domenica 28 ottobre 2007

Di lingua inglese

Questa settimana parliamo di libri più agili, senza troppa agitazione nel cervello, anche se alcuni spunti ci sono. Il tutto da autori che scrivono in inglese, anche se il primo è norvegese ed il secondo usa un americano da caserma.

Cominciamo quindi con

Roald Dahl “Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra” TEA euro 5

Due racconti non per ragazzi del caustico nordico. Divertenti perché ambientati intorno ai libri. Mentre il primo (che da il titolo al libro) è un po’ scontato sia nella voglia di essere “disgustoso come un naso pieno di peli”, sia nell’evoluzione verso l’inevitabile epilogo (ma qual è l'attività segreta che consente a un (apparentemente) rispettabile libraio antiquario londinese di condurre una vita lussuosa e spregiudicata?), il secondo mi ha preso di più. La storia di un giovane aspirante scrittore che, stanco di vedere le sue creazioni rifiutate dalle riviste letterarie, risolve il problema inventando una strana macchina è forse un po’ datato (del 1953), ma non banale nella costruzione e nello svolgersi. Un piccolo divertissement da serata con un CD soft-jazz vicino.

Il secondo (e la caserma la scoprite nella biografica è invece                                               

Charles Willeford “La macchina in Corsia Undici“ Adelphi euro 5,50

Avevo comprato a scatola chiusa pensando che macchina e corsia si riferissero a corse automobilistiche. Sorpresa, si parla di manicomio e di elettroschok. Rinchiuso infatti in un ospedale psichiatrico, Jake Blake, regista con qualche problema di comprensione della realtà, deve confrontarsi con una nuova vita fatta di farmaci, infermieri, corridoi, incubi e l'alta tensione in fondo alla Corsia Undici. In effetti, Blake, un nome fin troppo evocativo, si trova in un cul de sac o meglio, per restare negli ambiti delle patologie psicologiche, in una tipica situazione da Comma 22: se non ammette di essere folle, e quindi di osservare le regole e gli inviti dell'istituzione, (ovvero se non collabora) lo aspetta un trattamento più duro, ma se si convince e/o convince le istituzioni della sua follia, ogni cura è possibile, compresa la macchina della Corsia Undici, cioè l'elettroshock. Un racconto forse minore, ma fulminante (letteralmente) narrato e bene dalla parte del “fuori di testa”. Pare che Willeford sia un ottimo autore di “noir” (approfondiremo). Per ora un buon libro da pomeriggio con thé, biscotti e camino.

Terminiamo con una vecchia conoscenza. L’autrice inglese di cui in Italia, benché morta da 12 anni) si continuano a ripubblicare le storie. Anzi i sequel. Come questo appartenente a “I casi dell’ispettore Felse”.

Ellis Peters “Il marchio di Shiva” TEA euro 8

Ancora un classico. Anche se “I casi dell’ispettore Felse” sono senza l’ispettore visto che qui c’è solo il figlio. E siamo ancora in India. Anzi India del Sud. La lotta sociale infuria e gruppi di terroristi Nassaliti seminano panico e morte. Così, quando un ricco proprietario terriero viene dilaniato da un'esplosione sulla sua barca, il primo pensiero degli inquirenti è che si tratti di un attentato terroristico. Il quadro si complica poi quando un secondo atroce attentato colpisce Dominic Felse molto, troppo, da vicino. Per salvare i suoi compagni di viaggio e se stesso dalla misteriosa minaccia che sembra inseguirli senza requie, a Dominic non resta che sbrogliare la matassa e risolvere il caso, con l'indispensabile aiuto di Swami Premandathanand, suo amico e mentore. Ma la sua dovrà essere una corsa contro il tempo, prima che sia troppo tardi... Ci piace l’impianto classico con finali e sottofinali (anche se con un po’ di “concentrazione” già ad un terzo si può risolvere il mistero). Ma scorre piacevole, come un thè inglese assaporato in giardino. E, tra le tante cose che ne escono malconce, c’è anche un po’ di India non troppo di routine.

Per le due bio mancanti (visto che della Peters ho già scritto):

Roald Dahl (Llandaff 13 settembre 1916 - Great Missenden 23 novembre 1990) è un famoso scrittore, conosciuto soprattutto per i suoi romanzi per l'infanzia. La storia della sua infanzia viene raccontata dall'autore stesso nel libro autobiografico "Boy" (benché lui non la consideri una biografia). I genitori di Dahl sono norvegesi: suo padre emigra in Francia e, successivamente, in Inghilterra, alla ricerca di una maggiore fortuna, fino a stabilirsi a Llandaff, vicino Glamorgan in Galles. Alla morte del padre, nel 1920, la madre di Dahl decide di restare a vivere in Inghilterra, perché il marito desiderava che i figli frequentassero scuole inglesi. L'infanzia è segnata dalla severità e dall'educazione impartitagli nei collegi frequentati, ma anche dalla gioia della famiglia. Terminati gli studi, nel 1934, Dahl trova lavoro presso la Shell Petroleum Company, viaggia per lavoro in diverse parti del mondo, tra le quali l'Africa. Nel 1939 scoppia la seconda guerra mondiale e Dahl entra nella RAF, compiendo missioni dal Kenia, alla Libia, alla Grecia, finché un terribile incidente non gli impedisce di volare. Solo nel 1942 inizia la sua carriera di scrittore con un racconto per bambini, quando viene trasferito a Washington e conosce C. S. Forster. Scrive, grazie a questo incontro, il suo primo romanzo, ispirato alle sue avventure durante la guerra: Shot Down Over Libya. Nel 1946 pubblica alcuni dei suoi racconti più famosi in Over to you, una raccolta di 12 storie. Dahl è ricordato anche per alcuni racconti e romanzi dedicati al pubblico adulto e caratterizzati da un umorismo macabro e da colpi di scena finali. Nel 1953 si sposa con l'attrice americana Patricia Neal: il matrimonio dura 30 anni, fino al 1983, quando Dahl si risposa con Felicity Ann d'Abreu Crosland, la migliore amica di Patricia. Dahl muore di leucemia a 74 anni, il 23 novembre 1990.

Charles Ray Willeford III (2/01/1919 – 27/03/1988) nasce in Arkansas ed a otto anni ha già perso entrambi i genitori. Si trasferisce a Los Angeles, dalla nonna, ma si rende conto ben presto di esserle troppo di peso. A dodici anni, invece di salire sul pulmino della scuola, un mattino decide di seguire i binari della ferrovia; sale di nascosto su un vagone merci e inizia una lunga avventura di vagabondaggi, tra le migliaia di bambini randagi che girano per i marciapiedi d’America durante la Depressione. A sedici anni, mentendo sull’età, si arruola nell’esercito. Doveva essere un colpo di testa, ma durerà vent’anni. Un’esperienza durissima, violenta, che riverserà nei suoi libri. A trentasei anni, infatti, è pronto per ripartire da capo. Legge, studia letteratura, comincia a insegnare. Soprattutto prova a scrivere. I suoi primi romanzi hanno il dono di creare atmosfere fortissime e di delineare personaggi complicati e perfettamente plausibili, che il lettore fatica ad abbandonare. Ma non hanno fortuna. Non si scoraggia e continua a provare. Tra l’altro, racconta le sue esperienze da vagabondo e da soldato in due splendidi libri di memorie, Looking for a Street e Something About a Soldier. Il successo arriverà, ma deve aspettare il 1984. L’anno di Miami Blues. L’invenzione di Hoke Moseley, della sua Miami umida e selvatica, crea subito un mito. Non può più fermarsi. Il pubblico aspetta il seguito. Dopo due anni, esce il secondo episodio, New Hope for the Dead. Un anno dopo, il terzo: Sideswipe. Salutato come un capolavoro assoluto. L’anticipo pagato dall’editore americano per il quarto romanzo della saga di Moseley è stellare. La prima edizione di The Way We Die Now è pronta nell’autunno del 1988. Willeford farà in tempo a vederla, a firmarne qualche copia. Morirà il giorno in cui il suo più grande successo esce in libreria.

 

Buona settimana

G.

giovedì 25 ottobre 2007

Quattro per due

O meglio “quatre pour deux”.

Riprendo questa volta le mie letture estive dedicandomi alla Francia (… da quanto non ci si torna…). Prendendo due autori e quattro libri.

L’autrice è una delle mie preferite, scorrevole, piacevole parigina che senza troppi spargimenti fa scorrere la vita come scorre la Senna: Fred Vargas (e so che a molti anche piace).

Questa estate mi sono dato a fondo a recuperare altri tre suoi libri (due romanzi ed uno di racconti) che (ah! Maniaco) continuo a leggere in ordine cronologico.

Riprendendo dove l’avevo lasciata ho divorato

Fred Vargas “L’homme à l’envers” J’ai lu euro 7

Titolo italiano “L’uomo a rovescio”

Ritorna Adamsberg, quello che indaga rimanendo sempre un po’ sulle sue. In effetti un’indagine lontano da Parigi, ma esce grande il carattere francese. E Camilla, la donna del sogno, quella che lui vorrebbe ma che non avrà mai perché Camilla è solo di sé stessa. Con tutti i suoi errori. Comunque è un giallo. Con tanti lupi: in una riserva naturale i lupi cominciano ad assalire le pecore. Il canadese Lawrence, studioso di grizzly, ne è affascinato, così come lo è di Camilla (la donna vicina-lontana di Adamsberg). Lawrence si incaponisce per trovare questo lupo che comincia ad un certo punto ad assalire anche le persone. E si comincia a parlare di lupi-mannari. Camilla, amica della vittima, si lascia convincere ad iniziare l’indagine, ma trovandosi davanti ad un punto morto, dovrà chiedere, contro voglia, aiuto ad Adamsberg. E poi… lo leggete voi.                                      

Fred Vargas « Pars vite et reviens tard » J’ai lu euro 7,60

Titolo italiano “Parti in fretta e non tornare” (consiglio che estendo ai mobilitati di Almaviva)

Io la adoro. Anche se ogni tanto ci sono schemi che sembrano ripetersi. Ma la Vargas si che ti tiene sulla sedia. Come ne “L’uomo dei cerchi blu” e in altro, anche qui un qualcosa di stonato entra nella vita quotidiana. I personaggi della Vargas (anche di altri romanzi) entrano ed escono dalla saga senza “rotture”. Ed il mistero si scoglie con quella nonchalance che JeanBaptise Adamsberg (il grande poliziotto) ci insegna a gustare. Unico momento ancora “irrisolto” il suo rapporto con Camilla. Ora forse ci vorrebbe una ricostruzione cronologica delle vicende parigine perché ho l’impressione che ci siano salti nell’intreccio delle diverse vicende parigine. Ma un libro così non è una biografia, è un romanzo. Quindi…. C’è un marinaio bretone che, dopo alcune vicissitudini con il suo armatore, si reinventa banditore in una piazza di un quartiere popolare, abitato da una strana fauna cittadina un po' fuori dal tempo. Nello svolgimento del suo compito, si trova a leggere misteriosi messaggi che annunciano l'arrivo o meglio il ritorno della peste in Francia. Presto entra in azione anche l'untore, che segna con un simbolo arcaico di protezione gli alloggi parigini. Una serie di morti scatena la psicosi, la Morte Nera sembra tornata, ma Adamsberg e i suoi improbabili esperti, tra i quali un incredibile medievista-colf (che viene dall’altra saga parigina), si rimboccano le maniche per venire a capo dell'intricata faccenda.

Fred Vargas “Coule la Seine” J’ai lu euro 4,70

Questo non mi risulta ancora tradotto.

Velocissimo tri-racconto, anche se in queste dimensioni Vargas va bene ma Adamsberg ne soffre. La sua lentezza non può uscire a tutto tondo in poche battute. E ci sono salti e forse incongruenze. Rimane però il piacere di leggere di Parigi e del suo bradipo commissario. I racconti (Salut et liberté, La Nuit des brutes e Cinq francs pièce) hanno anche delle graziose illustrazioni di Baudoin.                                          

L’altro invece viene dalla penna di

Emmanuel Carrère “La moustache” Folio euro 7,30

Avevo visto il film e non mi era piaciuto. Ho pensato che il libro scritto dal regista prima del film mi potesse illuminare le molte ombre del film. Invece: assolutamente negativo. Anzi, alla fine il film risulta migliore. Si parla di identità, di prospettive, di come un giorno ci si può trovare soli o forse lo si è sempre stati. L’idea iniziale è avvincente: cosa succede se mi taglio i baffi che porto da 10 anni e nessuno se ne accorge? Pian piano le sue convinzioni non trovano più riscontro negli altri. Le persone con cui ha convissuto fino a quel momento sono diventate di colpo diverse, e così il protagonista si rende implicitamente conto di come la definizione di sè, la propria esistenza non dipendono da lui, ma dall' immagine che di lui proiettano le altre persone. Chi è dalla parte della ragione? Ma per risolvere il mistero l’autore non trova di meglio che imbastire una storia di depressione e follia. Negativo.          

Della Vargas ho già parlato a lungo e non ci torno ancora.

Invece, Emmanuel Carrère (nato a Parigi il 9 dicembre 1957) è, oltre che autore, anche  sceneggiatore e regista. È il figlio di Louis Carrère d’Encausse e della storica Elena Carrère d’Encausse. Ex studente a Scienze Politiche, Emmanuel Carrère è inizialmente critico per Positif e Télérama prima di pubblicare il suo primo libro, “Bravoure„, nel 1984. Molta della sua scrittura, è centrata attorno ai temi dell'identità, dell'illusione e della realtà. Non abbandona comunque la settima arte: scrive le sceneggiature per “Léon Morin, sacerdote„, “Monsieur Ripois„ e “Dennis„ negli anni 1990. Nel 1998, firma la sceneggiatura di “La classe di neve„, adattamento del romanzo di Claude Miller, premiato dal premio Fémina nel 1995. Affascinato dall'irruzione del fantastico nella realtà, fa dell’affaire Jean-Claude Romand uno dei suoi lavori più famosi, “L'avversario„, adattato al cinema da Nicole Garcia nel 2002. Nel 2003, passa naturalmente dietro la macchina da presa e realizza “Ritorno a Kotelnitch„, città russa che allo stesso tempo è il luogo di un'indagine poliziesca e di una riflessione sull'identità. Emmanuel Carrère si lancia nel romanzo due anni più tardi con “I Baffi„, come autore, poi sceneggiatore e regista. Il 2007 “Un romanzo russo„ segna il suo atteso ritorno alla letteratura.

 

Buona settimana

G.

martedì 9 ottobre 2007

Delle scrittrici…

Una settimana di citazioni più rilassanti, dopo giorni di fatica e pensieri.

Tre (o meglio quattro) scrittrici diverse. Due scrivono in inglese e due in francese. Tre parlano di gialli ed una di poesia. Tre sono vive.

Cominciamo da quella più atipica

Elizabeth Bishop “Il mare e la sua sponda” Adelphi euro 5,50

Non conoscevo (ma posso dire che ancora non conosco) la poetessa, definita da Josef Brodskij “la Callas della poesia novecentesca”. Mi accosto a questo mini Adelphi più per il prezzo e l’idea di “chicca”. Due racconti, impreziositi da un bel disegno (dell’autrice stessa). I due racconti apparvero direttamente su delle riviste intorno agli anni 1937-38. Del secondo avrei fatto volentieri a meno. Il primo che poi dà il titolo al volume, è invece rimarchevole. Non tanto perché narra di grandi cose. Ma descrive una situazione “banale” (un uomo che di mestiere tiene pulite le spiagge) facendolo protagonista di un breve momento di vita. Poi lo lasciamo lì che continuerà la sua vita e noi la nostra. Ci siamo solo accompagnati per 20 pagine della nostra vita. E non è poco.

La seconda invece è una maestra del giallo, con il suo pantheon di personaggi (tra ispettore, aiuto ed amici vari) che si segue di romanzo in romanzo.

Elizabeth George “Scuola Omicidi” SuperPocket euro 4,90

Ho un mio rapporto strano con la George. Mi piace il suo modo di scavare psicologicamente i personaggi, ed è attirante, come detto, la saga dei suoi protagonisti. Talmente che ho cercato di leggere la sua epopea dall’inizio. Poi ho saltato andando di romanzo in romanzo, trovando così i protagonisti ora vicini ora lontani. Ma torniamo a questo romanzo, pubblicato nel 1990 ed ambientato negli anni ottanta in un college tipicamente inglese. Scorre abbastanza, ma si ingarbuglia, nella parte centrale, non tanto su chi ha fatto cosa ma sui codici comportamentali dei college, argomento che, purtroppo, sta diventando un po’ troppo trattato. Ma chi ha ucciso il tredicenne collegiale? E perché? L’ispettore Lynley (al centro di tutti suoi migliori romanzi), si aggira e si rigira, sembra pensando più al suo amore lontano che a trovare l’assassino. Essendo uno dei primi Lynley si vedono i passi iniziali dell’ispettore e del suo aiuto, il sergente Barbara Havers. Ma io so già dove arriveranno nei capitoli successivi. Intanto la storia è ben congeniata e si regge. Una lettura da ombrellone discreto, forse più da isola che grande spiaggia.

Finiamo invece con le franco-vietnamite, le sorelline autrici di una grande saga ambientata nel Vietnam antico.

Kim & Van Tran-Nhut “La polvere nera di Maestro Hu” Tea euro 8

Una palla megagalattica. O i francesi no sanno cosa leggere o la solita quarta di copertina (“grande successo in Francia”) dice bugie. Storia gialla? Beh, forse perché ambientata in Asia. Vietnam del 16° secolo? Forse, ma con troppe descrizioni “inutili” che non ti portano altrove e non ti tengono legato alla sedia. Può entrarci anche la traduzione? Chissà, comunque credevo meglio. In una piccola provincia costiera del Vietnam amministrata con onestà dal Mandarino Tan, si svolge una strana vicenda: nella baia una giunca è stata assalita dai pirati, che hanno rubato il carico di metalli e spezie. I marinai sopravvissuti raccontano di essere stati aggrediti da cadaveri decomposti. Ma un altro delitto si profila all'orizzonte: il vecchio conte, famoso per i suoi facili costumi, viene ritrovato con la gola tagliata sul balcone di casa sua, la porta chiusa dall'interno. Secondo la vedova sono sparite dal suo collo due collane di grande valore. Come se non bastasse, giunge la notizia di furti di pietre tombali dal cimitero. Detto così sembra un ben congeniato giallo, ma … a voi la lettura. Per ora ho fatto bene a non prendere il seguito della saga del Mandarino Tan.

Passando alle bio       

Elizabeth Bishop (Worcester, 8 febbraio 1911 – Boston, 6 ottobre 1979) è stata poetessa e scrittrice. La sua poesia ha ottenuto un largo consenso di critica ed è tuttora molto letta e studiata, soprattutto negli Stati Uniti. È considerata unanimemente uno dei più raffinati poeti di lingua inglese del XX secolo. Ha scritto anche opere in prosa e si è cimentata perfino nella pittura. Elizabeth Bishop nasce da William Thomas Bishop e Gertrude Bulmer Bishop. Il padre morì pochi mesi dopo la sua nascita, mentre la madre fu internata in una casa di cura per malattie mentali quando Elizabeth aveva solo cinque anni. Elizabeth trascorre l'infanzia con i nonni a Great Village, in Nuova Scozia (Canada), in un ambiente sereno spesso rievocato nelle sue opere. Nell'autunno del 1929 è ammessa al Vassar College, dove nel 1933 fonda con alcune amiche (tra cui la scrittrice Mary McCarthy) la rivista letteraria Con Spirito. Nel 1934 conosce la poetessa Marianne Moore, che avrà grande influenza sulla sua arte e con cui scambiò negli anni un fitto carteggio (recentemente pubblicato con il titolo One Art). In seguito incontra numerosi altri poeti americani, tra cui Robert Lowell, James Merrill e soprattutto Ezra Pound. L'età adulta è caratterizzata da numerosi viaggi fra l'Europa e le Americhe. A metà degli anni trenta la Bishop è in Francia, ospite di un'amica del Vassar College. Nel 1938 acquista una dimora a Key West, in Florida, dove anche Ernest Hemingway aveva soggiornato. Negli anni tra il 1952 e il 1967 è invece in Brasile, dove si era inizialmente recata per una visita di due settimane. Tutti questi spostamenti hanno contribuito a infondere in molte sue opere un tipico connotato ambientale e geografico (spesso evocato nei titoli: Nord e sud, Interrogativi di viaggio, Geografia III). In Brasile, la Bishop conosce Lota de Macedo Soares, un'esteta proveniente da un'importante famiglia di Rio de Janeiro, con cui intreccia una lunga relazione sentimentale, tragicamente conclusa con il suicidio della Soares. Nel frattempo, la sua opera si era diffusa nell'ambiente letterario statunitense e aveva ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Pulitzer, conferitole nel 1956 per la raccolta North & South - A Cold Spring. Oltre al lavoro letterario, la Bishop si dedica per molti anni all'insegnamento universitario, presso la University of Washington, la New York University e il Massachusetts Institute of Technology. La sua poesia è stata definita "arcaicamente nuova" da Marianne Moore. Secondo il critico Randall Jarrell, tutte le sue liriche «portano scritto in calce: io l'ho visto».

Susan Elizabeth George (nata il 26 febbraio 1949) è un autrice americana di romanzi polizieschi che sono ambientati in Gran Bretagna. Undici dei suoi romanzi che hanno per protagonista l'ispettore Lynley sono stati adattati per la televisione dalla BBC con il titolo “I misteri dell'ispettore Lynley„. Nasce a Warren, Ohio, ma si sposta nella regione della Baia di San Francisco quando ha diciotto mesi. Si laurea in inglese e comincia ad insegnare. Pur mantenendo l’insegnamento, riesce anche ad ottenere un master in psicologia. Il suo primo romanzo pubblicato fu A Great Deliverance nel 1988, il primo dei romanzi che hanno al centro Thomas Lynley, lord Asherton, un ispettore di Scotland Yard di nascita nobile; Barbara Havers, l'aiuto di Lynley, proveniente dalla classe operaia; Lady Helen Clyde, amica di Lynley, anch’essa di nobili natali; e gli amici di Lynley Simon e Deborah St. James. Mentre i suoi scritti sono di buona fattura ed interessanti osservazioni caratteriali, ci sono spesso “sviste„ in termini di abitudini britanniche ed utilizzo insufficiente di parole ed espressioni di gergo, come il “carrello da the di Laura Ashley” (che avrebbe dovuto chiamarsi Cosy), famoso perché manteneva in caldo il the.

Le sorelle Tran-Nhut sono gli autori di una serie di libri sulle indagini condotte dal mandarino Tân e dal suo assistente, il letterato Dinh, nel Vietnam del XVII° secolo. Le sorelle Tran-Nhut sono nate in Vietnam nel 1962 (Thanh-Van) e nel 1963 (Kim). Nel 1968, emigrano negli Stati Uniti con i loro genitori. Tre anni più tardi, arrivano Francia dove faranno il resto dei loro studi. Thanh-Van riparte negli Stati Uniti all’inizio del 1980 per ritornare in Francia alcuni anni più tardi con un diploma di ingegnere in meccanica della California Institute of Technology. Nel 1999 si lanciano nella scrittura a quattro mani. Di qui nasce il mandarino Tân, giovane magistrato di un Vietnam storico. “Una figura mitica della famiglia„, il loro bis-nonno materno, noto per essere diventato molto giovane un mandarino, fungerà da modello all'eroe del romanzo. Nel 2002, Thanh-Van parte per un viaggio attorno al mondo che la porterà del Kenia ai ghiacciai dell'Alaska. Dal 2003, Thanh-Van continua da sola la serie delle indagini del mandarino Tân.

domenica 7 ottobre 2007

Ancora sui primi…

… sperando che si arrivi al dolce!.

Altri tre autori italiani di cui ho letto l’opera prima (anche se la prima ormai è affermata). Ma prima di entrare nel vivo, una frase da un libro che ho appena finito e di cui parlerò in seguito, che mi è rimasta impressa di molto (forse per il momento): “un giorno vedrò ancora le anitre selvatiche… quando.. il giorno in cui finalmente si compiono le promesse di felicità che tutti hanno in serbo nell’angolo più riposto del cuore”.

Ed ho ora torniamo agli autori e cominciamo da

Simonetta Agnello Hornby “La mennulara” Feltrinelli euro 7 (anzi, poiché comprato nei saldi con lo sconto del 25% solo € 5,25)

Ho aspettato molto prima di leggere questo libro, attratto e respinto dal fatto di aver conosciuto l’autrice durante uno dei viaggi in Algeria. Non avendone avuto immediata simpatia avevo paura di farmi influenzare. Ora ne posso parlare. E bene. Mi è piaciuto, un ritratto della Sicilia, ma dove soprattutto emergono i ritratti dei protagonisti, di provincia e meschini. Piacevole l’uso ricco della lingua, in cui la Sicilia, e in particolare il paese di Roccacolomba, è forse la protagonista più vera. La lingua è utilizzata anche per esaltare la componente di humour che permea tutto il romanzo. Le figure sono tutte delineate in modo vivace e sfaccettato e alla fine la personalità più complessa rimane proprio quella della protagonista, Rosalia Inzerillo, detta la Mennulara E bello infatti mi è parso l’emergere pagina dopo pagina il ritratto della raccoglitrice di mandorle. Lì dove tutti non sono sempre tutti buoni o tutti cattivi (anche l’uomo di panza), vien fuori la verità che solo i gretti e meschini rimangono sempre gretti e meschini. Un latte alle mandorle, per dissetarsi dopo tutto questo sole.

Rimaniamo in Sicilia, per un libro che, pur positivo, mi è piaciuto un po’ meno

Domenico Seminerio “Senza re né regno” Sellerio euro 10

Anche qui, una buona opera prima, anche se piegata alle tesi di dimostrare. Nascita, crescita ed inevitabile caduta di un mafioso senza volerlo, che pensa/spera di essere altro, ma che inserito in ruote più grandi di lui non ce la fa poi molto. Stefano è infatti un ragazzo siciliano idealista, milita fra i separatisti, partecipa ad azioni di guerriglia. Ricercato, si trasferisce al Nord. Rientrato nell'isola, si adatta. Una serie di compromessi lo rendono quindi ricco e potente. Ma a un certo punto gli eventi volgono al peggio e la commistione della mafia con la politica si fa tangibile. Anche qui (come dissi di Pahmuk) un ultimo capitolo che riscatta luci ed ombre delle prime 200 pagine (citazione “colta”: quanto deve a “Espiazione” di McEwan?).

E finiamo invece con quello che meno ho gradito

Paolo Cioni “Ovunque e al mio fianco” Feltrinelli euro 9,50

Un’opera prima, come si direbbe per un tema in classe, da incoraggiare. La scrittura è decentemente scorrevole. Il testo, a volte anche se mi ripeto, cerca di forzarsi verso le proprie tesi (rapporti familiari, padre-madre-fratello, voglia/impossibilità di essere altro da sé) con una buona dose di conoscenza dei western classici alla John Wayne (mirabile la citazione da Ombre Rosse). Due le linee narrative. Una racconta la frenetica storia che trascina un gruppo di amici per le strade di Spagna sfuggendo, inseguendo qualcosa, qualcuno. L'altra racconta il viaggio che ha portato Benedetto in Spagna dalla nativa Busseto. I personaggi giocano con l’idea che anno di se stessi: Benedetto coinvolto per amore in avventure più grandi di lui; Zas dark lady della migliore tradizione, di tutti e di nessuno, senza scrupoli e fiondata nel vento verso il suo obiettivo; Adelmo, il contraddittorio fratello-soccorritore che in realtà coinvolge Benedetto in un'azione ad molto pericolosa. E poi gangster, giocatori, fan di Elvis, creature della notte. Ma alla fine? Solo uno sorriso e via sulla strada di casa. Certo, l’unica persona da “uccidere” è chi scrive la quarta di copertina. Come si fa a dire “libro on the road, da Barcellona ad Aquiles, a Santiago e oltre,”, quando, su 198, ad Aquiles si arriva a pagina 195, a Oviedo due pagine dopo senza sapere se si andrà o meno a Santiago!!

Ed arriviamo alle mini-bio.

Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo nel 1945. Avvocato minorile e giudice, ha concluso gli studi giuridici in Inghilterra. Risiede da trent’anni a Londra, dove attualmente è presidente del Tribunale di Special Educational Needs. Il suo studio legale nel quartiere di Brixton lavora per lo più con la comunità nera e musulmana. Si è occupata della donna nel mondo arabo ed è autrice di testi legali dedicati all’infanzia. Il suo primo romanzo, La mennulara (la “raccoglitrice di mandorle”), è stato un vero e proprio caso letterario, è stato a lungo ai vertici delle classifiche ed è stato tradotto in dodici lingue. È una grande storia siciliana, che si dipana nell'arco di un mese – dal 25 settembre al 23 ottobre 1963 – nel paese inventato di Roccacolomba, in provincia di Agrigento. Il successo si è ripetuto con La zia marchesa e Boccamurata, ambientato nella Sicilia di oggi.

Domenico Seminerio (Caltagirone, 1944) insegna Lettere nel liceo classico della sua città. Questo è il suo primo romanzo. Ha pubblicato due poemetti e studi archeologici sul territorio di Caltagirone.

Paolo Cioni è nato in Liguria (Loano 1967) ma cresciuto in Emilia, si è laureato in architettura a Firenze. Vive a Fidenza e dirige la rivista multisensoriale “Experience”. Si occupa attualmente di progetti di editoria sperimentale e di pubblicazioni scientifiche.

 

E come ogni fine mese, ecco la tabellina dei libri letti in agosto.

 





















































































































Nome


Cognome


Titolo


Editore




Fred


Vargas


L’homme à l’envers


J’ai lu


7


Henning


Mankell


Muro di fuoco


SuperPocket


4,90


Amara


Lakhous


Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio


E/O


s.p.


Hans


Tuzzi


Perché Yellow non correrà


Guanda


8,50


 


Pulsatilla


La ballata delle Prugne Secche


Castelvecchi


10


Gianrico


Carofiglio


Ragionevoli dubbi


Sellerio


12


Carlo


Fruttero


Donne informate dei fatti


Mondadori


s.p.


Dan


Brown


La verità del Ghiaccio


Mondadori


5


Paolo


Cioni


Ovunque e al mio fianco


Feltrinelli


9,50


Andrea


Camilleri


Le ali della sfinge


Sellerio


11


Domenico


Seminerio


Senza re né regno


Sellerio


10


Kim & Van


Tran-Nhut


La polvere nera di Maestro Hu


Tea


8


Fred


Vargas


Pars vite et reviens tard


J’ai lu


7,60


Fred


Vargas


Coule la Seine


J’ai lu


4,70


Emmanuel


Carrère


La moustache


Folio


7,30