E TRAME ... E MARTE
E tre cambiamenti: il titolo, l’impaginazione e la cronologia.
Cominciamo dal fondo: invece di mettere il giorno, mese, anno, ho deciso di passare alla numerazione settimanale (prima, seconda , … , cinquantaduesima).
Per l’impaginazione, mi sembra meglio isolare il narrato di ogni libro, mettendo la mia trama e (ove ritengo) un più o meno sunto biografico.
Il titolo invece è preso da due versi del prof. Angelino Orini, chiosatore di una Opera Prima di cui prima o poi vi parlerò, che, finendo i suoi giorni come docente di Filologia Italiana presso l’A.U.C. (American University of Cairo), si diletta anche di poesia, e mi regalò questi due versi che ben descrivono quello che sento adesso:
“E TRAME ORDIVA L’INGENIOSO ACHEO
E MARTE UDIVA PIANGERE ODISSEO”
Come tutte le prose dell’Orini, anche questa nasconde qualche cosa. Che cosa?
Ma veniamo al menu di questa prima settimana del 2008.
Si parlerà oggi di opere prime, tutte e tre ambientate a Napoli.
Andiamone a parlare. in ordine crescente di piacevolezza.
Salvio Formisano “L’accordatore di destini” Meridiano Zero euro 9
Opera prima molto discontinua. In parte sembra voler cominciare qualcosa di importante, per cambiare il brutto intorno a noi. E poi ricade nel proprio ombelico, commiserazione di essere qualcosa ma non volerlo e non saperne uscire. Vagando senza sosta dalle colline di Posillipo al lungomare di Mergellina, mescolato alla gente che affolla le strade di Napoli, un uomo spia le vite degli altri. I casi di cui deve occuparsi per conto di un'agenzia investigativa privata gli mettono quotidianamente davanti le miserie umane. Ore passate a camuffarsi, ad appostarsi, a pedinare, solo per scoprire esistenze grette, rovinate dal caso, dalla noia, uomini che maltrattano donne, donne che umiliano uomini, fino all'insopportabile, e il tradimento che si configura spesso come l'unica via di fuga dal presente. E così che il protagonista comincia a pensare di intervenire direttamente in quelle vite che dovrebbe solo indagare, di redimere quanto in realtà sarebbe pagato per mandare a fondo. Uscendo pian piano dal suo ruolo di investigatore, entra nei panni di un insolito accordatore di destini, chiamato a porre rimedio all'insipienza e alla casualità dell'esistenza altrui. Ma questa volontà di modificare il fato degli altri, per salvarli, lo porterà fino a un punto da cui non è più possibile tornare indietro. Ma pi alla fine un po' si perde. Da rivedere.
“siamo quello che facciamo, la vita che viviamo. Quello che ci capita. O quello che ci facciamo capitare”.
Salvio Formisano è stato rappresentante di commercio, tecnico aeronautico, produttore cinematografico, finché ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Ha firmato già diversi soggetti e sceneggiature per il cinema.
Passiamo ad una primizia più articolata.
Renata Di Martino “Quattro piume per l’assassino” Avigliano euro 9
Un giallo ambientato a Napoli. Ottima prima uscita per la restituzione di un'atmosfera napoletana “verace”. Ed ottimo il commissario. A Napoli, nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, si aggira uno strano serial killer. Le sue vittime sono giovani donne bionde, strangolate e abbandonate con una piuma di pulcino tra le dita. Per questo la gente lo chiama il Pulcino. A indagare sui delitti è il commissario Crescenzo Criscuolo, dall'aria dolente e dimessa, ma in realtà dotato di grande intuito investigativo e di un'innata ironia. Dal momento che il Pulcino può essere chiunque, tutti sono sospettabili. La vera anima del romanzo è, però, Napoli, di cui rimangono impresse le vivide descrizioni di luoghi (da Vico d'Afflitto a vico Santa Maria delle Grazie, da Via S.Brigida a Porta Nolana) e le affettuose istantanee delle giovani vittime, ignare nei loro abiti dozzinali ma alla moda del triste destino che le attende. Il giallo in sé è forse un po' troppo scontato, prevedibile. Ma si spera nell’uscita di un secondo libro.
“Cose 'e pazze! Un serial killer ai Quartieri Spagnoli!” “noi, a Napoli, non ci facciamo mancare proprio niente”.
Renata Di Martino vive a Napoli ma è nata a San Pietro Avellana (Isernia), in una famiglia di origine contadina, con papà maresciallo, mamma casalinga, un fratello e una sorella. Infanzia abbastanza serena, adolescenza trascorsa in collegio mentre la famiglia si trasferisce a Napoli, dove il padre trova un lavoro di custode demaniale. Dopo la scuola magistrale, già a diciassette anni insegna e sceglie i paesetti montani del Molise. Si iscrive alla Scuola di assistenza sociale, per ottenere un altro diploma e poter insegnare alle superiori.. Cosa che fa per vent’anni. Mentre insegna, si iscrive anche alla facoltà di giurisprudenza, e frequenta il mondo teatrale. Fonda la cooperativa “Gli specchi”, con la quale recita per diverso tempo e poi lavora con Tato Russo per “Hotel Excelsior” e “L’Opera da tre soldi”. E’ anche cantante. Quindi approda alla letteratura.
E finiamo in bellezza con
Maurizio de Giovanni “Il senso del dolore” Fandango euro 10
Bella questa opera prima. Mi è piaciuto praticamente tutto: l'idea del commissario che vede/sente il dolore, l'ambientazione napoletana, la storia in sé come giallo e la sua soluzione. Napoli, 1931. Marzo sta per finire, ma della primavera ancora nessuna traccia. La città è scossa dal vento freddo e da una notizia: il grande tenore Arnaldo Vezzi – voce sublime, artista di fama mondiale, amico del Duce – viene trovato cadavere nel suo camerino al Real Teatro di San Carlo prima della rappresentazione di Pagliacci. La gola squarciata da un frammento acuminato dello specchio andato in pezzi. a risolvere il caso è chiamato il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, in forza alla Squadra Mobile della Regia Questura di Napoli. Investigatore anomalo, mal sopportato dai superiori per la sua insofferenza agli ordini ed evitato dai sottoposti per il carattere introverso. Forse mi aspettavo qualcosa in più sul lato amore, anche se qualcosa si intuisce. Speriamo che abbia un seguito (in fondo il sotto titolo era “L'inverno del commissario Ricciardi”, quindi aspettiamo le altre stagioni).
Maurizio de Giovanni è nato nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Nel 2005, con il racconto "I vivi e i morti", protagonista il commissario Ricciardi, vince il premio nazionale Tiro Rapido per giallisti esordienti. Questo è il suo primo romanzo, pubblicato nel 2006 con il titolo “Le lacrime del pagliaccio”, ora rivisto e aggiornato per Fandango Libri.
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