domenica 9 marzo 2008

Relax e dubbi

Dopo un’infornata di italici talenti, usciamo dai nostri confini per trovare qualche autore straniero. Un polpettone da rilassamento, un giallo di passaggio ed un impegno che alquanti dubbi mi lasciò. In fondo c’è bisogno di un po’ di tutto in queste scorribande tra lettura e… (non è che non saprei riempire i puntini, ma credo che ognuno li possa riempire con i propri pensieri).

Cominciamo allora con

Clive & Dirk Cussler “Vento Nero” Tea euro 8,60 (scontato 6 euro)

Solito polpettone (di quasi 600 pagine) per un totale rilasso. Continuano le avventure degli eroi ecologici del mare, con i figli di Dirk Pitt, che cominciano a prendere il posto del padre. L’avventura inizia nel 1944 con l'affondamento del sommergibile I-403 della flotta imperiale Giapponese, che trasportava delle bombe batteriologiche che uccidono qualsiasi forma di vita senza causare disastri ad abitazioni. Passano gli anni e nel 2007, Sandecker presidente della NUMA (National Underwater and Marine Agency), decide di dare le dimissioni e andare in pensione. Così Dirk Pitt accetta di sostituirlo. Nelle isole Aleutine nelle Filippine tre scienziati stanno studiando le abitudini dei leoni marini, e cominciano a trovare dei cadaveri di animali. Dirk Pitt Junior (figlio di Dirk Pitt), su una nave nei paraggi per delle immersioni, riceve delle segnalazioni di soccorso dalla stazione meteo, e sul posto trova anche lui dei cadaveri. Nel ritorno nota il campo base degli scienziati, decide di intervenire e trova gli scienziati Sarah, Irv e Sandy, quasi svenuti che accusano di essere stati avvolti da uno strano vento. Da qui comincia ad indagare su questo strano fenomeno, viene coinvolto in un intrigo mondiale e ... Niente di travolgente, trama da filmone estivo tipo arena con bevanda ghiacciata. Accuratezza nelle citazioni e nell’ambientazione. Il tutto per una confezione dignitosamente leggibile. 

Interessante è anche la bio dell’autore che da un certo punto in poi decide che il mare è il suo mondo. Clive Eric Cussler nasce il 15 luglio 1931 ad Aurora in Illinois, ma cresce in California. A 14 anni diviene un Aquila tra gli scout. Poi si iscrive per due anni al Pasadena City College, per poi arruolarsi nell’Air Force americana durante la Guerra di Corea. Viene ben presto promosso Sergente, lavorando prima come meccanico poi come ingegnere di volo nel Military Air Transport Service (MATS). Nel 1955 si sposa con Barbara Knight rimanendole accanto sino alla sua morte nel 2003. Hanno avuto tre figli Teri, Dirk and Dana. Alla fine della carriera militare lavora in un’industria pubblicitaria, prima come copywriter e poi come direttore creativo. Quindi comincia dal 1970 a creare i suoi romanzi d’avventura. Il suo più famoso personaggio è l'ingegnere navale Dirk Pitt e l'inseparabile compagno d'avventura Albert Giordino. Lo stesso Dirk Pitt è stato pensato come alter ego dell'autore, soprattutto nella sua passione per il mare, la storia e le automobili antiche di cui è un collezionista. Nel 1978 fondò la National Underwater & Marine Agency, associazione non-profit specializzata nella localizzazione, identificazione e recupero di relitti marini di rilevanza storica. Da alcuni anni si fa aiutare da altri nella stesura di romanzi. In questo caso c’è suo figlio Dirk (nato nel 1961), che dopo aver lavorato in ambito finanziario per anni, dopo il 2000 si è messo ad aiutare il padre, anche nella fondazione.

Passiamo ad un giallo da intermezzo, leggero anche se non banale.

Roberto Ampuero “Chi ha ucciso Cristian Kustermann?” Garzanti euro 8,5

Ad anni di distanza dalla lettura del secondo libro di Ampuero sulle gesta del detective Cayetano Brulé, sono arrivato al primo, ora in economica. Descrizione scorrevole di un sud-america reale (scorrono sotto gli occhi sia le strade di Valparaiso che de L'Avana). La storia si dipana borderline tra impegno e disimpegno, con qualche punta critica di chi ormai vive negli Stati Uniti. E questo si sente. Ampuero cerca di usare il genere giallo per raccontare un periodo della storia cilena, e di quella generazione che è passata attraverso la dittatura di Pinochet, si è rifugiata in Europa o a Cuba per prepararsi militarmente alla resistenza. Il detective Cayetano Brulé è assoldato da Carlos Kusterman per scoprire l’assassino del figlio Cristian ucciso nel suo locale di Renana, località balneare non lontana da Valparaíso, Brulé non si accontenta della semplicistica versione data dalla polizia che liquida il caso come un regolamento di conti legato all’ambiente della droga e inizia ad indagare sul passato di Cristian. Vengono così ripercorsi gli spostamenti del ragazzo negli anni delle dittature in America Latina e della guerriglia, il detective va ad indagare in Germania dove, a Bonn, il giovane era riuscito a perdere una borsa di studio, ottenuta grazie all’influenza del padre, perché entrato in contatto con gruppi dell’estremismo di sinistra. Carlos aveva passato anche un lungo periodo a Cuba, dove Cayetano si reca per trovare i bandoli dell’intrigo fino a tornare a Santiago del Cile dove riesce a venirne a capo, in modo molto rocambolesco. Sarebbe interessante farne un parallelo con il giallo post-colonnelli di Markaris “Si è suicidato il Che”.  Un giallone da periodo natalizio, e non molto di più.

Per ultimo quello che più mi ha deluso, perché, in effetti, non ne riesco a trovare il bandolo.

J.M. Coetzee “Aspettando i barbari” Einaudi euro 9

Lessi anni fa Vergogna, e non mi piacque molto. Mi aspettavo tanto da questo che viene considerato una dei pilastri del Nobel. Ma non mi sono ritrovato. Un magistrato bianco, che per decenni si è occupato degli eventi del piccolo insediamento di frontiera in cui vive, ignorando la guerra tra i barbari e l'Impero che pure incombe sulla cittadina, si trova all'improvviso a confrontarsi con la realtà: dapprima comincia a simpatizzare con i prigionieri angariati durante gli interrogatori, poi si innamora di una di loro, una barbara. Tanto l'amore quanto la dura condizione carceraria lo spingono a compiere, finalmente, un atto di ribellione. Quanto risente del classico Deserto dei Tartari, forse aggiornato, forse trasportato dove aspre sono le lotte tra bianchi e neri (e tra bianchi e bianchi). Ma la discesa all’inferno del magistrato di frontiera mi si è trascinata davanti per sere, senza che ne nascesse un sentimento di empatia. Da erudizione.

Eppure lo scrittore sudafricano prese il Nobel nel 2003. John Maxwell Coetzee nasce a Città del Capo il 9 febbraio 1940, estremamente eterogeneo, celebre per i suoi testi di fiction, critica e per le numerose attivitá accademiche che lo hanno visto impegnato come professore, linguista e traduttore. Uno dei maggiori esponenti del Postmodernismo e Postcolonialismo del XX secolo. Passa l'infanzia e l'adolescenza tra Città del Capo e Worcester. Si laurea in matematica e inglese all'Università di Città del Capo. Nei primi anni '60 si trasferisce a Londra, dove lavora per un certo periodo come programmatore informatico alla IBM. In seguito consegue un dottorato in letteratura presso l'Università del Texas dopo aver presentato una tesi su linguaggio inglese nella fiction di Samuel Beckett e tiene corsi di lingua e letteratura inglese presso l'Università di Buffalo. Inizia per lui la carriera accademica durante la quale Coetzee non fa certo mistero della profonda contrarietá riguardo l'intervento militare americano in Vietnam, motivo per il quale gli viene negata piú volte la cittadinanza americana nonostante le numerose richieste. Nel 1984 torna in Sudafrica, dove diventa titolare della cattedra di letteratura inglese presso l'Università di Città del Capo, cattedra che ha mantenuto fino al 2002. Attualmente lavora presso il Dipartimento di inglese dell'Università di Adelaide, dove il 9 Marzo 2006 ha definitivamente preso la cittadinanza australiana.

E comunque buona settimana a tutti.

Giovanni

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