lunedì 21 maggio 2007

Gialli per riposare

A fronte di un inizio di maggio travolgente di lavoro, passiamo qualche minuti a riposare con due gialli di impegno moderato.

Dopo il Marocco (di cui alla precedente) una puntata in Olanda per un progetto sui porti europei. Sottolineo di passaggio la capacità che hanno gli olandesi di mandarmi fuori di testa. Sarà la loro lingua assurda o il loro calvinismo, ma come al solito trovo la loro flessibilità e simpatia agli apici mondiali. Un tassista mi ha fatto un interrogatorio di terzo grado per sapere dove andavo (ed io sapevo solo l’indirizzo), alla fine è salito in macchina, ha impostato il navigatore e mi ha portato dove doveva senza colpo ferire ma non poteva farlo prima?). L’addetto alle informazioni dei treni, cui chiedevo dove fare un biglietto alle macchinette, continuava a ripetermi che queste non accettavano carte di credito o “cash” ma solo “coin” (lasciandomi nel dubbio sull’enorme differenza tra i due termini) e rischiando di farmi perdere il terno per l’aeroporto. Tuttavia, visto che c’ero mi sono concesso una cena “di compleanno” in una brasserie olandese culminata con “patate fritte all’olandese” (cioè con la maionese) e mousse al cioccolato.

Ma torniamo alle trame (veloci e senza citazioni degne di nota)

Il primo è un italiano

Stefano Pigozzi “Metal Detector” Mondadori euro 3,60

Premio meritato per il Giallo Italiano 2006. Una Bologna forte, sul versante dove non si avventura Macchiavelli (Loriano). E dove la mafia russa lotta (e spesso vince) con i metodi della guerra. Molta la carne al fuoco (prostitute, avvocato lesbico, poliziotto con figlio autistico). Verso la fine un po’ di concessione all’hard-boiled americano. Ma per un’opera prima si può concedere.

La seconda una vecchia conoscenza, la vecchia Edith Pargeter, di cui Tea continua a sfornare libri a più di dieci anni dalla morte

Ellis Peters “Una luce sulla strada per Woodstock” TEA euro 7,50

Tre short-stories delle indagini di fratello Cadfael nel 1200 inglese. Apprezzabile la prima, che, in termini moderni si chiamerebbe “prequel” (per i non cultori del cinema, una serie di film che narrano le vicende di un qualche personaggio sono un sequel; quando uno di questi film narra le avventure che avvengono prima del primo film di successo, si chiama prequel à previous sequel). Le altre forse un po’ veloci (non si fa in tempo ad entrare nei perché dei personaggi, elemento maestro della Peters), ma nel complesso va bene anche così.

Per le bio, di Pigozzi So solo che è sposato e vive a Modena. Il resto è mistero. Della Peters ho già parlato in precedenza.

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