" e con Renzo Cremante ha fondato e dirige la rivista Delitti di Carta che si occupa esclusivamente di poliziesco italiano


Pino Roveredo (Trieste, 16 ottobre 1954) è uno scrittore e giornalista italiano. Nato a Trieste da una famiglia di artigiani, dopo varie esperienze di vita disordinata (è stato in carcere e addirittura in manicomio), ha lavorato per anni come operaio in fabbrica. Fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate. Ha esordito nel 1996 con "Capriole in salita", edito dalla casa editrice triestina LINT. Nel 2005 ha vinto la 43^ edizione del Premio Campiello per il miglior romanzo dell'anno ("Mandami a dire", edito da Bompiani). Nel 2006 la Bompiani ha ristampato "Capriole in salita", che ha riscosso un notevole successo fra il pubblico letterario


NICOLE FABRE: psicoanalista e psicoterapeuta dell'infanzia, è impegnata da molti anni nei corsi di formazione rivolti a genitori ed educatori. Autrice di numerosi volumi nei quali affronta temi di psicoanalisi e psicopedagogia. Presso le Edizioni Magi sono stati pubblicati: I discorsi dei grandi nelle orecchie dei bambini (1998), Le ferite dell'infanzia (1999), Sono felici lontano da noi? (2000), Questi bambini che ci provocano (2001), Allo specchio dei sogni (2002).


mercoledì 9 maggio 2007

Tra il serio e il faceto

Dalla parte seria, due autori anglofoni che a me danno molta claustrofobia.

Anche se del primo parlo di un libro “leggero”.

Apriamo allora con

Ian McEwan “L’inventore dei sogni” Einaudi euro 9,50

In effetti è più un libro per bambini, ma l’invenzione di Peter che sogna ad occhi aperti e che per questo viene considerato un “bambino difficile” è degna di attenzione. I mini racconti, tuttavia sono di diversa presa, e solo a tratti riprendono la bellezza del primo capitolo.

Altre sono le prove mature e angosciose di mr. Macabre (ne riparleremo).

Il secondo è una riscoperta della sempre ben lodata minimum fax

Richard Yates “Undici solitudini” Minimum fax euro 10

“nessuno avrebbe indovinato le ore di ansia, i giorni di preparazione strategica e tattica che quel preciso momento gli era costato” “Oggi non ho avuto tempo di scriverti una lettera breve, perciò ho dovuto scriverne una lunga” questa è la sintesi della ricerca di scrittura di Yates. 11 racconti tra il ’50 e il ’60, che sembrano illustrare un dipinto di Hopper, ma qui c’è anche la disperazione e non solo la scelta della solitudine.

Passando al faceto, propongo i due libri di citazioni filmiche

Daniele Soffiati “Lupu ululà e Castello ululì” Comix euro 7,50

e “Lupu ululà e Castello ululì 2” Mondadori euro 10

La prima parte delle citazioni da film è molto sul versante comico, in linea con la strategia editoriale della Comix. Ma già si vedono accenni al secondo libro, più robusto. Qui tutavia c’è un interessante elenco finale dei film citati che andrebbe riportato. Tipico del libro “I giapponesi hanno gli occhi a mandorla. Quando piangono fanno l’orzata” Chi e dove l’ha detto?

Il secondo invece passa anche al versante “citazione dotta”. Scorrevole con alcuni momenti topici “Ha il resto di 100 dollari? – Si signore, - Allora non ha bisogno dei 10 centesimi che volevo darle di mancia” “Lei si preoccupa soltanto di chi perde. Tipico degli intellettuali: egoisti ma pieni di pietà”

Passando alle mini-bio

Ian McEwan (Aldershot 21 giugno 1948) è uno dei più rinomati scrittori inglesi contemporanei. Dato il tono cupo dominante nel suo lavoro viene soprannominato da alcuni "Ian Macabre" (Ian il macabro), giocando su un assonanza col il suo vero nome. Nasce ad Aldershot in Inghilterra e studia all'Università del Sussex e all'Università dell'East Anglia, dove risulta essere il primo a diplomarsi nell'innovativo corso di scrittura creativa di Malcolm Bradbury. La sua prima pubblicazione è la collezione di brevi racconti Primo amore, ultimi riti nel 1975. Nel 1998 fa discutere la sua premiazione al Booker Prize per la novella Amsterdam. Il libro del 1997 L'amore fatale, su una persona affetta dalla Sindrome di de Clerambault, viene da molti considerato un capolavoro, ma anche il suo romanzo, Espiazione , ha ricevuto critiche egualmente favorevoli. Nel Marzo e nell'Aprile of 2004, solo qualche mese dopo che il governo britannico lo aveva invitato a presenziare a una cena in onore della First Lady degli Stati Uniti di America Laura Bush, a McEwan è stato negato l'ingresso negli Stati Uniti dal Dipartimento per la Homeland Security non essendo provvisto del visto corretto per un soggiorno di lavoro (lo scrittore si accingeva a tenere una serie di lezioni dietro compenso). Solo dopo diversi giorni di esposizione del caso sulla stampa britannica a McEwan è stato concesso l'ingresso, a ragione del fatto che, come illustrato da un funzionario di frontiera, "Siamo ancora dell'avviso che lei non dovrebbe entrare, ma il suo caso ci sta procurando un danno di immagine." Il suo ultimo romanzo, Saturday, descrive una giornata singolarmente carica di eventi nella vita di un neurochirurgo

Richard Yates (Yonkers, 1926 - Tuscaloosa, 1992). Scrittore americano, fra i maggiori del secondo Novecento. Non molto fortunato in vita, ebbe pochi lettori, anche se numerosi estimatori fra gli addetti ai lavori. La sua vicenda esistenziale fu segnata dall'abuso di alcol e di fumo (fumava 4 pacchetti al giorno). Fu colpito molte volte dalla depressione. L'editrice minimum fax lo sta riscoprendo negli ultimi tempi. Ha infatti ristampato il suo capolavoro Revolutionary Road (minimum fax, 2003), il romanzo sull'alcolismo Disturbo alla quieta pubblica (minimum fax, 2004) e la splendida raccolta di racconti Undici solitudini (minimum fax, 2006) Le altre opere non ancora pubblicate in Italia sono: A Special Providence, Knopf, New York 1969. The Easter Parade: New York 1976. A Good School : Delacorte Press/S. Lawrence, New York 1978. Liars In Love: Delacorte/S. Lawrence, New York 1981. Young Hearts Crying: Delacorte Press/S. Lawrence, New York 1984. Cold Spring Harbor Delacorte Press/S. Lawrence, New York 1986. The Collected Stories of Richard Yates, introduzione di Richard Russo, Holt, New York 2001

Daniele Soffiati, trentenne mantovano, è un giovane scrittore umoristico che si sta ritagliando uno spazio di popolarità fra i ragazzi. Opinionista ironico del network nazionale Radio 105, tiene una rubrica umoristica dedicata al mondo giovanile sul settimanale a tiratura nazionale «Cioè». Autori già di alcuni titoli di successo, collabora alle pagine culturali della «Gazzetta di Mantova»