venerdì 5 gennaio 2007

Velocità di lettura (26 novembre)

Come già questa estate, mi continuano a chiedere conto sulla mia velocità di lettura. Ora credo che ci siano molti fattori concomitanti. Primo, mi segno cosa leggo e questo (se lo fate) vi darà anche a voi una maggior mole di letture. Secondo, usando poco o nulla la televisione, a casa (la sera e la mattina) ho spazio per leggere. Terzo, ora sto anche sfruttando la mia frequentazione delle ferrovie Italiane che mi danno modo di avere un paio d’ore di lettura rilassate. Di converso (e questo è un limite) a volte non mi soffermo sul libro appena letto, ma, dopo averne appuntato qualcosa, ne esco, per poi tornarvi quando vi scrivo.

Detto ciò i tre libri di questa settimana sono in realtà due, nel senso che uno che ho letto lo devo ancora meditare, e ne ho ripescato una letto tempo fa.

Comincio subito da questo allora,

Will Ferguson[1]Felicità” Feltrinelli 8 euro.

Mi ero scordato di averlo letto tempo fa, ma ve lo propongo. Una satira gioiosa sull’industria dell’auto-aiuto. Concorderei, ma mentre l’idea è buona, si sviluppa un po’ troppo incasinata per riuscire ad arrivare “faticosamente” a 300 pagine di romanzo. Come diceva qualche grande scrittore, prima scrivere e poi tagliare, tagliare, tagliare. Rimane l’idea che l’auto-aiuto, a volte (e nell’industria nord-americana molto più che a volte) è solo un business come un altro, e spesso altrettanto casuale.

Gli altri due sono di due scrittrici di cui ho già parlato, per cui non ne ripeto i dati biografici.

Fred Vargas”Debout les morts” J’ai lu 6,30 euro

Seconda apparizione nel mio universo letterario di Vargas (ancora in lingua, anche questo non so se è già uscito da Einaudi) e prima (almeno per me) di Vandoosler, commissario-poliziotto-investigaotre umano, che non precipita né si precipita verso soluzioni intermedie. Conta solo la soluzione finale. Anche qui, una serie di scatole cinesi da giallo classico, per trovare la soluzione finale giusta. Parigi, anche se decentrata. Giovani che studiano, lavorano, lottano per e con la vita. Poco sesso (almeno per un giallo) e molta atmosfera. Trenabile.

L’altro invece è un brevissimo libretto (una sessantina di pagine in 16° anziché in 8°),              

Agota Kristof”Dove sta Mathias?” Casagrande 8 euro.

Due piccoli brani dal fondo Kristof (i brogliacci che Agota ha lasciato ad una fondazione svizzera). Il primo è una elaborazione della scrittura di rapporto tra due bambini, che prelude alla Trilogia della Città di K. Il secondo, per me più interessante, un brano teatrale “Line, il tempo”, in cui con elementi asciutti, si ripercorre un rapporto possibile, a distanza di dieci anni. Nel primo atto lei bambina dodicenne comprende e si innamora di un lui più che ventenne. Nel secondo lui trentenne cerca di tornare sui vecchi passi. Ma come diceva Guccini, Il tempo è andato e non ritornerà. Il tutto scritto nell’ottica di lei. Provocazione per la mia amica teatrale: scrivere un terzo atto rovesciato (cioè dalla parte di lui).

Buona settimana a tutti





[1] Will Ferguson è uno scrittore canadese noto per le sue umoristiche osservazioni sulla storia e la cultura canadese. Il suo successo è dovuto all’osservazione del Canada con gli occhi di uno straniero. Quarto di sei fratelli, nasce a Fort Vermilion, Alberta circa 800 km a nord di Edmonton. A sei anni i suoi divorziano. A 16 lascia la scuola per andare a Saskatoon. Quindi si unisce al programma governativo canadese Katimavik, girando il mondo, studiando come sceneggiatore e laureandosi a Toronto nel 1990. Sposa Terumi a Kumamoto, Giappone nel 1995. Al ritorno in patria, gli shock culturali lo portano a scrivere il suo primo libro “Why I Hate Canadians”. Ferguson ha vissuto 5 anni in Giappone insegnando inglese. Le sue esperienze le ha poi scritte in “Hitching Rides with Buddha”. Ha vinto due volte il premio umoristico “Stephen Leacock Memorial Medal” con HappinessTM nel 2002 e con “Beauty Tips from Moose Jaw” nel 2005. Ora risiede a Calgary, Alberta, con la moglie e due figli.


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