martedì 27 novembre 2007

Canto d'amore

In questa settimana di vacanza (per chi fa i ponti) e di meditazione, non ho molta testa per andare in giro per i libri letti. Così ne parlo di uno solo, piccolo ma pieno di parole. Un piccolo libro di poesie, e di poesie indiane la cui bellezza è data dal fatto che vengono sempre recitate con della musica (canzonette?):

Rabindranath Tagore "Hai colorato i miei pensieri e i miei sogni" Salani euro 6
Non avevo mai letto a fondo le poesie del premio Nobel indiano né ero andato a cercare chi fosse e cosa avesse fatto. Una bella scoperta. Un personaggio interessante a cavallo tra l'ottocento ed il novecento. Il poeta è anche un mistico, un saggio, un veggente: così, quando Tagore parla d'amore, parla di una sintesi suprema di amante e amato, di qualcosa di vicino a Dio. L'amore è l'esperienza più piena e totale che un individuo possa compiere, perché l'incontro tra gli innamorati è l'unione di sacro e profano, anima e desiderio, spirito e corpo. Ed alcuni momenti espressivi (di gioia e di dolore) mi rimangono sulla punta della penna, belli in quanto eterni e fuori dal tempo.

"I sogni non possono essere imprigionati"
"Quando t'ho incontrata, in una notte senza stelle, perso in un labirinto oscuro, il mio desiderio era quello di guidarti con la mia lampada. Tu però non desideravi il mio desiderio."
"tu sei l'isola verdeggiante. dove gli uccelli sono amanti che cantano il silenzio"
"hai colorato i miei pensieri e i miei sogni .. trasfigurando la mia vita. hai mutato il mio dolore in gioia immensa"


Per chi non sa chi sia ecco anche due righe di bio.

Rabindranath Tagore è il nome anglicizzato dell'indiano Rabíndranáth Thákhur (Calcutta, 6 maggio 1861 - Santiniketan, 7 agosto 1941). Scrittore, poeta, drammaturgo e filosofo. Mentre Gandhi, con la disobbedienza civile, organizzò il nazionalismo indiano sino a ricacciare in mare gli inglesi, Tagore si propose di conciliare e integrare Oriente ed Occidente. Opera difficile, cui egli era preparato dall'esempio di suo nonno che nel 1928, fondando il Sodalizio dei credenti in Dio, integrò il monoteismo cristiano ed il politeismo induista. Figlio di un santo e ricco bramino, studiò nel Regno Unito ove anglicizzò il proprio cognome (Thakur). Egli si dedicò all'amministrazione delle sue terre e ad ogni forma d'arte. In liriche destinate al canto, che egli stesso musicò e tradusse in inglese (Offerta di canto, 1913), in lavori teatrali ricchi d'intermezzi lirici (La vendetta della natura, 1884), in romanzi (Il naufragio, 1906), in novelle, memorie, saggi e conferenze Tagore affermò il proprio amore per la natura e per Dio, le proprie aspirazioni di fratellanza umana, la propria passione (anche erotica), l'attrattiva della fanciullezza. Esercitò un enorme fascino anche sul mondo occidentale, che lo premiò col Premio Nobel per la letteratura nel 1913.

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