domenica 9 novembre 2008

Risate (ma non tante)

Questa settimana cerchiamo di essere lievi, passando per alcuni libri che, genericamente, potrebbero essere definiti comici, anche se le risate, a volte, sono un po’ a denti stretti. Forse sarà anche per il momento mio, comunque, non riesco a ridere così come forse qualche passo avrebbe meritato. In fondo, non mi sono piaciuti tanto. Il primo è proprio un divertissement, un po’ troppo Zelig, il secondo mi ha fatto arrabbiare per le scelte editoriali che sottendente, il terzo promette promette ma non mi sembra mantenere tantissimo.

Ma andiamo con ordine. Cominciando da un libro che parte dichiaratamente comico.

Fabio Bonifacci “Amore, bugie & calcetto” Mondadori s.p. (uno dei rari libri in prestito)

La scenografia rivista e rimaneggiata dell’omonimo film di Lucini. Non ho visto il film, questo è un “divertissement”. Scorre leggero e senza peso per tutte le più di 200 pagine. Certo non è proprio tutto sballato. Alcune cose sull’amicizia e sul rapporto con i figli non sono proprio da cestinare tout court. Forse i personaggi escono caratterizzati solo dal fatto che qualcuno, avendo visto il film, li associa agli attori, ai Bisio e compagnia, e questo da loro uno spessore che sulla carta non hanno. Mette alla berlina anche la passione italica del calcio e il suo essere ormai metafora della vita (così come vorrebbe convincerci il nostro abbronzatissimo Silvio). Ma non è così. C’è altro. C’è altro? Questo è anche un dubbio che assale, se ormai il nostro mondo non sia ridotto ad una dimensione in cui le cose più genuine si esprimono in un mini campo dove qualche scalmanato corre a perdifiato. Nello specifico si racconta con realismo la vita di un gruppo di uomini e donne perfettamente contemporanei. Vittorio è un cinquantenne imprenditore che si costruisce una giovinezza a colpi di Viagra e anabolizzanti, sino a rubare la ragazza al figlio, che gioca con lui. L'ex moglie Diana, ne approfitta per regolare vecchi conti. Silvia è una giovane archeologa che ha dovuto abbandonare il suo amato lavoro per seguire i figli. A unire le diverse storie ci pensa la legge del calcio di periferia, "in campo come nella vita", che lega il rendimento della squadra alle disavventure sentimentali dei protagonisti. Infine anche il ruolo della donna a volte ne esce un po’ in calando. Sembra solo riscattarsi nel rapporto tra Lele e Silvia. Ma non è dipinto in modo un po’ sempre dalla parte del maschio? A me pare purtroppo di si.

“perché Piero, come i grandi filosofi e i matti, pensava meglio camminando”

Poche le notizie che ho trovato di Fabio Bonifacci, se non che, principalmente, è uno sceneggiatore cinematografico: ha firmato “E allora Mambo”, “Tandem”, “Ravanello pallido”, “E’ già ieri”, “Notturno Bus”, “Lezioni di cioccolato” e “Amore, Bugie & Calcetto”. Sono in preparazione “Si può fare” e “Diverso da Chi?”. È anche autori di libri, avendo pubblicato insieme a Enrico Bertolino “Ho Visto Cose..." (2003) e "Quarantenne Sarà Lei (2005).

Il secondo, pur dell’in generale buon Bennett, mi ha un po’ deluso.

Alan Bennett “Una visita guidata” Adelphi 5,50 (in realtà scontato con Feltrinelli +, euro 5)

Questa volta devo criticare l’operazione Adelphi. La collana della “Biblioteca minima” ha prodotto libretti interessanti (e ne ho parlato). Storie minime, scordate e ritrovate. Qui, invece, parliamo di un discorso pronunciato da Bennett quando prende l’incarico di sovraintendente alla National Gallery di Londra. Certo, alcuni spunti sono i suoi, ironici, spiazzanti, comunque gradevoli. Cito a memoria la zia del romanziere Samuel Butler che, avendo scambiato il quadro degli sposi Arnolfini di van Eyck per un'Annunciazione, si stupì della bizzarra idea di mettere il cappello allo Spirito Santo. La scoperta che nell'austero e ieratico Battesimo di Cristo di Piero della Francesca una figura sullo sfondo si toglie con inattesa naturalezza la camicia, trovando rasserenante il fatto che anche cinquecento anni fa ci si togliesse la camicia proprio come facciamo noi oggi. Ma tutto cade se si pensa che questo “pesce pilota” serve a tirare la volata al libro più corposo, sempre di Bennett presso Adelphi, in cui parla di una visita in Galleria della regina. Insomma, 5 euro che potevano essere spesi in altro. Quando mi scontro con l’industria editoriale rivaluto ogni volta scrittori indipendenti, tipo il collettivo Wu Ming, che poi pubblica i suoi libri ANCHE gratis su Internet. Riparliamone.

“Non deve per forza piacerti tutto”

“a volte, leggendo … ci imbattiamo in un pensiero o in un sentimento che abbiamo provato anche noi: però non ne avevamo mai parlato con nessuno, credendo che si trattasse di un fatto personale. Poi lo troviamo lì nero su bianco, ed è come se l’autore ci avesse teso la mano”.

Dei libri di Bennett ho parlato nel dicembre 2006, ma saltai la bio. Alan Bennett nasce vicino a Leeds il 9 maggio 1934 (un toro!). Lì frequenta le scuole medie, studia russo e vince una borsa di studio per Cambridge. Ma per seguire i capricci del cuore decide invece per Oxford, dove si laurea in storia. Durante l’università inizia a scrivere commedie, che vengono rappresentate alla Oxford Revue. Resta ad Oxford per diversi anni, insegnando Storia Medioevale, finché non decide che non è quella la sua strada. Ed improvvisamente, a 26 anni, ha un colpo di notorietà quando appare con Dudley Moore nella commedia satirica Beyond the Fringe. Comincia allora a fare l’attore, anche in televisione. Si dedica a pieno alla carriera di scrittura con il suo primo lavoro solitario Forty Years On del 1968. Non solo, nei primi ’90 passa anche dietro la macchina da presa, adattando per il cinema il suo lavoro “La pazzia di Re Giorgio”. Da allora continua alternando cinema, teatro e racconti. Nel 2005, in “Untold stories”, dichiara apertamente sia la sua omosessualità sia di essere sopravvissuto ad un trattamento chemioterapico dieci anni prima. Da più di 30 anni viva a Camden Town a Londra.

Il terzo, adombra cose e situazioni che sono (sono diventate) drammatiche nel nostro ed in altri paesi. Una discreta lettura, ma sull’argomento ho letto e visto cose più reali e graffianti.

Daniele Scaglione “Centro permanenza temporanea vista stadio” E/O euro 12,50 (in realtà, scontato 10 €)

L’ho messo tra i “comici” perché ha qualche spunto di sorriso e, d’altro canto, non mi sembrava inseribile nelle grandi tematiche islamiche. Il messaggio è pur ben chiaro, da uno che i CPT e l’altro, lo vedono e non con pietismo. Alcuni bozzetti sono efficaci (gli iraniani che guardano il calcio, gli africani che lo giocano scalzi, l’aria opprimente del CPT, l’aria di Torino). Altri sono volutamente inseriti a forza. L’avvocatessa d’origine argentina, la dottoressa buona, il guardiano tifoso del Torino. Insomma, una sufficienza piena, ma senza punte di eccellenza. Anche perché la storia è fragile. Due iraniane dirette a Lione, la giovane Sharmin e sua madre che cercando di raggiungere il padre/marito in Francia transitano senza documenti in Italia e finiscono in un Centro di permanenza temporanea (Cpt) nei pressi di Torino. Questa situazione improbabile permette a Sharmin, fanatica di calcio, di conoscere il paese di Totti. La vicenda (troppo buonista?) ha sì, qualche accenno di violenza, ma rimane ai margini di un mondo che forse non è perfetto, ma è meglio di quello reale.

Daniele Scaglione (Torino, 1967), vive a Roma. Laureato in fisica, è poi passato a impegnarsi in tutt’altri campi. Ha lavorato in Fiat, successivamente nel mondo della cooperazione - in particolare quella sociale - dove è tuttora impegnato. Si occupa di comunicazione e formazione professionale sui temi della leadership, dell’organizzazione del lavoro e del conflitto interpersonale. Dal 1988 è socio di Amnesty International, della cui Sezione Italiana è stato presidente dal 1997 al 2001. È socio inoltre dell’associazione culturale Castalia di Bologna, attiva nel campo della sperimentazione in ambito formativo. Collabora con il settimanale Vita. Suoi articoli sono stati pubblicati sull’inserto domenicale de Il Sole 24 Ore, e inoltre sul Corriere della Sera, L’Unità, il Manifesto, Avvenimenti, Avvenire, Il Mattino, Il Diario della settimana, Linus.

In fine, avendo saltato l’elenco dei libri del mese, rimedio proponendovi quello di agosto, ritornato dal Perù.









































































































#


Autore


Titolo


Editore


Euro


1


Luis Leante


Guarda come ti amo


Feltrinelli


s.p.


2


Fabio Bonifacci


Amore, bugie & calcetto


Mondadori


s.p.


3


Alan Bennett


Una visita guidata


Adelphi


5,50


4


Milena Agus


Il vicino


Corti di Carta


3,50


5


Andrea Camilleri


La tripla vita di Michele Sparacino


Corti di Carta


3,50


6


Gianni Mura


Giallo su giallo


Feltrinelli


7,50


7


Massimo Carlotto


Niente, più niente al mondo


E/O


7


8


Carlo Lucarelli


Ferengi


Corti di Carta


3,50


9


Roberto Vecchioni


Il libraio di Selinunte


Einaudi


7


10


Norberto Bobbio


De senectute


Einaudi


10,50


11


Rosa Matteucci


Lourdes


Adelphi


9


12


Milena Magnani


Il circo capovolto


Feltrinelli


12,50


13


Giorgio Scerbanenco


I ragazzi del massacro


Repubblica Noir Italia


7,90


 

Ora tutto pare tornare nel suo solco abituale.

Buona settimana

Giovanni

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