domenica 25 maggio 2008

Ritorno all’Italia

Mentre scrivo sentendo i fanti che mormorano (o era il fiume?), penso sia il momento giusto per tornare all’Italia. O almeno ai suoi autori. Una terna eterogenea: un triestino, una siciliana ed un fisico prestato alla letteratura. Tuttavia, dove le fatiche delle scorse settimane tra classici e saggi, un po’ di acqua fresca, non inquinata. Sarà che sono tutti over 50, ma la scrittura scorre, più o meno bene, più o meno gradevole. Senza tutti quei sentimenti di incompiutezza, anche se venati di possibilità, che i giovani-giovani mi hanno lasciato nelle loro letture.

Cominciamo con l’autore più sperimentato

Pino Roveredo “Capriole in salita” Bompiani euro 7 (in realtà, scontato a 4,90 euro)

Le, a me, ormai note atmosfere triestine di Roveredo. Con il freddo dentro. Qui la storia si articola, si fa corposa, anche se dopo la bella prima metà si intorcina su di sé e sul suo alcoolismo. Mi commuove l’inizio con i genitori sordomuti. Il rapporto con il fratello gemello. Ma poi tutto si fa liquido (indovinate perché). Certo, ne esce la rabbia di una vita dove non si trova non dico un centro, ma neanche un piccolo lato di una figura geometricamente stabile. E tanto dolore. Nato da una coppia di genitori sordomuti che vivono di stenti nella Trieste del secondo dopoguerra, Pino passa gli anni di scuola in collegio. Incapace di sottomettersi a un regime di continui soprusi e maltrattamenti, un giorno riesce a fuggire. Ad attenderlo, tuttavia, non c'è la libertà tanto desiderata ma le difficoltà della vita, e la tentazione dell'alcolismo, che presto si fa dipendenza e che lo porterà prima in prigione e poi in manicomio. Tra un ricovero e l'altro, Pino sperimenta tutte le forme di trasgressione, fino a trovare una luce, prima attraverso il calore di una prostituta, poi con l'amore per la donna che diventerà sua moglie, che gli darà un figlio e, soprattutto, la forza di sfuggire a un destino che pareva inevitabile. Forse al solito uno dei momenti migliori di questi libri è capirne il titolo. E certo si fa tanta fatica a fare capriole nella vita per cercare di “salvarsi”, soprattutto se si fanno in salita.

“La malinconia ha la capacità di toglierti il sorriso di bocca e lasciarti in cicatrice il malumore, ti fa vedere tutte le cose sempre dal lato peggiore e riesce a farti credere che anche il niente ce l’ha su con te”.

Anche se il libro è autobiografico, riporto alcune note del resto della sua biografia: Pino Roveredo (16 ottobre 1954 – un bilancia!) nasce a Trieste da una famiglia di artigiani, dopo varie esperienze di vita disordinata (è stato in carcere e addirittura in manicomio), ha lavorato per anni come operaio in fabbrica. Fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate. Ha esordito nel 1996 con "Capriole in salita", edito dalla casa editrice triestina LINT. Nel 2005 ha vinto la 43^ edizione del Premio Campiello per il miglior romanzo dell'anno ("Mandami a dire", edito da Bompiani). Nel 2006 la Bompiani ha ristampato "Capriole in salita", che ha riscosso un notevole successo fra il pubblico letterario, e nel 2007 ha pubblicato "Caracreatura", l'ultima sua opera, che sta ora per uscire anche in Francia.

Passiamo ora all’altro capo d’Italia, con l’ammiccante scrittura siciliana di

Valentina Gebbia “Estate di San Martino” E/O euro 8,50 (in realtà, scontato 6,80)

È il secondo episodio della saga dei fratelli Mangiaracina (ed ora dovrò cercare il primo, uscito pare non in edizioni note, con il titolo “A qualcuno piace il Caldo”). Si sente la mano (anzi la penna) di una che sa scrivere, ed in effetti il taglio giornalistico ci sta. E mi piace il carattere non convenzionale dei nostri eroi, che non sono belli e vincenti, ma normali (e Fana anche un po’ rotondetta e dedita ai sani gusti siciliani di cannoli e arancini). Epifania detta Fana e Letterio detto Terio Mangiaracina (che è un siciliano che odia il caldo e vorrebbe trasferirsi al Nord) vivono con la madre a Borgo Vecchio, quartiere palermitano immerso nella confusione del mercato e nella costante animazione di traffici e chiassosi e melodrammatici scambi di pettegolezzi. In una concitata notte di novembre, mentre la città stenta a dormire sotto la cappa di afa di un’estate di San Martino, incandescente piomba in casa Mangiaracina una strepitante vicina, la signora Provvidenza: c'è stata una disgrazia. Il fidanzato della sua Liboria, il bel Tindaro, marinaio in servizio sul traghetto per Ustica, risulta essere il principale indiziato dell'omicidio di un uomo trovato morto sul ponte della nave nell'imminenza di un attracco di fortuna ad Ustica. Ed allora i nostri improvvisati detective partono alla ricerca di una soluzione. Gusto un po’ del sapore di Sicilia, amata e odiata, girando soprattutto per il bellissimo e decadente Borgo Vecchio. La storia in sé scorre discretamente, ammantandosi di luci diagonali in finali anch’essi non sempre di convenienza. Non sarà il libro del secolo, ma ci può stare.

Dicevo dell’autrice e del suo taglio giornalistico: Valentina Gebbia è nata a Palermo il primo di agosto del 1958 e, a differenza del protagonista del libro, ama l’estate ed il clima della sua città. Anzi, di Palermo si dichiara pazzamente innamorata e quindi abituata ad accettarne pregi e difetti, pur senza perdere la voglia di cambiare cose e persone. Laureata in Giurisprudenza, è stata bancaria, imprenditore ed insegnante. Giornalista Pubblicista, scrive favole, testi musicali e cura una pagina settimanale dedicata ai bambini sul quotidiano "Il Mediterraneo".

Finiamo con il decano, il fisico prestato alla scrittura (anche se non è il suo primo e unico tentativo extra-scientifico).

Andrea Frova “Bravo Sebastian” Bompiani euro 8,80 (in realtà 6,16 scontato)

L’idea mi è piaciuta molto. Raccontare la biografia di Bach non ripercorrendo in maniera usuale tutta la sua vita, ma soffermandosi su alcuni episodi (dieci per l’esattezza) che ne hanno caratterizzato degli aspetti: la fatica giovanile, le difficoltà economiche e di rapporti con la chiesa e il potere, il grande amore per la prima moglie, il plotone di figli generato (se non ricordo male una ventina tra vivi e morti sul nascere). Il tutto a partire da presunte ricerche in biblioteca dove l’autore, nelle carte polverose degli archivi scopre, dietro il grande musicista, un grande uomo fatto di carne e di sangue, di passioni e umori. Ricostruisce la sua vita privata e racconta il suo amore per Barbara, le parentesi erotiche con le dame di corte, la regolatezza del genio, il rapporto suggestivo con gli allievi. Ma sono autentiche le lettere di Sebastian a Frau Bach? E davvero ci fu un carteggio tra Bach e Newton sui principi fisico-matematici dell'armonia? Anche la scrittura rende bene ed in tondo alcune caratteristiche dell’epoca (i primi 50 anni del 1700). Mi lascia perplesso solo tutta la parte legata ai suoi rapporti con Newton, che trovo forzata ed inutilmente dotta. Credo che un buon editor l’avrebbe tagliata alla grande. Rimane il racconto e, nell’orecchio, il buon Sebastian che meraviglie trae dall’organo.

Il dotto Andrea Frova nasce a Venezia l’11 dicembre 1936, si laurea in Fisica all'Università di Pavia nel 1959, ed è professore ordinario di Fisica Generale e docente di Acustica Musicale presso l'Università di Roma "La Sapienza". In passato, è stato ricercatore dei Laboratori AT&T Bell di Murray Hill e professore visitatore nelle università dell'Illinois, di Stoccarda, della California, oltre che presso il Politecnico Federale di Losanna. Ha pubblicato circa 150 articoli scientifici su riviste internazionali nel settore della Fisica della Materia, in particolare proprietà ottiche dei Semiconduttori, e oltre 100 articoli di cultura e divulgazione scientifica su quotidiani e mensili. È autore dei seguenti libri: "Semiconduttori: Proprietà e applicazioni elettroniche" (Veschi-Masson 1977), "La rivoluzione elettronica" (Editori Riuniti 1981), "Bravo Sebastian" (Sansoni 1989), "Perché accade ciò che accade" (RCS-BUR 1995), "Parola di Galileo" (RCS-BUR 1998), "Fisica nella Musica" (Zanichelli 1999), "Luce colore visione" (RCS-BUR 2000), "La fisica sotto il naso" (RCS-BUR 2001).

In questo primo giorno di caldo, allora un via definitivo a maglioni & co. per alleggerire il guardaroba e la mente.

Buona settimana

Gio.

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