O meglio “quatre pour deux”.
Riprendo questa volta le mie letture estive dedicandomi alla Francia (… da quanto non ci si torna…). Prendendo due autori e quattro libri.
L’autrice è una delle mie preferite, scorrevole, piacevole parigina che senza troppi spargimenti fa scorrere la vita come scorre la Senna: Fred Vargas (e so che a molti anche piace).
Questa estate mi sono dato a fondo a recuperare altri tre suoi libri (due romanzi ed uno di racconti) che (ah! Maniaco) continuo a leggere in ordine cronologico.
Riprendendo dove l’avevo lasciata ho divorato
Fred Vargas “L’homme à l’envers” J’ai lu euro 7
Titolo italiano “L’uomo a rovescio”
Ritorna Adamsberg, quello che indaga rimanendo sempre un po’ sulle sue. In effetti un’indagine lontano da Parigi, ma esce grande il carattere francese. E Camilla, la donna del sogno, quella che lui vorrebbe ma che non avrà mai perché Camilla è solo di sé stessa. Con tutti i suoi errori. Comunque è un giallo. Con tanti lupi: in una riserva naturale i lupi cominciano ad assalire le pecore. Il canadese Lawrence, studioso di grizzly, ne è affascinato, così come lo è di Camilla (la donna vicina-lontana di Adamsberg). Lawrence si incaponisce per trovare questo lupo che comincia ad un certo punto ad assalire anche le persone. E si comincia a parlare di lupi-mannari. Camilla, amica della vittima, si lascia convincere ad iniziare l’indagine, ma trovandosi davanti ad un punto morto, dovrà chiedere, contro voglia, aiuto ad Adamsberg. E poi… lo leggete voi.
Fred Vargas « Pars vite et reviens tard » J’ai lu euro 7,60
Titolo italiano “Parti in fretta e non tornare” (consiglio che estendo ai mobilitati di Almaviva)
Io la adoro. Anche se ogni tanto ci sono schemi che sembrano ripetersi. Ma la Vargas si che ti tiene sulla sedia. Come ne “L’uomo dei cerchi blu” e in altro, anche qui un qualcosa di stonato entra nella vita quotidiana. I personaggi della Vargas (anche di altri romanzi) entrano ed escono dalla saga senza “rotture”. Ed il mistero si scoglie con quella nonchalance che JeanBaptise Adamsberg (il grande poliziotto) ci insegna a gustare. Unico momento ancora “irrisolto” il suo rapporto con Camilla. Ora forse ci vorrebbe una ricostruzione cronologica delle vicende parigine perché ho l’impressione che ci siano salti nell’intreccio delle diverse vicende parigine. Ma un libro così non è una biografia, è un romanzo. Quindi…. C’è un marinaio bretone che, dopo alcune vicissitudini con il suo armatore, si reinventa banditore in una piazza di un quartiere popolare, abitato da una strana fauna cittadina un po' fuori dal tempo. Nello svolgimento del suo compito, si trova a leggere misteriosi messaggi che annunciano l'arrivo o meglio il ritorno della peste in Francia. Presto entra in azione anche l'untore, che segna con un simbolo arcaico di protezione gli alloggi parigini. Una serie di morti scatena la psicosi, la Morte Nera sembra tornata, ma Adamsberg e i suoi improbabili esperti, tra i quali un incredibile medievista-colf (che viene dall’altra saga parigina), si rimboccano le maniche per venire a capo dell'intricata faccenda.
Fred Vargas “Coule la Seine” J’ai lu euro 4,70
Questo non mi risulta ancora tradotto.
Velocissimo tri-racconto, anche se in queste dimensioni Vargas va bene ma Adamsberg ne soffre. La sua lentezza non può uscire a tutto tondo in poche battute. E ci sono salti e forse incongruenze. Rimane però il piacere di leggere di Parigi e del suo bradipo commissario. I racconti (Salut et liberté, La Nuit des brutes e Cinq francs pièce) hanno anche delle graziose illustrazioni di Baudoin.
L’altro invece viene dalla penna di
Emmanuel Carrère “La moustache” Folio euro 7,30
Avevo visto il film e non mi era piaciuto. Ho pensato che il libro scritto dal regista prima del film mi potesse illuminare le molte ombre del film. Invece: assolutamente negativo. Anzi, alla fine il film risulta migliore. Si parla di identità, di prospettive, di come un giorno ci si può trovare soli o forse lo si è sempre stati. L’idea iniziale è avvincente: cosa succede se mi taglio i baffi che porto da 10 anni e nessuno se ne accorge? Pian piano le sue convinzioni non trovano più riscontro negli altri. Le persone con cui ha convissuto fino a quel momento sono diventate di colpo diverse, e così il protagonista si rende implicitamente conto di come la definizione di sè, la propria esistenza non dipendono da lui, ma dall' immagine che di lui proiettano le altre persone. Chi è dalla parte della ragione? Ma per risolvere il mistero l’autore non trova di meglio che imbastire una storia di depressione e follia. Negativo.
Della Vargas ho già parlato a lungo e non ci torno ancora.
Invece, Emmanuel Carrère (nato a Parigi il 9 dicembre 1957) è, oltre che autore, anche sceneggiatore e regista. È il figlio di Louis Carrère d’Encausse e della storica Elena Carrère d’Encausse. Ex studente a Scienze Politiche, Emmanuel Carrère è inizialmente critico per Positif e Télérama prima di pubblicare il suo primo libro, “Bravoure„, nel 1984. Molta della sua scrittura, è centrata attorno ai temi dell'identità, dell'illusione e della realtà. Non abbandona comunque la settima arte: scrive le sceneggiature per “Léon Morin, sacerdote„, “Monsieur Ripois„ e “Dennis„ negli anni 1990. Nel 1998, firma la sceneggiatura di “La classe di neve„, adattamento del romanzo di Claude Miller, premiato dal premio Fémina nel 1995. Affascinato dall'irruzione del fantastico nella realtà, fa dell’affaire Jean-Claude Romand uno dei suoi lavori più famosi, “L'avversario„, adattato al cinema da Nicole Garcia nel 2002. Nel 2003, passa naturalmente dietro la macchina da presa e realizza “Ritorno a Kotelnitch„, città russa che allo stesso tempo è il luogo di un'indagine poliziesca e di una riflessione sull'identità. Emmanuel Carrère si lancia nel romanzo due anni più tardi con “I Baffi„, come autore, poi sceneggiatore e regista. Il 2007 “Un romanzo russo„ segna il suo atteso ritorno alla letteratura.
Buona settimana
G.
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