domenica 11 maggio 2008

Italiani (e solidali?)

Dopo il passaggio estero, un po’ per scelta ed un po’ per delusione, torno alle scritture di casa nostra, e ad un trittico che, tirate le somme, sta un po’ sopra media. Ho scoperto un autore (Francesco Piccolo) che trovo gradevole, scorrevole e che mi fa un po’ invidia (penso si capisca dal primo libro). Ne ho letto un altro che non è uno scrittore, ma che qui non mi è dispiaciuto. L’aggettivo del titolo lo riporto al fatto che, bene o male, traspira un’aria di empatia con qualcosa. Ed è forse quest’aria che mi è mancata nell’ultimo periodo.

Ma andiamo ad incominciare con i due Piccolo-libri:

Francesco Piccolo “Allegro occidentale” Feltrinelli euro 7,50 (scontato 5,60)

Un bellissimo corso sul “viaggio di lusso/nel lusso” e sul rapporto dell’uomo occidentale con la meta del suo viaggio. Da leggere per chi, dopo tanti viaggi Alpitour, decide di partire con Avventure nel Mondo. È la storia di Mister Piccolo, uno scrittore giornalista al quale hanno proposto di vedere il mondo (o quanto meno una buona parte di questo) insieme ad altri otto colleghi. E Mister Piccolo comincia questo lungo viaggio ad occhi sbarrati scoprendo subito, da quando mette piede per la prima volta nella business class dell'aereo diretto in Sri Lanka, che il privilegio sarà, per tutto il tempo della sua Odissea, l'unico vero luogo che fa la differenza, quello che uniforma tutti i luoghi, che azzera le distanze geografiche e amplifica quelle sociali, che crea paradisi e li distrugge. Parla delle differenze culturali e di come in quelle circostanze ci si ritrovi un poco più bastardi. Alcuni momenti epici: i cinesi sono tutti uguali per noi e anche per loro noi siamo tutti uguali, la scoperta del taxi, lo straniamento tra essere nel lusso e vedere i poveri (Sri Lanka) e non vederli (esclusive resort sulla barriera corallina in Australia). Nonché i normo-tipi del residente dell’organizzazione viaggi e del turista “voglio-tutto-perché-non-si-paga” (cioè si è già pagato prima di partire!). Compreso un capitolo che se organizziamo una serata di lettura ve lo proporrò, sul “dobbiamo assolutamente vederci!”. E poi una scrittura scorrevole e gradevolmente comica. Non mi meraviglia che abbia sceneggiato “Caos Calmo” con Moretti.

Francesco Piccolo “Storie di primogeniti e figli unici” Feltrinelli s.p.(in quanto regalo)

Anche se non sono tipo da racconti, ho letto con piacere questo fiorente regalo. Il primo racconto poi è folgorante: mi ha fatto ridere e pensare dalla prima all’ultima riga. La storia del primogenito che deve comunque salvaguardare i più piccoli, così come lui è salvato dai genitori, dai nonni, e così via, mi ha scaldato per il resto del libro. Che non è alla stessa altezza. Che ritrova la vena forse in alcuni punti (ancora il dito e la luna, e l’importanza, a volte, di guardarlo quel dito, di vedere com’è ben fatto e di esserne orgogliosi). Poi sprazzi, isolati momenti di dolcezza ma anche di solitudine, di solitudine per noi che a volte siamo contemporaneamente, primogeniti e figli unici. Ripeto quanto detto per il primo libro di Piccolo che ho letto. Alcuni passi vanno letti ad alta voce e condivisi. Questa comunque era una prova di esordio, ma già la penna scorre con bella facilità. Anzi, a volte, risulta meno ingarbugliata che in altre prove.

Qualche riga in più sulla bio. Francesco Piccolo è nato a Caserta nel 1964. Si è laureato in Lettere con una tesi su “Le teorie comiche nel teatro del Settecento”. Vive e lavora a Roma, dove collabora all’inserto letterario de Il Manifesto e alle pagine culturali de Il Mattino e de Il diario della settimana. Per molti anni ha collaborato con riviste sportive e tuttora tiene una rubrica umoristica per un settimanale di basket. Nel 1993 è stato finalista del Premio Calvino con il romanzo inedito “Diario di uno scrittore senza talento”. Collabora con lavori di redazione ed editing alla casa editrice Minimum Fax, con cui ha pubblicato nel 1994 “Scrivere è un tic. I metodi degli scrittori”, tratto da alcune lezioni di “creative writing” sui metodi di scrittura. Nel 1996 pubblica la raccolta di racconti “Storie di primogeniti e figli unici” per Feltrinelli con il quale ha vinto il Premio Giuseppe Berto e il Premio Chiara. Ha scritto inoltre altri romanzi e raccolte di racconti: “Allegro occidentale”, “E se c’ero dormivo”, “Il tempo imperfetto” (tutti pubblicati da Feltrinelli) e “l'Italia spensierata” (Laterza). Ha lavorato anche per il cinema scrivendo sceneggiature, tra cui ricordiamo “My name is Tanino”, “Paz!” (tratto dai fumetti di Andrea Pazienza), “Ovunque sei”, “Il caimano”, “Nemmeno in un sogno”, “Caos calmo”.

Passiamo ora al politico, evitando commenti sulla sua attività primaria. Mi riferisco a

Walter Veltroni “Senza Patricio” BUR 5 (in realtà, scontato 3,50)

È la prima prova letteraria che affronto del buon “Ualter”. Non mi è dispiaciuto. Si fa leggere (d’altronde è proprio un librino di 100 pagine). Le storie si srotolano, così come una narrazione intorno ad un tavolo, tra amici, ed uno si mette a parlare, a ricordare qualcosa ed a condividerlo. Questo tono “amichevole” mi è piaciuto. Un giorno, camminando per Buenos Aires, Walter Veltroni ha visto una scritta su un muro. Quattro semplici parole tracciate con la vernice: Patricio te amo. Papá. È insolito vedere un graffito dedicato da un padre ad un figlio e Veltroni ha immaginato una serie di storie che possono aver prodotto quel gesto. Sono storie che parlano di un passato insanguinato, di oppressione e di torture, ma anche di miti popolari come il calcio e il tango. Ho trovato gradevoli le prime storie. Poi, le altre si intorcinano un po’, a volte cercando di essere troppo didascaliche. Questo è un elemento che ritrovo spesso ultimamente e mi urta un po’: la forzatura che serve a (di-)mostrare qualcosa, una tesi, un’idea. Il bello del saper realmente di scrittura è quando questo percorso è talmente naturale che ti accompagna e basta. Ma ora, il racconto è terminato, il vino pure. Beh, si va in strada a fumare una sigaretta ed a ricordare altre storie.

Di VV, in questi ultimi tempi si è detto e letto di tutto. Riporto solo, per dovere di cronaca, che è nato a Roma il 3 luglio 1955, che il suo vero nome è Valter con la V e non con la W. Sposato con due figlie e tifoso della Juventus. Tutto il resto è noto.

Buona settimana a tutti

Gio.

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