domenica 6 gennaio 2008

Beckeide

Per chi non lo conoscesse, dal nome del commissario Martin Beck, svedese, creato a cavallo degli anni ’70 dei coniugi Maj Sjowall e Per Wahloo. Di loro parlai all’uscita del primo titolo della serie (Roseanna). Ora ne è uscito durante il 2007 un blocco, al cui termine di lettura ecco qui a narrare.

Come al solito, piccola lancia contro gli editori italiani che, del progetto Beck (pubblicare 10 libri che seguissero per 10 anni il commissario, facendone un serial che, di pari passo, seguisse l’evolversi della società svedese) se ne “fregano”, e, dopo il primo di discreto successo, hanno qui pubblicato le inchieste 3,4 e 9.

Tra l’altro i coniugi adottano lo stile di scrivere un capitolo a testa, alternandosi (ovviamente dopo aver deciso il plot generale), per poi rivedere ed amalgamare il tutto alla fine della stesura.

Il senso di queste scelte editoriali, che privano di parte del piacere della lettura?

Non vedendone gran che, mi limito alle mie trame. Ed allora nell’ordine

“L’uomo al balcone” Sellerio euro 11

Terza inchiesta del commissario Beck, ambientata fine anni ’60 nella Svezia dei cambiamenti. Nell’intenzione degli autori, le prime tre inchieste (e quindi questa è l’ultima della prima serie), si sarebbero occupate prevalentemente di “crimini”. Qui infatti, Stoccolma è sconvolta da una serie di omicidi a sfondo sessuale. Le vittime sono delle bambine innocenti, adescate mentre giocano nei parchi della città. I pochi testimoni le hanno viste intrattenersi amichevolmente con un uomo. Evidentemente l'assassino riesce a guadagnare la loro fiducia. Il commissario capo della polizia di Stoccolma Martin Beck coordina gli investigatori, e, come diceva Maigret di se stesso, "non pensa mai"; segue le tracce che il lavoro gli porge: il lavoro di strada, sui testimoni fortuiti e distratti, sugli ambienti che si riesce a circoscrivere. E aspetta che qualcosa succeda nell'inchiesta: ed è questo, aspettare, la sua abilità principale; insieme alla memoria. Seppure con qualche lungaggine dovuta all’età, mi sembra di piacevole lettura.

“Il poliziotto che ride” Sellerio euro 12 (pagato €10,20)

Quarta inchiesta, e prima del filone più politico. In una Stoccolma "calda", dove la polizia è impegnata ad arginare le proteste antiamericane per la guerra in Vietnam, avviene una strage: i nove passeggeri di un autobus vengono uccisi a colpi di mitra. Tra le vittime c'è anche un sovrintendente che è il più giovane collaboratore di Martin Beck. Il poliziotto è rimasto coinvolto casualmente o era proprio lui nel mirino del folle omicida? Di quale caso si stava occupando? Cosa ci faceva su quell'autobus visto che non risultava in servizio? Sembra che nessuno dei colleghi o dei familiari sappia rispondere a questi interrogativi. In effetti ci sono un po’ di tirate, che sicuramente erano molto forti all’epoca, ma che adesso lasciano un po’ la corda (forse una bella nota introduttiva?). Però il giallo è ancora attraente ed avvince fino in fondo.

“Un assassino di troppo” Sellerio euro 12

Penultima inchiesta del commissario Beck. Nel pieno del ritmo contestativo della socialdemocrazia svedese, piena di sparate sulla tolleranza repressiva e sull’uso normalizzatore della polizia. Qui gli autori escono sempre più allo scoperto. Le digressioni politiche sono fatte in prima persona. La storia si regge e non si regge. Storia della morte di un poliziotto che si sovrappone alla morte di una donna, e dove implicato (veramente o ingannevolmente) è anche l’assassino del primo romanzo di Beck. Dal punto di vista noir le prime storie continuano ad essere le migliori. Ma visto che sono un lettore seriale (lettoriale?), mi sono sciroppato anche questa.

Avendo già parlato degli autori, vi saluto in vista della fine dell’anno in Turchia.

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