lunedì 24 dicembre 2007

Montalbaneide

Come sapete, un ciclo si è chiuso. Questa è la prima trama di Giovanni fratello di re Riccardo (citazione storico-anglofona). Mi sento ancora fuori fase, e senza una idea chiara di cosa succederà dal 4 gennaio in poi (beh, almeno fino al 3 dovrei essere in Turchia).

Ciclo per ciclo, ne chiudo qui anche uno letterario, visto che ho radunato gli ultimi 4 Montalbani usciti. Giudizio generale: stiamo in calando. Si la scrittura è buona, ma il mordente ormai è ben lontano dai primi folgoranti scritti.

Andiamo ad incominciare, allora

“La luna di carta” Sellerio euro 11

Un Montalbano del 2006. Scorrevole come al solito. Il commissario Montalbano alle prese con le indagini sulla morte di un informatore farmaceutico dal passato misterioso, che lo porta a contatto con due figure femminili che assumono un ruolo centrale nel dipanarsi della trama. Si sente che Camilleri vorrebbe mettere Salvo a riposo ma non sa come fare. La storia si regge ma più che un poliziesco è una fotografia sul mondo di Vigata.

“come pesa la neve sopra i rami, come pesano gli anni sulle spalle che ami”

“La vampa d’Agosto” Sellerio euro 11

Nello stesso anno del precedente, ha un po’ di mordente in più. Questa volta la storia si regge bene anche da sola, con un finale tipico di Montalbano, un po’ fuori dai canoni ma coerente. Caldo torrido, estenuante, sole implacabile: è questa la vampa del mese più infuocato della torrida estate siciliana, ma è anche l'ardore e la passione che infiammano Montalbano. Siamo in agosto, Mimì Augello ha dovuto anticipare le ferie e Montalbano è costretto a rimanere a Vigàta. Livia vorrebbe raggiungerlo, ma per non restare sola, con Montalbano sempre al lavoro, pensa di portare con sé un'amica (con marito e bambino) e chiede a Salvo di affittare una casa sul mare per loro. La vacanza scorre nella villetta sul mare, silenziosa, verde. Ma un giorno il bambino sparisce. Montalbano accorre e scopre in giardino un cunicolo che rivelerà clamorose sorprese tra cui un baule con il cadavere di una ragazza scomparsa sei anni prima. La storia personale di Salvo comincia sempre più ad “acqueggiare”. Personalmente poi avrei evitato la pubblicità subliminale ad un altro libro di Sellerio (che per altro è ottimo e vi invito a 1. scoprire che libro è, 2. leggerlo)

“Le ali della sfinge” Sellerio euro 11

Cosa si sta inceppando in Camilleri? È stufo di Montalbano? O i suoi ghost writer (perché penso che qualcuno gli butti giù un po’ di libro per permettere l’uscita di tre libri in un solo anno) gli prendono la mano? Infatti, i contorni sono sempre più a macchietta: il brigadiere scemo, l’ex don Giovanni, il preciso… Nonché l’amore vicino-lontano (quand’è che ci si accetta o ci si lascia?) La storia è un po’ più sostenibile delle precedenti (Il commissario Montalbano deve investigare sull'omicidio di una ragazza trovata completamente nuda in una discarica: l'unico indizio è un tatuaggio sulla sua spalla che raffigura una farfalla sfinge, si tratta di prostitute dell’est, finti riciclaggi di buonisti, un colpo agli intrecci con politica e mafia). Non credo durerà ancora a lungo, uno dei due muore.

“La pista di sabbia” Sellerio euro 12

Ultimo Montalbano ma 'pallosetto'. Storia scontatella: Montalbano trova un cavallo morto sulla sua spiaggia, che presto sparisce. Quello stesso giorno una donna "forestiera", Rachele Estermann, denunzia al commissariato di Vigata il furto del suo cavallo mentre nelle scuderie di Saverio Lo Duca, uno degli uomini più ricchi della Sicilia, un altro purosangue è svanito nel nulla. Lo scenario della vicenda è il mondo delle corse clandestine, passatempo preferito di una certa aristocrazia terriera che scommette forte. È in quest'ambiente dorato che Montalbano deve indagare, perché, dopo il cavallo, viene trovato cadavere anche un custode delle scuderie. Fra maggiordomi in livrea, baroni e contesse Montalbano sta un po' a disagio, mentre "ignoti" entrano una, due, tre volte nella casa di Marinella: non rubano niente ma mettono tutto sottosopra, sembrano cercare qualcosa; ma cosa? Camilleri continua a rigirare i momenti tipici del racconto, ma il giallo lo è solo in parte. Il resto è stato d'animo, ma quanto dobbiamo sorbirci ancora della crisi del cinquantenne Montalbano? O si trovano nuovi stimoli oppure è meglio finirla qui.

Mancava ancora la mega bio del siculo, ed allora eccola

Andrea Camilleri (6 settembre 1925) è scrittore, autore televisivo e regista. Nasce a Porto Empedocle, figlio unico di Carmelina Fragapane e di Giuseppe Camilleri, ispettore delle compagnie portuali. Attualmente vive a Roma. Dal 1939 al 1943, dopo una breve esperienza in collegio (si fece espellere lanciando delle uova contro un crocifisso), studia al liceo classico Empedocle di Agrigento dove otterrà, nella seconda metà del 1943, la maturità senza fare esami, poiché il preside decise che sarebbe valso il solo scrutinio a causa dell'imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate. A giugno infatti inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paure". Nel 1944 si iscrive alla facoltà di Lettere, non continua gli studi ma comincia a pubblicare racconti e poesie. Intanto aderisce al Partito comunista. Dal 1948 al 1950 studia regia all'Accademia di Arte drammatica Silvio d'Amico e inizia a lavorare come regista e sceneggiatore. In questi anni, e fin dal 1945 ha pubblicato racconti e poesie, vincendo anche il "Premio St Vincent". Nel 1954 partecipa con successo a un concorso per funzionari RAI, ma non viene assunto perché comunista. Entrerà alla RAI qualche anno più tardi. Nel 1957 sposa Rosetta Dello Siesto dalla quale avrà tre figlie e quattro nipoti. Nel 1958 è il primo a portare in Italia il teatro dell'assurdo di Beckett con "Finale di partita" al teatro dei Satiri di Roma e poi in televisione con Adolfo Celi e Renato Rascel. Comincia a insegnare al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Nel 1959 tra le molte produzioni RAI di cui si occupa ha molto successo una serie sul tenente Sheridan con Ubaldo Lay, più tardi poi con "Il commissario Maigret" con Gino Cervi, e con diverse messe in scena di opere teatrali, sempre con un occhio di riguardo a Pirandello. Nel 1977 ottiene la cattedra di regia all'Accademia di Arte Drammatica. La manterrà per vent'anni. Nel 1978 esordisce nella narrativa con "Il corso delle cose", scritto 10 anni prima e pubblicato da un editore a pagamento con l'impegno di citare l'editore stesso nei titoli dello sceneggiato TV tratto dal libro, "La mano sugli occhi": è un insuccesso, il libro non viene notato praticamente da nessuno. Due anni dopo, nel 1980, pubblica con Garzanti "Un filo di fumo", primo di una serie di romanzi ambientati nell'immaginaria cittadina siciliana di Vigàta a cavallo fra la fine dell''800 e l'inizio del '900. Nel 1992 riprende a scrivere dopo 12 anni di pausa e pubblica "La stagione della caccia" con Sellerio Editore: Camilleri diventa un autore di grande successo e i suoi libri, ristampati più volte, vendono mediamente intorno alle 60 mila copie. Nel 1994 esce con "La forma dell'acqua", primo romanzo poliziesco con il Commissario Montalbano, e arriva il grande successo: Camilleri ha 69 anni. E da allora, solo successi.

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