Non che abbia qualcosa da
rimproverare a non noti dei latini (e mi scuso dell’ortografia nel caso). Ma è
che questa settimana, di ritorno a casa e alla scrittura, do finalmente fondo
ad un lotto di letture dedicate al mio maestro di avventure. Siamo quindi dalle
parti di Clive Cussler e della sua National Underwater and Marine Agency
(appunto NUMA). Ed abbiamo quattro diversi esempi della grande fabbrica di best
seller americana. Un classico del filone principale di Cussler (dedicato alle avventure
di Dirk Pitt), un semi-classico dedicato alle avventure di Kurt Austin e della
seconda squadra della NUMA, uno del filone ormai consunto delle avventure del
capitano Cabrillo ed uno di una nuova serie (non a caso firmata dal solo
Cussler) dedicata al detective dei primi anni del Novecento, Isaac Bell.
Avventurone, abbastanza leggibili e godibili. Rimaste un po’ tra le righe (non
a caso, il primo dei quattro libri l’ho terminato … un anno fa).
Clive Cussler & Dirk Cussler “Morsa di ghiaccio” TEA euro 8,90 (in
realtà, scontato 0,89 euro con Feltrinelli +)
[A: 09/08/2011 – I: 31/10/2012 – T: 02/11/2012]
[tit. or.: Artic drift; ling. or.: inglese; pagine: 498; anno 2008]
Solita
avventurona della premiata ditta Cussler & Co., dove, dati gli autori (padre
e figlio) non possiamo che tornare al filone principale delle storie di
Cussler. Quelle che ruotano intorno a Dirk Pitt ed alla sua squadra. Anche
l’impianto del romanzo sfrutta il canovaccio formale che Cussler ha impostato
per le vicende della serie “Dirk Pitt”. Prologo nel passato (presente o lontano
ma comunque passato) che instilla una domanda, un problema nella mente del
lettore. Vicenda nel presente incentrata su: cattivo che (consciamente o
inconsciamente) conosce o sfrutta qualcosa legato al prologo; buoni che ne
vengono coinvolti, rischiando la pelle; il gruppo del NUMA che interviene, ha
qualche battuta d’arresto, ma poi trova la strada per sconfiggere il cattivo.
Il tutto condito con: intervento “alla Hitchcock” di Cussler (qui ad esempio
nelle vesti di un camperista che aiuta Dirk ad uscire da una situazione
difficile), qualche intrallazzo amoroso (qui di Summer, la figlia di Pitt,
visto che ormai il grande Dirk è sposato con la bella Loren, e pur non
disdegnando l’azione, non sempre è il solo al centro della vicenda), nonché
qualche elemento di ironia (in genere delegato alla spalla di Dirk, il gioviale
Al Gordino). La storia antica, tra l’altro, prende lo
spunto da un avvenimento reale, la ricerca del “Passaggio a Nord-Ovest” tra
Atlantico e Pacifico, effettuato da Sir John Franklin, esploratore inglese che
vi perse la vita intrappolato tra i ghiacci insieme ai 120 membri delle sue due
navi. Su questo spunto, Cussler (lo indico sempre come riferimento anche se da
una decina di anni queste avventure le scrive in coppia con il figlio, di cui
l’eroe Pitt ha preso il nome) inserisce l’elemento “fiction”: le navi
trasportavano misteriosamente del rutenio, che interagendo con altri metalli
provocherebbe degenerazioni cerebrali. La storia moderna intreccia due vicende.
Quella di un magnate ambientalista di facciata, che cerca di smerciare prodotti
dello scarto industriale in depositi sotterranei, creando a lungo andare guasti
inenarrabili. Ma ha bisogno di appoggi politici, per cui corrompe politici e dove
non arriva utilizza un pericoloso sicario. E quella di una tecnica di
laboratorio, che accidentalmente scopre un composto a base proprio di rutenio,
che fa il lavoro di assorbimento delle scorie di cui sopra, ma senza
inquinamento. E l’intreccio è presto servito: il cattivo deve accaparrarsi del
rutenio per far chiudere la ricerca e continuare le sue losche trame. La
dottoressa chiede aiuto a Dirk Pitt per cercare il Rutenio, che pare sia segnalato
proprio nelle zone del Canada artico, lì dove il cattivo installa i suoi
“falsi” depositi. Per caso i figli di Pitt sono nella zona a far ricerche
marine (sono tutti stipendiati dalla NUMA appunto) e vengono a contatto con
morti misteriose. Nella zona convergono anche il sicario da una parte e Dirk
Pitt con la sua spalla Gordino, per cercare il minerale. Non ne troveranno ma
(elemento di fiction) troveranno le navi di Sir Franklin (che alla fine avrà un
grande funerale in Inghilterra a 160 anni dalla morte). E ci sarà battaglia
epica, che il magnate, muovendo le sue pedine, è quasi riuscito a mettere un
contro l’altro Canada e Stati Uniti (tanto da rischiare una guerra tra i due
paesi). Ovviamente Dirk riuscirà a sbarazzarsi dei cattivi, a proteggere i
figli, e ad avviare la riconversione industriale sulla scia delle indicazioni
della dottoressa di cui sopra. Non farà la solita piazza pulita, ma sarà
aiutato da un nuovo galletto del pollaio che intanto ronza intorno alla figlia.
Insomma, bella scrittura, bella avventura, anche se meno scoppiettante di
altre. Poi, quando si sanno certi meccanismi, si è più attenti al loro apparire
(o non apparire). Ma questo è anche il mio piacere intellettuale. D’altra parte
Cussler continua da diversi romanzi a battersi per un mondo meno inquinato, e
questo non può che andare a suo merito. Certo, ultimamente ha questa fissa
mettendo dalla parte dei cattivi “agglomerati di uomini”, che adombrano le
tipologie “settarie” molto presenti in America, e di cui noi abbiamo sentore
solo nei casi più eclatanti (tipo Scientology). Ma va bene così (o almeno, abbastanza
bene).
Clive Cussler & Jack Du Brul “Corsair” TEA euro 9 (in realtà,
scontato a 7,65 euro)
[A: 18/10/2012 – I: 14/03/2013 – T: 03/04/2013]
[tit. or.: Corsair; ling. or.: inglese; pagine: 477;
anno 2009]
Visto
che qui la premiata ditta Cussler & Co, è formata con l’avventuroso Du
Brul, torniamo al versante un po’ stantio, ed anche poco avvincente, per me
almeno, delle avventure del capitano Juan Cabrillo. Quelle etichettate come
“serie Oregon”, dal nome della barca pluriaccessoriata che dà anche il nome al
gruppo privato di supporto in avventure ai limiti del lecito. Non siamo dalla
parte ufficiale dei governativi del NUMA. Anzi ci avviciniamo sempre più in
quella zona che potrebbe essere parte “non ufficiale” della CIA, come ci viene
in mente entrando nella psicologia di un americano “puro” come deve essere il
pur buon Cussler. Sembra inoltre sempre più flebile l’apporto del vecchio
Clive, che sia la storia in sé sia le parti dedicate all’azione sono viepiù
marcate Jack. Sicuramente, infatti, ci sono troppe pagine in cui si spara, si
salta, si va all’arrembaggio, ed altre squisite tecniche d’azione, lasciando la
storia ed il suo impianto ad un poco evidenziato margine di interesse. Si
capisce che non mi è piaciuto tanto? E vediamo anche perché. Come ben sappiamo
gli ingredienti del successo dei libroni di Cussler sono il collegamento a
fatti del passato, più o meno misteriosi, che si collegano ad avvenimenti
attuali, la presenza di un nocciolo duro di persone “devote” al bene, qualche
atteggiamento buonista verso l’ambiente e/o in generale qualche comportamento
etico, una presenza femminile che oltre ad allegrare l’atmosfera a volte
prelude a storielle; in più, nelle storie della Oregon, un po’ d’azione. Ora
qui abbiamo il primo elemento, una battaglia navale nel golfo della Sirti
durante la a me poco nota “Guerra berbera” che vede opporsi i corsari arabi e
la marina americana dal 1801 al 1805. Cussler la infarcisce con la sparizione
finale della nave araba di tale Al-Jama, corsaro e filosofo. Ma il suo innesto
sulla storia attuale è accennato, e, sebbene risolto nel finale, non se ne
spiegano le motivazioni per cui una nave possa ritrovarsi ben al di dentro del
territorio libico. Ci sono i buoni, o almeno quello che dovrebbe essere buono,
il capitano Cabrillo e la sua ciurma. Come sempre sono impegnati in un’azione
che non va bene, e contro dei signori della guerra somali. E già questo sa
troppo di CIA. Dopo di che gli uomini della Oregon sono dirottati su Tripoli
dove: 1. è stata rapita una funzionaria americana di rango prima dell’apertura
di una conferenza di pace e 2. sono stati rapiti archeologi che cercavano la
nave di cui sopra. Qui c’è la famosa donna che servirebbe ad innestare i
meccanismi “relax”, ma non scattano (a volte sembra che ci siano quasi dei
salti nelle storie; ma che qualcuno le taglia?). Finalmente manca del tutto un
comportamento ambientalista o etico. Perché invece tutto si incentra nella
lotta tra arabi cattivi (non tutti gli arabi sono cattivi, ma tutti i cattivi
sono arabi) e i buoni americani. Con il beneplacito della CIA. Cabrillo, grazie
alle sue mirabolanti armi di difesa, nonché all’arto artificiale pieno di
“utensili” necessari quando si trova in difficoltà, prima sventa da solo i
piani dei barbari. Poi ingaggia furiose battaglie, riuscendo a salvare
l’archeologa carina (ma, ripeto, non ci sarà storia), e poi anche il
sottosegretario americano, poco prima che venga decapitata in mondo-visione.
Troppo! Troppe pagine di sparatorie. Troppo schierato in modo filo-americano,
senza nessun sussulto di ripensamento. Certo, la scrittura è la solita della
ditta Cussler, scorrevole, documentata, senza sbavature. Ma il tentativo di far
scrivere al corsaro del 1800 delle pagine dedicate alla convivenza pacifica tra
islamici e non, risulta di un patetico perbenismo americano, che mi pare giusto
passarle sotto silenzio. Non ha molto successo questa svolta patriottica della
serie, dato che, dopo di questo, altre 3 storie sono uscite negli Stati Uniti,
ed in Italia non riescono a trovare mercato. Sono d’accordo. Speriamo si torni
presto al filone “storico”, quello di Dirk Pitt e della NUMA.
Clive Cussler & Paul Kemprecos “Medusa” TEA euro 8,90 (in realtà,
scontato a 6,68 euro)
[A: 21/01/2012 – I: 13/10/2013 – T: 16/10/2013]
[tit. or.: Medusa; ling. or.: inglese; pagine: 457;
anno 2009]
Dopo
mesi che l’avventuroso maestro di avventure sfuggiva al complesso algoritmo di
lettura da me inventato, eccoci che ritorna uno dei suoi filoni romanzati più
classici. Quello iniziato da 14 anni insieme al giornalista Paul Kemprecos, e
dedicato a personaggi “da contraltare” rispetto al classico Dirk Pitt e
compagnia, qui arrivati all’ottava puntata. Fortunatamente, però, siamo sempre
nel solco della NUMA, l’agenzia para-governativa che si occupa di problematiche
e disastri collegati al mare. In questo filone, ricordo, che il buon Clive
decide di buttare allo sbaraglio due cloni di Pitt e Gordino: qui, gli eroi
sono Kurt Austin e Joe Zavala. Anche perché, nel frattempo, il fondatore della
NUMA è diventato vicepresidente degli USA e Dirk Pitt ha preso il suo posto
come capo dell’agenzia. Nel solco della tradizione, comunque, l’impianto è di
tipo classico. Antefatto nel passato che da alcune chiavi di lettura di un
problema che sorge nel presente. Qui il passato non è poi tanto lontano, visto
che si colloca su di una baleniera intorno alla metà del 1800. Baleniera che
incappa in problemi sanitari che solo una strana popolazione polinesiana, con
l’aiuto di qualche animale marino, riesce a debellare. Trasferitasi nel
presente, anche qui l’azione ricalca schemi noti. C’è il problema: un’epidemia
di tipo SARS, ma più virulenta, che si scatena in una remota zona della Cina.
Medici che ne cercano soluzioni, creando (fatto piuttosto raro) anche una rete transnazionale
di studi. Con a capo un’equipe guidata dal dottor Kane, un americano di belle
intuizioni e con a bordo del gruppo la dottoressa cinese Lee specializzata in
controlli della diffusione delle epidemie. Scopriamo ben presto che l’equipe
sta giungendo a risultati interessanti studiando le meduse (da cui il titolo,
ovvio). E scopriamo anche che i cattivi sono proprio cinesi, a capo di una delle
tante triadi mafiose, che avevano isolato il potente virus per creare pressioni
e scompiglio al governo cinese. Ma che si erano visti sfuggire di mano la
diffusione del virus. I cattivi poi sono tre gemelli, che, vista la mala
parata, decidono la cosa migliore sia impossessarsi del vaccino messo quasi a
punto da Kane. Qui cominciano le storie avventurose. Un sottomarino rubato dai
cinesi, sequestra la base sottomarina di Kane. Austin e Zavala cominciano a
cercarla, aiutati dai coniugi Trout (altra costante della serie) che nel mentre
trovano tracce della spedizione di cui all’inizio e salvano la cinesina da morte
sicura. Zavala, seguendo un’intuizione, trova dove si è nascosto il
sottomarino. Mentre Austin e Lee trovano tracce della medicina polinesiana di
cui sopra. Che guarda caso è sempre derivata dalle meduse. Ovviamente, ben
presto si avvicina la classica battaglia finale. I gemelli vengono eliminati
uno dopo l’altro. Kurt e Joe avranno modo di far valere le loro doti di
conoscenza dell’ambiente marino e delle migliori tecnologie per affrontarlo
sbaragliando alla grande i nemici (con l’aiuto determinante di un
doppio-giochista). I Trout daranno sfoggio sia delle loro intuizioni meteo –
biologiche, ma anche della loro atleticità e della conoscenza del grande St.
Julian, il più grande (anche fisicamente) bibliofilo marino. Altrettanto
scontatamente, ci sarà il flirt tra la dottoressa Lee e l’aitante Austin.
Insomma, tutto nei binari scontati e ben oliati delle produzioni della ditta
Cussler & Co. Forse anche troppo scontati, se è vero che dalla prossima
puntata, il ruolo di Kemprecos verrà preso da Graham Brown. E vedremo se forze
nuove porteranno nuove aperture. Perché, bisogna pur dirlo, sebbene sia una
lettura onesta e rilassante, direi compiutamente estiva (e magari, visto
l’argomento, marina, con di fronte qualche bell’onda azzurra mediterranea), sta
ormai tirando la corda. Si vede che l’ottimo Cussler continua a sfornare idee
nuove ed interessanti (questa della biologia marina è anche stimolante). Ma i
suoi “uomini di penna” si lasciano cullare troppo dall’onda dei successi
precedenti. Mettiamoci alla finestra (o all’oblò) per vedere cosa succederà.
Clive Cussler “Il cacciatore” TEA euro 9 (in realtà, scontato a 6,75
euro)
[A: 15/07/2012 – I:
xx/10/2013 – T: 21/10/2013]
[tit. or.: The Chase; ling. or.: inglese; pagine: 365; anno 2007]
Ed
ecco che finalmente esce anche in Italia, con qualche anno di ritardo, una
nuova serie del maestro Cussler. Una serie atipica, un po’ diversa dalla
classica avventura (almeno in questa prima uscita). Intanto, Cussler la firma
da solo, assumendosene l’onere, nel caso che non riscontri il favore del
pubblico. Ma pronto (e sarà così) a prenderne gli onori, visto che comunque
riesce ad incontrare un filone non indifferente di pubblico. Tanto che
proseguirà, ed ovviamente dalla seconda puntata sarà affiancato da un giovane
scrittore che svilupperà le sue brillanti idee. Ribadisco atipica, che, dal
punto di vista della costruzione formale, sembrerebbe anche tipologicamente
isolata: cioè costruita in modo che, se non di successo, può fermarsi così.
Come se fosse chiusa. Rispetto ai classici di avventura di Cussler, ribalta i
meccanismi temporali: antefatto negli anni cinquanta del secolo scorso, e
vicenda che si sviluppa nei primi anni del Novecento. Inoltre, niente astrusità
tecnologiche avanzate, ma “ricordi d’epoca”. Si parla di treni con le loro
belle locomotive a carbone, delle prime Harley-Davidson, delle prime automobili
(la Locomobile della Vanderblit Cup o la Ford Modello K). Niente mare e niente
navi. In fondo, niente avventura, nel senso classico del “modello Cussler”.
Seguiamo, infatti, le indagini di Isaac Bell (che diventerà l’eroe della serie)
un agente di un’agenzia di investigazioni, la Van Dorn Company (modellata come
la Pinkerton, tanto che il motto di questa “Non dormiamo mai” diventa per il
nostro Clive “Non molliamo mai”). In questo primo episodio, Bell deve scoprire
chi sia un rapinatore ben organizzato che non lascia tracce sul suo cammino,
uccidendo tutti quelli che incontra, tanto che viene soprannominato “il
Macellaio”. L’astuto Isaac scopre però piccoli ed a volte irrilevanti indizi
che lo portano sulle tracce di un ricco banchiere, Jacob Cromwell. È infatti
lui l’efferato malfattore, che inizia a rubare per fondare una banca con i
proventi delle rapine (siamo ai primi del Novecento e molta economia nasce su
basi poco chiare). Ma che verrà preso dal gusto del brivido, organizzando
rapine sempre più audaci, anche quando non ne avrebbe bisogno. Aiutato dalla
bella e corrotta sorella Margaret. Bell, oltre ad essere un capace agente, è
anche “di buona famiglia”. Genitori banchieri, studi universitari, eleganza e
bei modi. È anche bello, ma non diventa un “rubacuori” alla Dirk Pitt, tanto
che già in questo primo episodio si innamora e sposa la bella Marion. Ma il
fulcro della storia, una volta scoperto il chi ed il come, è l’inseguimento.
Quello del titolo, inopinatamente tradotto “il Cacciatore” che induce noi
lettori a percorrere false strade. L’inseguimento del treno che porta il
Macellaio a San Diego utilizzando una Locomobile (e si ritrova la passione per
le autovetture che ha anche Pitt), macchina da corsa modificata. Ma da questo
Cromwell riuscirà a sfuggire. Ed avremo quindi l’inseguimento finale, lungo
cinquanta pagine, tra due locomotive Baldwin del 1904. Mirabili le descrizioni
di questi mostri d’acciaio a vapore, che riuscivano a toccare le cento miglia
orarie in rettilineo. Pur non citando meccanismi e modalità di lotte e
disvelamenti, l’eroe Bell non potrà che uscire vittorioso dalla battaglia
contro il male. Anche se questa è la parte, per me, meno forte del romanzo. Che
si inserisce con la sua storia, nella Storia. Infatti, un punto nodale della vicenda
si svolge a San Francisco nel 1906, durante il famoso terremoto (quello del
bellissimo film del 1936 con Clark Gable e Jeanette MacDonald). E tra
personaggi inventati, il nostro inserisce veri protagonisti, come Jack London
che di quel terremoto scrisse belle pagine giornalistiche. Questo tentativo di
mescola è senza dubbio uno degli elementi più interessanti del romanzo. Vedremo
nei successivi episodi come si svilupperà il tutto. Sperando di avere qualche
altro bell’elemento di relax dalla penna della premiata ditta Cussler.
Come ogni inizio mese, diamo
anche conto dei libri “divorati” ad agosto, anche nel caldo marocchino. Con un
bellissimo Barnes (non a caso super premiato) in testa a tutti. Gli altri
dodici un po’ altalenanti, tra il decente ed il migliorabile, ma senza libri
proprio da scartare.
#
|
Autore
|
Titolo
|
Editore
|
Euro
|
J
|
1
|
Julian Barnes
|
Il senso di una fine
|
Einaudi
|
10
|
5
|
2
|
Delphine de Vigan
|
No et Moi
|
Livre de Poche
|
6,80
|
3
|
3
|
Vikram Chandra
|
Giochi sacri
|
Mondadori
|
s.p.
|
3
|
4
|
Maurizio de Giovanni
|
Il metodo del coccodrillo
|
Mondadori
|
10
|
3
|
5
|
Maurizio de Giovanni
|
I bastardi di Pizzofalcone
|
Einaudi
|
s.p.
|
3
|
6
|
Marco Malvaldi
|
Scacco alla torre
|
Felici Editore
|
10
|
3
|
7
|
Elvira Seminara
|
La penultima fine del mondo
|
Nottetempo
|
11
|
2
|
8
|
Brendan O’Carroll
|
Agnes Browne mamma
|
Beat
|
9
|
3
|
9
|
Paolo Di Paolo
|
Mandami tanta vita
|
Feltrinelli
|
13
|
2
|
10
|
Yrsa Sigurdardóttir
|
My Soul to Take
|
Hodder
|
12,75
|
2
|
11
|
Michael Connelly
|
La ragazza di polvere
|
Piemme
|
11
|
3
|
12
|
Jamie Ford
|
Il gusto proibito dello zenzero
|
Garzanti
|
9,90
|
2
|
13
|
Elizabeth Peters
|
Il flagello di Horus
|
TEA
|
8,90
|
3
|
Direi infine che con quest’ultimo
giro tra Dubai e Tokyo abbiamo messo un punto fermo ai viaggi del 2013. Anche
qui un anno intenso, ed ora abbiamo davanti due mesi per sistemare un po’ tutte
le cose lasciate in sospeso, ed aspettare nuovi e ben desiderati eventi.
Ribadendo che il Giappone è stata una positiva e piacevole scoperta, vi saluto
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