lunedì 2 giugno 2008

Omaggi vigorosi

Con un giorno di ritardo, dovuto al lungo ponte di fine maggio, vengo questa settimana a parlare di libri diversi e rilassanti, con un aspetto in comune: non li ho comprati io (e quindi senza indicazioni di prezzo). Ed allora, tra prestiti e regali e altro, fare anche i conti con quello che leggono gli altri. E mi sta germogliando un’idea per l’estate, ma ve ne riparlerò tra un po’.

Per ora dedichiamoci a questi tre. Il primo viene della fredda Svezia

Carl-Johan Vallgren “Storia di un amore straordinario” Longanesi s.p.

Fumettone con alti e bassi, con alcune idee carine e trovate interessanti, annegate in un po’ di ambientazione che a me non ha coinvolto. Königsberg, 1813 (e sempre dalle parti di Kant, dove torneremo tra qualche settimana). Un noto medico viene chiamato d'urgenza dalla tenutaria del bordello più elegante della città perché aiuti due delle sue ragazze a partorire. Una ha un parto del tutto normale, mettendo al mondo una bambina, Henrietta. L'altra muore dando alla luce un bimbo che tutti immaginano morirà entro breve per la gravità delle sue condizioni di salute. Il piccolo invece dimostra da subito di possedere un'energia straordinaria, e sopravvive. I due bambini crescono insieme e tra loro si crea un legame strettissimo che non si spezza neppure quando, a dieci anni, vengono separati. Passeranno altri dieci anni fitti di avventure prima che si ritrovino e scoprano di amarsi di un amore straordinario. L’idea forte dell’amore al di là dell’aspetto e del tempo è comunque intrigante. E certo Hercule fa di tutto per farci dimenticare che è cieco, sordo e senza braccia. Ma tutta la parte “alla Victor Hugo” come dice la quarta di copertina, è molto lunga, senza troppe sorprese (forse un paio, ma marginali). Inoltre, la scelta di volare sugli ultimi più di 70 anni della vita del centenario, dopo aver speso 400 pagine per narrarne i primi 25 mi ha lasciato perplesso. Quando raggiunge la pace con sé stesso, per me diventerebbe interessante il suo modo di essere, stare, vivere. Buono il mestiere dello svedese, anche se più della metà è scritto appunto di mestiere e non di cuore.

“sapeva che l’amore che nasce improvviso è quello più lungo e difficile da guarire, e che esiste un solo rimedio alla sofferenza che procura: amare ancora di più.”

Visto che si conosce poco, parliamo del musico scrittore: Carl-Johan Emanuel Vallgren nasce il 26 luglio 1964 a Linköping, ma risiede a Stoccolma. Ha scritto sette romanzi, ed ha raggiunto il maggior successo con “Storia di un amore straordinario” di cui si è parlato. Il suo libro “A Mr. Bachmann” potrebbe essere descritto come una lettera scritta ad un personaggio (Bachmann), dove si parla della Svezia, della sua storia, della cultura in modo molto discorsivo. Vallgren è anche musicista con una sua produzione di canzone tra il satirico ed il Romantico.

Il secondo libro ritorna su una delle mie comunque passioni, l’alfabeto del crimine dell’americana

Sue Grafton “R come Rancore” Salani s.p.

Non so perché ma da un paio di libri di questo alfabeto del crimine della Grafton, ho come l’impressione di assistere ad un déjà vu. Mi sembra che le trame si ripetano, perdano di sostanza. L’intrigo “giallo” è talmente puerile che neanche lascia il fiato sospeso. Aumentano, è vero, i pezzi di contorno. Ma le storie d’amore di Kinsey e l’avanzare dei suoi amici negli anni (soprattutto la ghenga dei Pitt, età media 89 anni) sono un po’ stantie. E poi siamo ancora nell’87. È possibile che dopo 18 romanzi siano passato solo 5 anni? La storia è di impianto classico. Reba è una ragazza ricca e viziata: suo padre, che la adora, è sempre riuscito a rappezzare i suoi guai, ma stavolta non ha potuto impedire che l'adorata figlia finisse in prigione. Ora che Reba è in libertà vigilata, il padre vuole essere certo che stia lontana dalla droga, dall'alcol e dal gioco d'azzardo. E assume Kinsey Milhone, l'affascinante investigatrice californiana protagonista della serie creata da Sue Grafton. Sembrerebbe un lavoro tranquillo. Sembrerebbe... Certo il mio affetto per Sue travalica questi limiti, e continuerò a seguirla fino all’atteso “Z come Zero”, che sarà il suo ultimo libro. Ma mi aspetto un po’ di più.

 “lo sai qual è il peggio? È che continuo a sperare che ci possano capitare delle cose carine. Magari non sempre, ma giusto ogni tanto.”

Non mi pare di aver già scritto della scrittrice-toro, se l’ho già fatto scusate le ripetizioni. Sue Taylor Grafton (nata il 24 Aprile 1940 a Louisville, Kentucky, USA) è figlia dello scrittore C. W. Grafton e di Vivian Harnsberger, entrambi figli di pastori presbiteriani. Sue cresce con la sorella Ann a Louisville. Entrambe frequentano l’University di Louisville per laurearsi in Letteratura Inglese nel 1961. Dopo la laurea, la Grafton lavora come impiegata in un ospedale, cassiera, segretaria medica a Santa Monica e Santa barbara in California. Cominciò a scrivere a 18 anni, e finì il suo primo racconto 4 anni dopo. Continuò a scrivere altri sei racconti, prima che due di loro fossero pubblicati. Non sfondando da questa porta, passa alla sceneggiatura, dove trascorre 15 anni a sceneggiare film televisivi. Insieme al marito, Steven Humphrey, cura l’adattamento televisivo di alcune novelle di Agatha Christie. Questa lunga esperienza nei dialoghi e nell’azione, venne da lei utilizzate ritornando ai libri. Durante 6 lunghi anni di battaglie per il divorzio, si immagina mille modi di uccidere il suo ex-marito, decidendo di cominciarne a scrivere. Essendo colpita dall’uso dei colori nei titoli di John D. MacDonald, o dei giorni in Harry Kemelman, decide di utilizzare l’alfabeto. Comincia così il suo “alfabeto del Crimine", ambientato in un’immaginaria Santa Teresa, che ricalca la sua Santa Barbara. L’alfabeto ha per protagonista l’investigatrice Kinsey Milhone e comincia nel 1982 con "A Is for Alibi”. E per ora siamo arrivati (in America) alla “T”.

Per finire, un libro che ha sollecitato non solo il cervello ma anche l’olfatto

Giles Milton “Delitti e formaggi” Ponte alle Grazie s.p.

Molto mi incuriosiva questo regalo, che, almeno nel titolo, univa due mie passioni selvagge: il giallo ed il formaggio. Alla fine ne esco metà convinto, metà deluso. Non è un giallo, anche se vi sono delitti ed alcune tinte fosche. Il titolo originale (“Il naso di Edward Trencom”) era sicuramente più calzante. Perché tutto intorno al naso, ruota. Edward ha un naso speciale per forma, dimensioni e, soprattutto, poteri. La sua perfetta macchina olfattiva lo porta a primeggiare, a Londra, tra i mercanti di formaggi. Un giorno, però, Edward fa una scoperta sconvolgente: da nove generazioni, i suoi progenitori maschili fanno regolarmente una brutta fine proprio a causa dei loro nasi. E adesso sembra proprio che sia venuto il suo turno. Mentre è sulle tracce di un formaggio buono "da morire", il naso di Edward è obbligato a fare una scelta: possibilmente non quella, tragicamente sbagliata, di tutti coloro che l'hanno preceduto. La storia di una capacità olfattiva fuori dal comune, tramandata di generazioni, e dedicata alla ricerca, alla vendita ed alla esaltazione di formaggi. Qui andiamo decisamente meglio, tanti ne scorrono nelle più di 300 pagine. Punto dolente: vengono tutti citati in inglese e forse una qualche nota per i normali che non conoscono la differenza tra un epoisses ed un tulumotyri sarebbe stata utile. (Inciso: l’epoisses è un formaggio francese, ritenuto tra i più “odorosi”, tanto che la legislazione francese ne bandisce il trasporto in mezzi pubblici; il tulumotyri è un formaggio greco, di derivazione della feta, che come dice il nome stesso è un cilindro – tyri – cagliato nello stomaco della capra – tulum – stomaco che, una volta ripulito viene utilizzato come base per le cornamuse). Mi piacerebbe avere tempo e spazio per tirar fuori altre curiosità dal libro. Quello che meno mi ha convinto è il finale un po’ affrettato. L’autore si concede una accelerazione che forse avrei preferito si stemperasse in uno scioglimento più lento. Forse il preludio ad una seconda puntata?

Non conoscevo affatto l’autore, così ci si è documentati. Giles Milton nasce nel Buckinghamshire nel 1966. Affermato giornalista e scrittore, Giles Milton collabora con numerose testate britanniche e straniere, ed è specializzato in storia delle esplorazioni, motivo per cui a lungo ha viaggiato in Europa, nel Medio ed Estremo Oriente ed in America. Già noto al pubblico italiano (ma non a me) per alcuni saggi storici, tra cui il bestseller tradotto in quindici lingue “L’isola della noce moscata: come avventurieri, pirati e mercanti di spezie cambiarono la storia del mondo” (Rizzoli, 1999), “La colonia perduta” (un’epica storia di avventure per mare, conquiste e mistero all'epoca della regina Elisabetta Rizzoli, 2000) e “Il samurai che venne dall’Europa” (l'avventura di un inglese nel Giappone del Seicento Rizzoli, 2003), “Delitti e formaggi” è il suo primo tentativo narrativo.

Infine, essendo la prima domenica del mese, anche se cade di lunedì, vi lascio con la tabella dei libri letti nel mese di Aprile:

 















































































































#


Autore


Titolo


Editore


Euro


1


William Shakespeare


La tempesta


Feltrinelli


9


2


Marina I. Cvetaeva


Poesie


Feltrinelli


8


3


Maria Corti


L’ora di tutti


Bompiani


9


4


Giles Milton


Delitti e formaggi


Ponte alle Grazie


s.p.


5


Paolo Maurensig


La variante di Luneburg


Adelphi


7,50


6


Alessandro Baricco


Questa storia


Feltrinelli


8


7


Marc Augè


Non Luoghi


Elèuthera


10


8


Ryszard Kapuscinski


Autoritratto di un reporter


Feltrinelli


7


9


Charles Bukowski


Storie di ordinaria follia


Feltrinelli


8


10


Gianluca Morozzi


Despero


Guanda


10


11


Sam Mills


La confraternita del Dio criminale


Vertigo


9,90


12


Marco Archetti


Lola Motel


Feltrinelli


8,50


13


Jonny Glynn


Gli ultimi sette giorni di Peter Crumb


Vertigo


9,90


14


Daniel Wallace


Mr. Sebastian e l’ombra del diavolo


Newton Compton


9,90



 

Ed allora, buone letture e buona (corta) settimana

Gio.

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