domenica 7 giugno 2020

Tra Zimbabwe ed Eritrea - 07 giugno 2020


Wilbur Smith & Tom Harper “Il giorno della tigre” Longanesi euro 12,90
[A: 14/01/2019 – I: 11/04/2019 – T: 15/04/2019] - && -
[tit. or.: The Tiger’s Prey; ling. or.: inglese; pagine: 477; anno 2017]
(periodo: 1700s) (COURTNEY 04)
Facciamo una nuova pausa cronologica, un salto indietro ed uno in avanti, che Smith, invecchiando, cerca di riempire qualche buco delle sue storie. Così, ormai aiutato da co-writer, l’ottantaquattrenne scrittore pone mano a quella che nell’andamento temporale risulta essere la quarta avventura dei Courtney (intesi come “primi Courtney”). Collocandosi tra “Monsone” e “Orizzonte”. Con qualche piccola sbuffo temporale ed accidentale. Intanto, in “Monsone” si era finito con Sarah e Jasmini incinta, mentre qui, in un episodio che si colloca dopo il precedente, non lo sono. Ma mentre Sarah si spiega, perché si parla di un aborto, di Jasmini rimane il mistero. Inoltre, credo che ci sarà un altro episodio intermedio che qui, ben presto, Dorian e Jasmini spariscono dalla scena (anche se all’inizio hanno un loro ruolo), e seguiamo solo la parte Tom &co. Con accenno finale di un ricongiungimento tra fratelli e cognati in quel di Cape Town. Cosa che avverrà, come ben vedremo, in “Orizzonte”. E prima di iniziare le narrazioni incrociate, diciamo che la mano di Harper si nota un po’ nelle descrizioni delle battaglie ed in qualche accenno di complicazioni tramesche, anche se già Smith è ben maestro nell’incasinare trame lineari. In ogni caso, seppur si apprezza il tentativo di Smith di colmare buchi temporali, anche se non particolarmente ampi, la trama risulta scarsamente avvincente, né serve a spiegare comportamenti successivi dei protagonisti. Si avrebbe voglia di dire allo scrittore, magari, di completare il buco tra i primi ed i secondi Courtney, visto che questa parte della loro storia si esaurisce prima del 1750 mentre la seconda parte poco dopo il 1850: cento anni da colmare. Dicevo, serve poco a colmare buchi e caratteri, che nello svolgimento generale, vediamo solo l’irrompere di due “Courtney” nuovi, sebbene accennati in altri romanzi: Francis, figlio di William il cattivo, il primogenito di Sir Hal, ucciso in duello da Tom, e Christopher, figlio naturale di Tom, e adottato da Guy il gemello cattivo. Il tentativo di Smith è spiegarne i caratteri, usando la frase che sotto riporto. Dove Francis si rivela sia simile alla dolce madre che forgiato dalla vicinanza dei buoni (Tom e famiglia), mentre Christopher che sembra ribellarsi al padre crudele, oscilla per tutto il libro tra buonismo e ribellismo, per terminare con atteggiamenti molto più simili a Guy che a Tom. Inoltre, c’è si qualche accenno ad agganci storici ed a passaggi di epoche, ma molto diluiti. Siamo nel periodo del nascente potere della Compagnie delle Indie. Vediamo quindi come si accaparri il dominio dei mari e dei traffici, attraverso anche l’uso della forza e della coercizione. Attraverso diverse battaglie di terra e di mare, vediamo il gruppo di Tom salvare dai pirati una nave inglese, dove il carico è gestito dalla giovane portoghese Ana Duarte. Poi Ana che convince Tom a cercare di rompere il dominio della Compagnia, purtroppo naufragando sulle coste indiane (credo in Kerala). Su questo si innesta l’arrivo dall’Inghilterra del diciottenne Francis, che prima tenta di uccidere Tom (per vendicare il padre), poi capisce l’errore, si unisce a lui, ed attraverso le mille prove, anche di coraggio, arriverà ad impalmare la bella Ana. Mentre Tom, Sarah, Francis e Ana si trovano a mal partito in India, Dorian e Jasmini (a parte un piccolo aiuto iniziale) spariscono nelle rotte verso il Mar Arabico, e ricompariranno solo nel volume cronologicamente successivo (il già tramato “Orizzonte”). In modo sghembo intanto vediamo la ribellione di Christopher al padre, la sua fuga in India, il suo apprendistato verso terribili e temibili guerrieri, nonché la sua carriera di “comandante” prima di piccoli manipoli, poi di piccoli eserciti. Prima al servizio della Rani di Chittattakara (nome simili ad una città del Kerala) poi a quello del pirata Angria, che domina il territorio di Tiracola. Questo invece dovrebbe essere una storpiatura di Terekhol, un forte quasi inespugnabile che sovrasta Goa. E che in effetti fu conquistato solo nel 1746 (una cinquantina di anni dopo i fatti narrati) dalle armate portoghesi. Sotto il servizio della Rani, Christopher guida la (quasi) distruzione di una guarnigione inglese presso cui si erano rifugiati Tom ed i suoi. E dove Sarah aveva ritrovato la sorella Agnes (persa qualche libro prima). Scaramucce, tradimenti, la moglie dell’ufficiale in capo, Louise Foy, che poco si interessa alla morte del marito, e che troverà rifugio nelle braccia di Christopher quando questi andrà presso il secondo padrone, che inopinatamente si ritrova ad avere Sarah ed Agnes prigioniere, non sapendo che sono della stirpe dei Courtney. Tom cerca di salvare le sue famiglie, prima cercando aiuto a Bombay dal fratello Guy (inutilmente, ovvio), poi alleandosi ad un marajah locale. Con il quale (unico elemento di prova) partecipa alla caccia alla tigre. Un po’ poco per il titolo, cui rimando al commento finale. Ovvio che ci sarà una grande resa dei conti. Molti cattivi perderanno la vita. Con i nostri, che vedremo in finale, fare di nuovo rotta verso Città del Capo (dove sappiamo ritroveranno Dorian &co.), con Tom e Sarah che cullano il loro finalmente nato figlio, e che chiameranno James come il valoroso marito di Agnes. Con Francis e Ana che rimangono a Goa a gestire commerci vari. Con Christopher che torna ben ferito dal padre Guy, e dove a Bombay ritrova la sensuale Louise. Certo, parti di scrittura sono ben dosate, come i colpi di scena. Ma non c’è la maestria di Cussler, né la potenza evocativa di intrecci alla George R.R. Martin. Infine, mi sarebbe d’aiuto capire come mai si passi dall’inglese in cui si parla della preda della tigre ad un italiano in cui diventa il giorno della tigre. Mistero!
“Cos’è che plasma un uomo? … Quello che ha nel sangue o quello che impara da chi lo circonda?” (153)
Wilbur Smith “Il trionfo del sole” TEA euro 6,90 (in realtà, scontato a 5,90 euro)
[A: 15/11/2016 – I: 19/04/2019 – T: 07/05/2019] - && -
[tit. or.: The Triumph of the Sun; ling. or.: inglese; pagine: 583; anno 2005]
(periodo: 1880 e oltre) (COURTNEY 08 & BALLANTYNE 03)
Come detto in diversi siti, come ripetuto dallo stesso autore, ad un certo punto Smith sente il bisogno di fare una piccola convergenza tra le sue due serie, collassandone i personaggi al tempo della guerra anglo-sudanese e dell’assedio di Khartoum del 1884. Peccato che se da parte Courtney c’è un tentativo di continuità, da parte Ballantyne, per ora, ci sono elementi di mistero. Insomma, questo è il libro in cui prima si incontrano, poi si scontrano e poi si alleano esponenti delle due famiglie: Ryder Courtney e Penrod Ballantyne. Ryder è facile collocarlo, che è il fratello di Waite Courtney, il padre dei due gemelli Sean e Garrick, i protagonisti del primo romanzo scritto per la serie dei Courtney (“Il destino del leone”). Ora, poiché siamo nel 1884, sappiamo che Waite è morto 5 anni prima, i gemelli hanno 22 anni e Ryder 34. Invece di Penrod sappiamo solo che ha 30 anni, ma non sono ancora chiari quali siano i rapporti con i Ballantyne doc. Quasi che fosse di un ramo spurio, forse di qualche parente ancora in Inghilterra. Vedremo se prima o poi si risolverà questo mistero. Intanto veniamo al solito mix di storia, sesso e intrighi vari, di un romanzo già nel pieno della maturità di Smith (lo scrive già sui 70 anni, anche se ancora scrive in solitaria). La storia, come detto, comincia nel 1884, siamo a Khartoum assediata dalle truppe arabe del Mahdi, il religioso mussulmano insito nella religiosità sunnita come colui che trionferà sul male. Nella fattispecie, Muhammad Ahmed ibn al-Sayyid ʿAbd Allāh ibn Fal si proclamò Mahdi nel 1880 e per 5 anni combatté e sconfisse la dominazione anglo-egiziana nella zona di confluenza tra il Nilo Azzurro ed il Nilo Bianco, il luogo dove tutti perdono ed a vincere è sempre il sole. La confluenza delle due famiglie all’inizio è casuale. Ryder arriva a Khartoum per vendere merci e beni alimentari agli assediati, ma il capo degli inglesi, il famoso Gordon Pascià requisisce il tutto, sia per prendere i beni sia per utilizzare il battello per evacuare i civili. Ma i mahdisti danneggiano il battello ed il piano va in fumo. Penrod, invece, deve portare messaggio da parte degli inglesi al generale Gordon e a David Benbrook, console britannico a Khartoum. Nel deserto Penrod si scontra con Osman Atalan, un emiro del Mahdi che considera Penrod un nemico del sangue dopo essere stato quasi ucciso da lui a El Obeid, ma fugge e arriva a Khartoum, dove viene reclutato dal generale Gordon per assisterlo nella difesa della città, mettendolo in contatto con Ryder. I due uomini lavorano insieme per far crollare un'operazione di grano nel mercato nero gestita dalle truppe egiziane corrotte di Khartoum. Facciamo così conoscenza con la famiglia Benbrook, dove c’è Rebecca che è combattuta tra i due bei giovani, ma mentre bacia Ryder, poi andrà a letto con Penrod. Anche le gemelle quattordicenni Saffron e Amber sono conquistate dai due. Dopo aver intercettato i piccioni messaggeri usati dai Mahdisti, il Generale Gordon e Penrod apprendono che Osman e le sue truppe sono inviati ad intercettare la colonna di soccorso del Generale Stewart. Penrod parte per avvertire il generale Stewart dell'attacco imminente, eludendo di nuovo la cattura da parte di Osman. Mentre Penrod se n'è andato, Ryder, che è ancora innamorato di Rebecca nonostante la sua esperienza con Penrod, fa l'amore con lei e le propone il matrimonio, ma Rebecca rifiuta di rispondere dopo aver appreso della vittoria britannica, credendo che Penrod potrebbe tornare. Osman ritorna a Khartoum prima degli inglesi e, dopo aver convinto il Mahdi a non punirlo per aver perso la battaglia, conduce un attacco a Khartoum, uccidendo il generale Gordon e prendendo la città per il Mahdi. Saffron è in grado di scappare con Ryder a bordo della nave ora riparata, mentre i Mahdisti uccidono David e catturano Rebecca e Amber. Con l'aiuto della sua serva araba Nazeera, Rebecca è in grado di convincere il Mahdi a portare lei e Amber nel suo harem, assicurandone la sopravvivenza e il benessere. Penrod, che ha abbandonato gli inglesi a causa della sua insofferenza per la loro lenta riorganizzazione, torna a scoprire cosa è successo e inizia a pianificare di salvare Rebecca e Amber, ma viene catturato dalle forze mahdiste e diventa prigioniero di Osman. Quando il Mahdi muore, Osman sostiene Abdullahi al-Khalifa per garantire la sua successione, e prende Rebecca e Amber come suoi. Poi parte per prepararsi a fare la guerra con l'Impero etiope, portando tutti con sé. Dopo anni di prigionia, Penrod riesce finalmente a scappare, si riunisce con Ryder ed entrambi sono in grado di organizzare il salvataggio di Amber. Rebecca, che aveva sedotto Osman per garantire la sicurezza di sé stessa e di Amber ed è ora incinta di suo figlio, sceglie di rimanere indietro, sapendo che ora sarebbe sgradita nella società britannica. Saffron sceglie di rimanere in Africa e lei e Ryder si sposano. Penrod sposa Amber e viene reclutato da Horatio Kitchener per addestrare un nuovo esercito nel deserto egiziano per la riconquista anglo-egiziana del Sudan. Dopo la battaglia di Omdurman (e siamo ormai nel 1898), Penrod rintraccia Osman e lo uccide in uno scontro alla spada. Rebecca, ora distrutta dalla sua prigionia e madre di due figli di Osman, si suicida, affidando i suoi figli alle cure di Penrod. Di certo un romanzo che non lesina i colpi di scena, che inizia come romanzo d’amore, per poi virare in un mini-trattato storico del periodo intorno al 1880-1890. Infine, ritorna a ribollire di passioni umane, che forse si dilungano un po’ troppo, e che indulgono, a volte, negli ingredienti cari al Wilbur: sesso, violenza e redenzione. Per questo, alla fine, un romanzo interessante, soprattutto per me nelle aperture storiche, dalla vicenda del Mahdi, a quella del generale Gordon fino all’entrata in scena anche di Lord Kitchener. Forse troppe avventure, che altri autori avrebbero scritto almeno un paio di libri. Con due momenti di bella scrittura: l’inceppamento delle mitragliatrici per surriscaldamento e lo stupore di Osman quando vede per la prima volta un treno.
Wilbur Smith “Gli angeli piangono” Longanesi s.p. (Biblioteca di Proba Petronia)
[A: 19/03/2018 – I: 23/05/2020 – T: 25/05/2020] - &&  e ½
[tit. or.: The Angels Weep; ling. or.: inglese; pagine: 551; anno 1982]
(periodo: 1st part 1895 & 2nd part 1977) (BALLANTYNE 04)
Sebbene ora, con le aggiunte degli ultimi anni, sia diventato il quarto libro della saga dei Ballantyne, quando fu scritto non solo era il terzo, ma, ancora più importante, esce proprio a ridosso della fine della guerra civile in Rhodesia. Con la seconda parte che diventa quasi una cronaca in presa diretta, visto che narra gli avvenimenti di soli cinque anni prima. Devo dire, come preambolo, che i quasi quaranta anni di scrittura si sentono tutti, che la scrittura stessa da un lato è lenta, dall’altro indugia in particolari e momenti che, scritti ora, avrebbero forse un diverso taglio di scrittura. Inoltre, sono poco favorevole all’introduzione di quella seconda parte “recente”, non per i fatti in sé, ma perché credo potesse essere sufficiente il libro com’è costruito nella prima parte. D’altronde, ho l’impressione che, all’epoca, Smith non avesse ben chiaro in mente lo sviluppo delle sue scritture future. Tant’è che, come scrittura, questo è il suo sedicesimo libro, ed ora siamo arrivati al libro… quarantasei! Certo, la seconda parte, consente anche di sistematizzare la cronologia biografica dei Ballantyne, tuttavia costringendola in un solco cui le future scritture devono tenere conto. Le vicende qui degli angeli che piangono, si ricollegano fortemente alla parte finale di “Stirpe di uomini”, dove avevo già accennato ad una possibile rinascita del conflitto tra Ralph e Bozo. Si comincia con la ricerca della famosa miniera che Zouga aveva intravisto e che ora con Ralph trova, anche se si trova sui terreni sacri dei Matabele. Questi, benché sottomessi precedentemente, seguendo le orme di Bozo e di sua moglie, un tempo sacerdotessa, ma ora, non più vergine, solo interprete dell’oracolo, stanno mettendo in piedi una nuova armata di combattenti. Ma Ralph deve anche scontrarsi con Rhodes ed i suoi scherani, oltre che con la peste bovina e l’invasione delle locuste. Anche se c’è Jordan, Ralph deve cedere miniere e potere a Rhodes, che aumenta così il suo impero e la sua potenza. Ma Rhodes fa anche dei passi falsi, che sovvenziona un raid di truppe inglesi contro i boeri, per prendersi anche i diamanti sudafricani. Mentre infuria questa guerra, Bozo scatena la sua. Sarà lì che i “cattivi” locali uccideranno la moglie di Ralph incinta. Questi raid si ricollegano alle vicende dell’altro ramo della famiglia. Laddove c’è la brava Robyn, medico dei poveri, scrittrici di libelli anti- Rhodes, ma sempre dilaniata dall’amore-odio verso il condottiero Mungo St. John. Avevamo visto Robyn iniettarsi il siero malarico, e trovare il modo di debellare la malattia, o comunque trovare dei rimedi antivirali (ah, quanto d’attualità). Ma la sfortunata avventura dei Matabele porterà scompiglio anche qui. Mungo, nel tentativo di salvare Robyn, verrà ucciso, mentre si salveranno le gemelle, Vicky ed Elizabeth. Vicky troverà modo di sposare il numero due di Ralph, Harry Mellow. Mentre Elizabeth, da sempre innamorata di Ralph, avrà modo di mettersi al suo fianco, una volta passato il dolore della morte di Katie (un bell’intreccio familiare di matrimoni tra cugini: ricordo che Zouga e Robyn sono fratelli, e Ralph è figlio di Zouga e Katie ed Elizabeth sono figlie di Robyn. Ma questo servirà solo a rimpolpare l’albero genealogico. Che qui, alla fine della storia, vediamo la sconfitta dei Matabele nella seconda guerra dei Matabele (come ci racconta anche Wikipedia), così che la colonia diventerà a tutti gli effetti la Rhodesia. Anche se con qualche sconfitta, Rhodes consoliderà il suo impero sino alla sua morte nel 1902, con qualche effetto collaterale, tipo il suicidio di Jordan Ballantyne, dopo che Cecil lo aveva ripudiato. Anche qui la parte storica è abbastanza accurata, non solo con la parte verso i locali, ma anche nella descrizione delle guerre anglo-boere, nel tentativo non riuscito da parte di Rhodes di scalzare Paul Kruger dal Transvaal (Kruger cui poi verrà omaggiato con il parco omonimo). Smith potrebbe ben finire qui, invece ci appesantisce con una ripresa quasi in presa diretta, come dicevo, narrandoci fatti di pochi anni prima. Passiamo infatti al 1977, ma le battaglie tra colonizzatori e locali non sono di certo finite. Smith, con un po’ di forzature storiche, inserisce i rivoltosi neri come discendenti del re Lobenguela e dei Matabele della prima parte. Figure che adombrano quella di Robert Mugabe, il principale artefice della lotta di indipendenza dello Zimbabwe. Dalla parte dei bianchi ci sono due figure, che ovviamente entrano in conflitto: Roland Ballantyne e Craig Mellow. Roland è figlio di Douglas che è figlio di Jonathan. Questi è il bambino che vediamo alla fine della prima parte, figlio di Ralph e Katie. Craig, invece, è figlio di un discendente di Harry Mellow, che sposa Jean, sorella di Douglas. Sono quindi cugini, ma Roland è un bianco duro e puro, segregazionista, capo delle forze speciali, che però alla fine sarà sconfitto ed ucciso da Tungata, un discendente di Bozo (quello della prima parte). Craig all’inizio si mantiene ai margini, ha un buon rapporto con nonno Jonathan, ma avrà una gamba amputata da una mina antiuomo. Tuttavia, tutto finisce in gloria con lui e Janine che veleggiano nuovamente su di una barca, come facevano i Courtney dei primi scritti. Smith è molto cupo qui, ci parla (soprattutto nella seconda parte) di avidità e di come il potere corrompa anche i più buoni. Ripeto, questa parte poteva risparmiarcela, che non è molto ben congeniata, e non si capisce per quale parte Smith prenda posizione. Tanto che alla fine il libro risulta un po’ monco e poco avvincente. L’unico punto in più, è che, visitando un cimitero, Craig ci mostra anni e morti dei suoi antenati, così che possiamo aggiornare le biografie, che prima o poi pubblicheremo in un articolo dedicato.
Wilbur Smith & Imogen Robertson “Re dei re” Harper Collins s.p. (Regalo de “I Floridi”: Mario, Ines e sig.ra Laura)
[A: 07/05/2020 – I: 30/05/2020 – T: 01/06/2020] - &&& 
[tit. or.: King of Kings; ling. or.: inglese; pagine: 541; anno 2017]
(periodo: 1887-1898) (COURTNEY 09 & BALLANTYNE 05)
Gradito regalo di compleanno, entrato subito in lettura grazie alla lunga lista di letture arretrate delle saghe di Wilbur Smith. Anche se molto recente, e scritto in compagnia, riprende la saga delle due famiglie Courtney e Ballantyne subito dopo “Il trionfo del sole” ed in parallelo con le avventure narrate ne “Gli angeli piangono”. Come quasi sempre nelle ultime uscite, anche per l’invecchiamento di Smith che si avvia ai novanta anni, scritto in coppia. Questa volta con una scrittrice, Imogen Robertson, autrice inglese di novelle storiche. Infatti, qui la parte storica è ben curata, narrante gli avvenimenti in Etiopia ed Eritrea dell’ultimo decennio del XIX secolo. Una riproposizione abbastanza accurata delle vicende italiche in loco. Dal punto di vista cronologico si situa verso la fine de “Il trionfo del sole”, narrando approfonditamente le vicende là relegate nelle ultime pagine un po’ frettolosamente. Infatti, mentre Saffron e Ryder si sono sposati e cominciano la loro vita, alla ricerca di quelle miniere d’argento eritree sul cui sfruttamento Ryder vuole costruire di nuovo il suo impero economico, Amber e Penrod qui non sono ancora sposati. Anzi, tutto inizia con la loro rottura dovuta ad incomprensioni, da parte di Penrod, della natura solare della sedicenne Amber, e dai maneggi neanche tanto sotterranei di Lady Agatha, ex-amante di Penrod. I maneggi vanno a buon fine, Amber manda a quel paese Penrod, e raggiunge Saffron e Ryder sulle alture. Laddove però non è facile scavare in mancanza di materiali adatti. In particolare, il mercurio necessario a far decadere l’argento ed avviare una robusta produzione. Ryder ingaggi un trio di americani per aiutarlo. Rusty il tecnico ha grandi idee, e potrebbe dare una svolta alla vicenda, se non fosse ucciso da uno degli altri due ricattato da… Qui si apre l’altra parentesi, torniamo a Penrod che amoreggia e tiranneggia Lady Agatha, ma è da questa indotto ad un uso smodato di oppio. Tanto smodato, che il padre di lei, il duca di Kendal, un losco figuro che ricatta mezzo mondo, arriva per mettere fine alla vicenda. I suoi modi sconsiderati, tuttavia, hanno il solo risultato di far morire Agatha, e di scatenare in Penrod un folle desiderio di vendetta. Che Penrod riesce a portare a termine, usando tutto il suo patrimonio. Il duca sembra morto, ma è Penrod che ora si deve disintossicare. Sarà aiutato da un medico locale, e la riconversione a uomo “normale” durerà a lungo, ma con successo. Penrod esce dalla droga, e viene reintegrato nell’esercito ed inviato come spia inglese in Eritrea. Qui si innestano le capacità storiche di Imogen, che ci fa fare un bel viaggio nella storia locale, prima seguendo le ultime vicende dell’Imperatore Giovanni. Poi quelle relative alla sua successione, dove alla fine avrà modo di prevalere Menelik II, che verrà acclamato come “Re dei Re” (da cui il titolo). Ma come detto, è anche un tuffo nella storia del colonialismo italiano, che in quegli anni si era installato a Massaua, per controllare i traffici marini. In un piccolo falso storico, vediamo che Amber, conoscitrice sia dell’italiano che dell’amarico, rivela a Menelik II l’inganno contenuto nel famigerato “Trattato di Uccialli”, con le due versioni discordanti. Non entro nel merito di tutta la cronologia della guerra d’Abissinia, ma il libro fa ben vedere quanto inetti siano i generali italiani, presupponenti e poco inclini a riconoscere le capacità degli etiopi. Fatto sta che si arriverà ben presto alla fatale battaglia di Adua, dove nonostante i cauti di consigli di Penrod, gli italiani vengono sconfitti e costretti alla resa. È così che Penrod può cercare di ricongiungersi con Ryder e le due gemelle Benbrook. Ryder che ha stretto un patto di ferro con Menelik II sullo sfruttamento dell’argento. Ryder sta quasi per vincere, ma viene nuovamente tradito da un losco ingegnere, che non solo fa del sabotaggio ma rapisce Amber. Ovvio che sia per vendicarsi di Penrod, ma lo capiamo solo nelle battute finali, dove tutto si ricollega al libro sopra citato. Il cattivo muore, Ryder può ricavare fior di dollari dalle sue miniere e tornare trionfante al Cairo, con Saffron ed i due figli: Leon e Penelope. Amber e Penrod si chiariscono, fanno la pace, si sposano. Nelle ultime righe, Smith ripropone la fine del trionfo del Sole. Penrod si vendica di Osman, ma non riesce a salvare Rebecca. Che tuttavia gli affida i suoi due figli, un maschio ed una femmina, nati nell’harem mussulmano. Un libro che ritorna ai fasti dello Smith più interessante, con intarsi storici accurati, e vicende umane intricate, ma che alla fine hanno un loro sbocco coerente. Con questa serie, convergente tra Courtney e Ballantyne, siamo così arrivati alle soglie del XX secolo.
Siamo ad un inizio di giugno soleggiato (abbastanza) e quasi fuori quarantena (almeno si riesce ad andare in Toscana). Pertanto, ecco le letture del primo mese di isolamento, dove si vede che il numero di libri sta salendo esponenzialmente. Con due donne che svettano su tutti: Joyce Carol Oates e Dorothy West, e due autori che, per versi opposti, non mi hanno convinto: i cani di Ortiz e la vicenda russa di Martin Amis.

#
Autore
Titolo
Editore
Euro
J
1
Amitav Ghosh
Diluvio di fuoco
Beat
12,50
3
2
Sally Rooney
Conversations with Friends
Faber&Faber
10
3
3
Aroa Moreno Durán
Cose che si portano in viaggio
Guanda
16
3
4
Joyce Carol Oates
L’età di mezzo
Repubblica Duemila
9,90
4
5
Emilio Ortiz
Attraverso i miei piccoli occhi
Salani
s.p.
1
6
Massimo Carlotto
Il turista
Repubblica Noirissimo
7,90
2
7
Sascha Arango
La verità e altre bugie
Repubblica Noirissimo
7,90
3
8
Gian Mauro Costa
Stella o croce
Sellerio
14
3
9
Javier Cercas
Anatomia di un istante
Repubblica Duemila
9,90
3
10
Guy De Maupassant
Racconti e Novelle
Crescere Edizioni
s.p.
2
11
Dorothy West
Le nozze
Repubblica Duemila
9,90
4
12
Andrea Camilleri
Autodifesa di Caino
Sellerio
8
3
13
Antonio Pennacchi
Canale Mussolini
Repubblica Duemila
9,90
3
14
Camilla Lackberg
Il domatore di leoni
Marsilio
s.p.
3
15
Camilla Lackberg
La strega
Marsilio
s.p.
3
16
Martin Amis
La casa degli incontri
Repubblica Duemila
9,90
1
17
Elizabeth Von Arnim
Un incantevole aprile
Fazi
15
3
18
Alessia Gazzola
Un po’ di follia in primavera
TEA
12
3
19
Nicolai Lilin
Educazione siberiana
Repubblica Duemila
9,90
3

Spero abbiate apprezzato la rotondità di questa trama: la ventesima di quest’anno, caratterizzato dal doppio venti! Come avrete capito, si è ripreso almeno a girare per le nostre case, con i nostri amici, cercando almeno mentalmente di uscire presto da queste chiusure. La strada è ancora lunga, sentiamo notizie in giro dagli amici sparsi nei cinque continenti che non ci fanno molto piacere. Ma speriamo, pensiamo, ed organizziamo. I

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