domenica 7 dicembre 2008

Italiani più o meno noti

Si sta avvicinando la fine dell’anno, dove, viaggio permettendo, più difficile sarà scrivere queste note. E d’altra parte, per un accumulo di lettura, molto in arretrato sono rimasto (ed anche per aver saltato, giustificato, qualche domenica). Motivo per cui, in questo mese di dicembre cercherò di far uscire delle trame anche il giovedì (o il mercoledì, vediamo un po’). Intanto questa settimana torniamo a parlare di libri italiani. Due autori li abbiamo già incontrati, ed una è una new entry, anche se il suo libro mi è piaciuto di meno (e vedrete perché). Anche se devo dire la scelta complessiva rivela perplessità: nessuno dei tre l’ho trovato da cinque stelle.

Cominciamo dallo scrittore cantautore.

Roberto Vecchioni “Il libraio di Selinunte” Einaudi 7 (gratis Feltrinelli +)

Idealmente si collega all’altro libro di Vecchioni che ho letto, basato molto sul fascino che esercitano le parole. Anche qui c’è un outsider, uno fuori dal mondo, o che il mondo non vuole. Brutto, ma non sporco. Forse cattivo, ma non importa. L’importante è che è un libraio, di tipo un po’ particolare, uno che non vende i libri, ma organizza serate per leggerli (questa mi sembra un’idea meravigliosa). Grazie a questi, Nicolino, l’io-narrante, scoprirà di sentirsi attratto dalla bellezza che possono suscitare i libri nell'animo umano e non potrà più farne a meno. In fondo Vecchioni cerca di imbastire un apologo più che una favola. Però quando ti prende il vezzo di scrivere, qualcuno cerca di mostrarsi più bravo, più capace con le parole, facendo modo di dire e poi nascondere. Belle le citazioni, con in fondo il grande Pessoa che si erge su tutti. Ma nell’ansia di voler dimostrare l’importanza di leggere e della parola scritta, l’autore perde se stesso ed il lettore in un tuffo nel mare, nel bellissimo mare siculo di fronte a Selinunte, da cui sarà difficile risalire a riveder le stelle. È importante considerare le parole non come segni scritti, ma soprattutto come cose capaci di animarsi, di creare gioia, soddisfazione, malinconia e tristezza. Veloce, di scorrevole lettura, ma alla fine perplesso.

Non torno sulla biografia, pubblicata il 02/02/2008.

Passiamo alla prima delle due donne.

Rosa Matteucci “Lourdes” Adelphi euro 9

Avevo letto con piacere ed anche ridacchiando l’ultima fatica della Matteucci (“Cuore di mamma”). Ho voluto provare a leggere questa opera prima, che anche premi aveva avuto. In realtà, si fanno delle risatine (anche se non crasse), si ammira l’arguzia nel descrivere la cattiveria di vecchi e malati (veri o finti), ma si aspetta sempre che succeda qualcosa. E, purtroppo, non succede. La giovane Maria si accinge a compiere il pellegrinaggio di Lourdes con uno scopo segreto e bruciante: rendere al mittente il pesante fardello di dolore che si porta dietro da quando suo padre è morto in un incidente automobilistico. Scaraventata suo malgrado sul palcoscenico delle celebrazioni religiose, Maria si accanisce con goffe manovre nel tentativo di espugnare la grotta di Massabielle, da cui viene costantemente respinta, mentre sempre più incombenti si fanno alcune comparse demoniache - come la Michelina e la Nazzarena, cugine diabetiche di Montecastrilli, la stridula Samantha con il th, la terrifica Liona - o angeliche, come il bellissimo Gonzalo Gómez y Morena, barelliere della Vergine della Macarena di Siviglia. E poi alla fine qualcosa succede, il solito travolgimento, che ho trovato anche nell’altro libero della Matteucci. Ma qui è talmente criptico che non l’ho ancora capito. Mi aspettavo di meglio. Non so se leggerò il suo secondo libro (che cito sotto), anche se il titolo mi incuriosisce assai.

Amplio la bio pubblicata, perché ora se ne trovano di notizie. Rosa Matteucci nasce nel 1960 a Orvieto, è scrittrice, attrice e viaggiatrice, con un trascorso da apprendista monaca buddista in Nepal. Ha trascorso un’infanzia agiata e ricca, soppiantata da un periodo in cui ha conosciuto la miseria e ha combattuto per superare il problema della dislessia, aiutata da una madre colta e amante della letteratura. Si è laureata in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma, con una tesi sul Diritto costituzionale e ha lavorato presso il Quirinale. Come attrice ha partecipato ai film Mi piace lavorare – Mobbing di Francesca Comencini (2004) e La tigre e la neve di Roberto Benigni (2005). Il suo romanzo d'esordio è Lourdes (1998), vincitore nel 1999 del Premio Bagutta nella sezione Opera Prima, e del Premio Grinzane Cavour nella sezione Giovane Autore Esordiente. Nel 2003 pubblica “Libera la Karenina che è in te”. Nel 2007 esce “Cuore di mamma”, vincitore del Premio Grinzane Cavour nella sezione Narrativa Italiana. Nel 2008 Rizzoli pubblica “India per signorine”, un romanzo sulla sua esperienza indiana.

E terminiamo con la new entry

Milena Magnani “Il circo capovolto” Feltrinelli euro 12,50 (in realtà, scontato 10 euro)

Non conoscevo l’autrice, e pensavo che fosse esordiente. Errore. Il libro direi metà e metà. Un po’ prende (ma solo verso la fine) ed un po’ lascia. La storia si svolge centralmente in un campo rom all’estremo confine di una città. Si intravedono fabbriche in disarmo, tangenziali, supermercati. In una parola degrado. Quando arriva l’ungherese Branko, l’accoglienza è fredda: deve restare ai margini fangosi del campo. Eppure a sera gli si fanno intorno i bambini, incuriositi dal suo grosso baule. Vogliono conoscere la sua storia. Ogni sera, fuori dal suo rifugio di lamiere, Branko ne racconta un pezzo. Una storia di circo e di guerra, di acrobati e campi di sterminio. Branko è l’inconsapevole discendente di una dinastia di circensi. Il nonno, tradito da quello che credeva essere un amico nell’Ungheria della Seconda guerra mondiale, ha perso la vita insieme a tutta la sua famiglia in un campo di prigionia. Collegando la morte dei saltimbanchi ad Auschwitz con l’emarginazione attuale, la Magnani ci fa fare un tuffo in questo mondo vicino a noi eppur così lontano. Per fortuna che ci sono i bambini che, con tutta l’innocenza, ma anche la maturità di chi vede molto, prenderanno in mano la fiaccola della speranza. Quella che il circo ci portava nei ricordi dell’infanzia. Non ho apprezzato, anche se ne capisco il motivo, l’utilizzo di una lingua infarcita di “gitanismi” che fanno calare nella realtà descritta, ma che (a me) sono incomprensibili. Una scrittrice da rivedere in altre opere.

“quando si ascolta una favola, non ci si deve chiedere mai se la vicenda di cui si parla è vera o falsa. Una favola, l’unica cosa che chiede, è di poter rimanere nel cuore di chi ascolta”

Milena Magnani è nata a Bologna nel 1964. Nel1993 ha esordito con il romanzo “L’albero senza radici” (Nuova Eri) e nel 1996 ha scritto “Delle volte il vento”, pubblicato da Vallecchi. Ha scritto racconti per riviste e curato drammaturgie per il teatro. Laureata in scienze politiche e sociali, da vent’anni è impegnata nel settore dell’educazione e dell’accoglienza. 

In fine, come ogni inizio mese, ecco l’elenco delle letture settembrine.

 
















































































































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Autore


Titolo


Editore


Euro


1


Martin Kohan


Fuori i secondi


Einaudi


12,50


2


Muriel Barbery


L’eleganza del riccio


E/O


18


3


Martin Amis


Passaggi di carriera


Repubblica Short Stories


4,50


4


Cormac McCarthy


Meridiano di sangue


Einaudi


11,50


5


Ma Jian


Tira fuori la lingua


Feltrinelli


9


6


Lorenzo Licalzi


Apposta per te


Corti di Carta


3,50


7


Stefano Zecchi


Maria. Una storia italiana d’altri tempi


Corti di Carta


3,50


8


Roberto Alajmo


1982 Memorie di un giovane vecchio


Laterza


9


9


Banana Yoshimoto


Chie-chan e io


Feltrinelli


s.p.


10


Marco Vichi & Leonardo Gori


Bloody Mary


Verdenero


10


11


Maurizio de Giovanni


La condanna del sangue


Fandango


12,50


12


Francesco Berto


Tutti pazzi per Gödel


Laterza


s.p.


13


Truman Capote


Il Giorno del Ringraziamento


Repubblica Short Stories


4,50


14


Francesco Guccini & Loriano Macchiavelli


Tango e gli altri


Mondadori


9


Le stelle preannunciano grandi sommovimenti nelle prossime settimane. Staremo a vedere. Per ora buona settimana a tutti.

Giovanni

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