Clive Cussler & Craig Dirgo “La pietra
sacra” TEA euro 8,90 (in realtà, scontato 6,69 euro)
[in: 04/10/2009 - out: 14/02/2010]
Solita avventurona di Cussler.
Continuo però a ritenere che l’influenza di Dirgo sia deleteria. Un po’ di
sparate pseudo - politiche. Molta avventura tecnologica. Poca ricerca storica.
E assenza della tensione sessuale latente che fa dell’avventura (da James Bond
in poi) un cavallo avvincente. Qui, oltre all’acqua della nave ed il vento
degli elicotteri, non c’è molto altro che avvince. L’inizio è tipicamente
Cussleriano, con quel meteorite che si avvia verso la terra spaccandosi in due
palle tonde e compatte, uno a finir tra i Vichinghi, e presa ad adorazione
dalla stirpe di Eric il Rosso. L’altra scomparsa nel deserto saudita, per poi
(qui un po’ forzata) trovarsi incastonata nella kaaba meccana. Da qui,
purtroppo, interviene il non eccelso Dirgo imbastendo una trama spionistica
incasinata, con un gruppo di terroristi arabi che vuol diffondere la peste a
Londra durante un concerto di Elton John, usando una bomba nucleare ucraina. Ed
in parallelo con un magnate a metà tra lo Spectre ed il Goldfinger di Bondiana
memoria, che vuole vendicare la morte in Afghanistan del proprio figlioletto
ucciso dai talebani. In tutto questo, il gruppo della Corporation di Juan
Cabrillo, che, onnipotente e pieno di soldi e di mezzi, trova rimedio a tutte
le malefatte, alleandosi un po’ di qua e un po’ di là. Certo sempre eticamente
sul filo della correttezza occidentale (anche se poi diventa grande amico
dell’emiro del Qatar). Ripeto, quando è da solo, o al limite ora con il figlio
a supporto (che non a caso si chiama Dirk…) Cussler ha un suo perché
rilassante. Qui pencola troppo verso derive che non mi piacciono tanto, ma ha
comunque il merito di scorrere veloce. Nonostante le 500 pagine, tra un piatto
di cozze, un dito sanguinante ed una trasvolata aerea sull’Europa innevata, si
digerisce in fretta. Senza neanche tanta pesantezza di stomaco.
Clive & Dirk Cussler “Il tesoro di
Gengis Khan” TEA euro 8,90
[in: 27/11/2009 - out: 25/04/2010]
Rispetto
alle ultime uscite in coppia del vecchio Clive, qui padre e figlio mi sembrano
una coppia più affiatata. Niente voli letterari a toccar le alte vette. Ma un
buon filmone, tante scene (qualcuno un po’ scontata), niente sorpresone finali,
ed alcuni tocchi qua e là di umanità interna (la visita di Pitt alla tomba di
Summer) ed esterna (alcuni tocchi ecologisti che non guastano). Il plot è
l’ormai classico delle avventure che ruotano intorno alle pattuglie del NUMA.
Si parte sempre da lontano, un avvenimento (in genere un disastro, ma non
sempre) che fa sparire qualcosa di prezioso (per qualcuno o per l’umanità). Poi
ci si cala nel presente, dove il cattivo di turno cerca di utilizzare e/o
trovare la preziosità scomparsa, e la pattuglia dei buoni che cerca di
impedirlo, salvando (quasi) tutti. Qui il presente è calato nella realtà della
penuria possibile degli approvvigionamenti energetici. Il cattivo mongolo cerca
di ridurre alla disperazione l’emergente Cina tagliandole i rifornimenti
petroliferi, per far tornare la Mongolia agli antichi splendori dei tempi di
Timujin e di Kublai. Questo consente agli autori di fare quelle digressioni
ecologiche che non guastano sia sul fabbisogno di energie alternative, sia sui
guasti che l’attuale economia produce asservendosi al dio petrolio. E poi
grandi spazi, quelli che mi fanno piacere il dipanarsi di queste avventure.
Prima il lago Baikal, poi il deserto di Gobi, per finire sugli atolli hawaiani.
Senza dimenticare vari e bei passaggi nella descrizione della un dì da visitare
Ulan Bator. Forse questo mi ha poi inchiodato alle 500 pagine attuali, questo “bisogno
di Mongolia” che da un po’ di tempo mi porto appresso. Sarà un segno? Sarà un
sogno? Certo le parti alla James Bond sono un po’ stanchine, anche se ben
congegnate, come ben congeniati sono tutti i meccanismi tecnologici. Ma
l’azione pura non è nelle mie corde, anche se ben fatta. Comunque alla fine
arrivano tutti. Un posticino lo prendono pure i due gemelli Pitt jr, simpatici
e da cui ci aspettiamo altre future avventure. E l’alter ego Al, sempre pronto
alla bisogna. Una buona lettura in vista del prossimo ritorno in Belgio.
Clive Cussler & Paul Kemprecos “Oro
blu” TEA euro 8,60 (in realtà, scontato 7,31 euro)
[in: 03/04/2010 - out: 16/05/2010]
Vecchia uscita, una delle prime
della coppia, e tutto sommato più equilibrata. Grande saga basata sul controllo
delle riserve idriche mondiali. Come nei primi e ben orchestrati Cussler si
spazia in diversi punti di tempo e luogo (anche se meno dei classici) per
seguire da una parte la vicenda di Francesca Cabral, scopritrice di un metodo
rivoluzionario per la desalinizzazione dell’acqua. Dall’altra l’ascesa e
l’immancabile caduta di Brynhild e del suo tentativo (attraverso vie legali o
meno) di accaparrarsi l’uso privato dell’acqua pubblica. Farcite dalle imprese
dei due sotto alter-ego degli eroi della saga (qui, niente Dirk Pitt e
compagnia, ma Kurt Austin e Joe Zavala, altrettanto tipici anche senza la
fortuna del buon Dirk) e dei sempre presenti super-scienziati della NUMA (in
particolare i coniugi Trout, già presenti cross in molte storie). Dalla frase
sotto riportata nasce una riflessione che trascende i limiti del romanzone
d’avventura, che venne scritto ben dieci anni fa. Ed ora la privatizzazione
delle acque è sotto gli occhi di tutti, ma tutti (o molti) la lasciano scorrere
come fosse un sotto-prodotto della modernità. Ma se ci si riflette, si può ben
ricordare che (a parte tutte le connotazioni ideologiche) il maggior peso dei
conflitti nell’area israelo-palestinese derivano proprio dal controllo delle
acque del Giordano. E tanti altri conflitti nascono per il controllo di questo
bene che non è aumentato negli ultimi 2000 anni, mentre i consumatori sono
diventati, quanti miliardi? Ma torniamo alla storia, scorrevole e piacevole,
anche se con alcuni nei nelle parti finali: la fine dei cattivi, soprattutto dei
gemelli bosniaci è un po’ affrettata, e poi ad un certo punto alcuni
giornalisti scompaiono e non si sa più nulla di loro. Un po’ più di attenzione
ci vorrebbe, anche in queste prove semi-industriali. Appuntamento alla prossima
saga dei super-eroi dell’acqua.
“Un bene prezioso come l’acqua non dovrebbe essere controllato da
imprese che non devono rendere conto all’opinione pubblica” (89)
Essendo la prima trama del mese
riporto l’elenco dei libri letti in maggio, mese che ci ha dato una grande
messe di libri (anche se molti erano sulle 100 pagine, quindi veloci). Mese
cominciato con alcune letture poco gradite, ma che si è andato rimpolpando, con
alcune punte di assoluta eccellenza.
#
|
Autore
|
Titolo
|
Editore
|
Euro
|
J
|
1
|
Massimo Lugli
|
L’istinto del Lupo
|
Newton Compton
|
4,90
|
3
|
2
|
Herta Muller
|
Lo sguardo estraneo
|
Sellerio
|
9
|
2
|
3
|
Vauro Senesi
|
Il mago del vento
|
Piemme
|
6,50
|
3
|
4
|
Muriel Barbery
|
Estasi culinarie
|
E/O
|
8
|
2
|
5
|
Mauro Covacich
|
Trieste sottosopra
|
Laterza
|
9
|
4
|
6
|
Sergio Donati
|
Il sepolcro di carta
|
Mondadori
|
4,20
|
2
|
7
|
Banana Yoshimoto
|
Presagio triste
|
Feltrinelli
|
6,50
|
3
|
8
|
Sapo Matteucci
|
Q.B. la cucina quanto basta
|
Laterza
|
10,50
|
4
|
9
|
Grazia Verasani
|
Di tutti e di nessuno
|
Kowalski
|
15
|
4
|
10
|
Clive Cussler & Paul
Kemprecos
|
Oro blu
|
TEA
|
8,60
|
3
|
11
|
Veit Heinichen
|
Danza macabra
|
E/O
|
9
|
4
|
12
|
Håkan Nesser
|
Il commissario e il silenzio
|
TEA
|
8
|
4
|
13
|
Martin Buber
|
Il cammino dell’uomo
|
Edizioni Qiqajon
|
6
|
5
|
14
|
Pietro Citati
|
Alessandro Magno
|
Adelphi
|
9
|
4
|
15
|
Marc Augé
|
Les formes de l’oubli
|
Rivages
|
5,95
|
4
|
16
|
Valeria Parrella
|
Ma quale amore
|
Rizzoli
|
15
|
4
|
17
|
Marco Malvaldi
|
Il gioco delle tre carte
|
Sellerio
|
12
|
3
|
18
|
Benedetta Cibrario
|
Rossovermiglio
|
Feltrinelli
|
7,50
|
3
|
Come detto, ora si chiude per
ferie e caldo, si cerca di affrettare gli ultimi preparativi, si prepara la
borsa e il borsone e ci si avvia prima al gran viaggio e poi ad una bella
commemorazione di fine agosto (ma su questa ci si tornerà su).
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