giovedì 28 dicembre 2006

DOPO MESI DI SOSTA

Il titolo è un po' fuorviante, ma sto riportando nel blog gli interventi mail di un anno di letture. Con questo siamo arrivati ad ottobre. Trame e ... voilà cambia un po' ed aggiunge titoli e note.

Trame e ... voilà - 2006 - 10 - 15

Per ogni autore è presente una breve nota biografica, di modo che autori ignoti siano più vivi ed autori noti siano meglio inquadrati.

Dato il grande stacco temporale, anche questa è una lunga lista, contiene cioè la maggior parte dei libri letti in questi tre mesi.

Allora buona lettura e buona settimana a tutti.

Giovanni

Autori Stranieri

Nagib Mafhuz[1]

Notti delle mille e una notte – Feltrinelli - 7

Il grande vecchio egiziano immagina il seguito delle Mille e una notte. Cosa farà il principe dopo? E Sherazade? Ci sarà il trionfo “dell’amore sull’odio”? Mafhuz vuole dimostrare che non saranno mai le parole a cambiare il mondo. O almeno, non da sole; ma per cambiare bisogna vivere nel mondo e vederne le ingiustizie sulla pelle

Antonia Arslan[2]

La masseria delle allodole – Bur - 7,80

Uno spaccato dell’eccidio armeno con gli occhi dei nipoti. La vicenda è forte. La scrittura un po’ meno. Mi rimane questa illuminazione: “Shingagian capisce ora, fino in fondo, il mistero della forza che unisce l’uomo e la donna che si sono scelti. ‘Dove sei tu, ci sono anch’io’. Nessuno può interrompere davvero il colloquio di due sposi amanti, né sciogliere le loro viscere che si sono intrecciate”

Autori Italiani

Carlo Bernari[3]

Tre operai – Mondadori - 7,40

Ho letto con interesse questo romanzo, certamente datato (pubblicato negli anni ’30) ma molto intenso. Un vero romanzo “proletario” con la sensazione delle fabbriche, delle lotte, della rivincita sociale. Scrittura anche sorprendentemente nuova per l’epoca. Da leggere con calma, centellinandolo, magari una sera d’inverno accanto al fuoco.

Stefano Benni[4]

Elianto – Feltrinelli - 7,50

Fantasia pirotecnica di Benni, nel creare mondo reali quanto implausibili (e viceversa). In una parodia del reale, scorribandando tra follie. Troppo lungo per seguire tutte le invenzioni, decodificarle ed apprezzarle.

Anna Berra[5]

L’ultima ceretta – Garzanti - 8

Vicende a Torino, imperniate intorno ad Alice ed al suo circo. Sembra un giallo, ma poi non lo è. Sembra un romanzo di sesso, ma forse è solo il modo di raccontare la vita. Caratteri strani, alcuni bozzetti (la famiglia ortodossa). Rimane in punta e non affonda.

Saggi

Massimo Donà[6]

Serenità – Bompiani - 8

Affrontato come un testo che credevo cercasse di “portare” serenità, mi trovo un saggio (un po’ tosto) che cerca di dimostrare che non solo la felicità ma anche la serenità non sono nelle corde umane. Arrivando poi a questa definizione “Sereno è dunque chi si lascia attraversare dalle cose, dagli eventi e dalla loro eventuale carica emozionale senza rimanerne in qualche modo scioccato; chi non cerca di evitare le cose, le persone … chi non teme l’imprevisto [perché],,, ne ha disattivato il potenziale eversivo. Chi accoglie qualsivoglia possibilità lasciandosi attraversare dalle emozioni da essa implicate, senza temere che esse mettano in questione la propria esistenza. Senza che quest’ultima finisca per rimanere traumatizzata … dall’eventuale violenza di un improvviso impatto con le medesime”. Per un uso pratico e non teorico della filosofia.

Arthur Schopenhauer[7]

L’arte di invecchiare – Adelphi - 8

I pensieri del grande mentre “il Nilo si avvicina a Il Cairo”. Di alcuni mi rimane traccia (ed approfondimento), da tutti un senso della vita compiuta “scrivendo solo quanto sento di vero”. Non sono sempre d’accordo, ma è un bel dibattere. Ve ne riporto alcune:

“I primi quarant’anni della nostra vita forniscono il testo, …i seguenti il commento, che solo ci insegna a comprendere rettamente il vero significato e la coerenza del testo”;

“Tutti vogliono vivere ma nessuno sa perché”;

“Per quanto vecchi si diventi, dentro di sé ci si sente comunque in tutto e per tutto gli stessi di un tempo, quando si era giovani, anzi bambini. Ciò che rimane immmutato, e sempre identico, e non invecchia col passare degli anni, è appunto il nucleo della nostra essenza, che non sta nel tempo, e proprio per questo è indistruttibile”

Gialli

Ellis Peters[8]

La penitenza di Fratello Cadfael – TEA - 7,50

Ventisimo titolo della saga medioevale. Scorrevole, senza acuti. Direi scontato nella parte “gialla”. Cominciano anche a venir fuori storie parallele per inglesi buonisti. Tuttavia easy, da leggere durante un’influenza.

Armitage Trail[9]

Scarface – Newton Compton - 7,90

Il “romanzo” dell’ascesa e caduta di un gangster negli Anni Venti. Scrittura scorrevole, come si addice ad una sceneggiatura. Ma non molto di più (passioni semplificate, anche se si abbozza “sociologia” da Little Italy). Da pomeriggio di mal di denti

Denise Mina[10]

Nubi di pioggia – TEA - 8

Seconda avventura di Maureen, nelle viscere di una Glasgow sporca, povera e piena di donne malmenate e stuprate. Un po’ di angoscia, una scrittura abbastanza scorrevole. Speranze poche. Prima di cena, e mai di notte.

















[1] (Il Cairo, 11 dicembre 1911 - 30 agosto 2006) è stato uno dei maggiori scrittori egiziani e uno dei più riconosciuti intellettuali del mondo arabo. Nel 1988 divenne il primo autore di lingua araba ad essere insignito del premio Nobel per la letteratura.

Mahfouz ha pubblicato una cinquantina di romanzi, tra cui la Trilogia del Cairo (1956-57), Il rione dei ragazzi (1959), a lungo censurato per blasfemia in Egitto, Il ladro e i cani (1961) e Il nostro quartiere. Nei suoi romanzi, egli descrive in maniera molto approfondita gli aspetti della vita popolare cairota. L'unico romanzo non ambientato nella capitale egiziana è Miramar, testo incentrato su Alessandria d'Egitto.



[2] (Padova 1938) è una scrittrice e saggista italiana di origine armena.

Laureata in archeologia, è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'università di Padova. È autrice di saggi sulla narrativa popolare e d'appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare italiano fra Ottocento e Novecento) e sulla galassia delle scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra '800 e '900).

Attraverso l'opera del grande poeta armeno Daniel Varujan — del quale ha tradotto le raccolte II canto del pane e Mari di grano — ha dato voce alla sua identità armena. Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio armeno (Metz Yeghèrn, Il genocidio degli Armeni di Claude Mutafian) e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr. La memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni). Nel 2004 ha scritto il suo primo romanzo, La masseria delle allodole (Rizzoli), che ha vinto il Premio Campiello. Nella primavera del 2007 uscirà nelle sale un film tratto dal romanzo e diretto dai fratelli Taviani.



[3] fu lo pseudonimo di Carlo Bernard. Nato a Napoli nel 1909 da una famiglia di origini francesi (morì nel 1992). Il padre era tintore. Esordì nel 1934 con il romanzo Tre operai di stampo realista, privo di retorica e dalla prosa inusualmente sobria rispetto ai tempi di dannunzianesimo imperante; anche i temi affrontati erano decisamente inusuali rispetto al resto della produzione italica del tempo: la condizione operaia, la giustizia sociale ecc.. Nelle opere successive Bernari ha intrecciato pubblico e privato, mirando a rappresentare con forte tensione conoscitiva le ambiguità etiche, esistenziali e sociali più rilevanti del mondo presente: Tre casi sospetti (1946), Prologo nelle tenebre (1947), Speranzella (1949), Vesuvio e pane (1952), Domani e poi domani (1957), Amore amaro (1958), Era l'anno del sole quieto (1964) dedicato all'analisi del fallimento dell'industrializzazione nel meridione italiano, Un foro nel parabrezza (1971), Tanto la rivoluzione non scoppierà (1976), Il giorno degli assassinii (1980). Postumo è stato pubblicato il breve romanzo L'ombra del suicidio (1993) scritto nel 1936-1937, il cui tema e il cui personaggio centrale servirono a Bernari come primo spunto per la composizione di "Era l'anno del solo quieto". Temi di questo romanzo sono il potere, il contrasto nord/sud, l'industria, le tangenti, tra fallimenti e suicidi ecc.; l'intreccio è quello di un giallo metafisico, con giochi di luci e ombre, frustrazioni dell'individuo che si scontra con le istituzioni sociali ecc. Sempre nel 1993 è stato rinvenuto dal figlio di Carlo Bernari, Enrico Bernard, una prima bozza di "Tre operai", risalente al 1928 e avente come titolo Gli stracci.



[4] Nato il 27 gennaio 1947 ha iniziato a pubblicare alcune delle migliori opere della narrativa italiana negli anni '80 e '90.
Presso l'editore Feltrinelli, dopo la raccolta di poesie satiriche Prima o poi l'amore arriva (1981), è la volta del romanzo satirico-fantascientifico Terra! (1983) che lo pone all'immediata attenzione della critica europea. Dopo la parentesi de I meravigliosi animali di Stranalandia (1984) con i disegni di Pirro Cuniberti che lo avvicinano alla linea fantastica-ironica di Gianni Rodari, tenta il romanzo più impegnato con Comici spaventati guerrieri (1986), una critica neanche tanto velata della condizione urbana:
verrà realizzato un film che sviluppa alcune delle idee implicite nel romanzo stesso.
In qualità di saggista ha collaborato a Futuro news, ed. Fanucci, e ad un'iniziativa editoriale dell'ed. Franco Muzzio.
I lavori seguenti sono una continua crescita con la composizione di opere di carattere fantastico fortemente legate alla situazione politica e sociale contemporanea. Altri suoi libri sono: L'avventura, Baol, Una tranquilla notte di regime, La compagnia dei celestini, Spiriti, Saltatempo (Premio Bancarella 2001), le raccolte di racconti (oltre al già citato Il bar sotto il mare), L'ultima lacrima, Bar sport, Bar sport duemila e le raccolte di brani teatrali Teatro e Teatro2.
Per Feltrinelli ha diretto la collana Ossigeno; ha curato la regia e la sceneggiatura del film Musica per vecchi animali (1989) e ha allestito col musicista Paolo Damiani lo spettacolo di poesia e jazz, Sconcerto (1998).
È ideatore della Pluriversità dell'Immaginazione e dal 1999 cura la consulenza artistica del festival internazionale del jazz Rumori mediterranei che si svolge ogni anno a Roccella Jonica.



[5] è nata (per puro caso) a Torino. È fanatica del cioccolato amaro e della danza, colleziona versioni di Alice nel paese delle meraviglie in tutte le lingue ed è autrice del saggio Il corpo sulla testa. Questo è il suo primo romanzo



[6] scrittore e filosofo, insegna all'Accademia di Belle Arti di Venezia e alla Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. E’ tra i fondatori della rivista Paradosso e ha curato, insieme a Romano Gasparotti, la pubblicazione dell'opera postuma di Andrea Emo. Collabora con varie riviste e ha pubblicato svariati volumi.



[7] (Danzica, 22 febbraio 1788 - Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) fu uno dei più eminenti filosofi tedeschi. Figlio di un ricco mercante, Heinrich Floris, e di una scrittrice, Johanna Henriette Trosiener, nel 1805, alla morte del padre, si stabilì a Weimar con la madre. Qui conobbe Christoph Martin Wieland e Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Contrario ad ogni mondanità, si ritirò in solitudine per portare a termine gli studi. Nel 1809 s'iscrisse alla facoltà di medicina a Gottinga. Due anni dopo, nel 1811, si trasferì a Berlino per frequentare i corsi di filosofia. Ingegno molteplice, sempre interessato ai più diversi aspetti del sapere umano (frequentò corsi di fisica, matematica, chimica, magnetismo, anatomia, fisiologia, e tanti altri ancora), nel 1813 si laureò a Jena con una tesi Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente e, nel 1818, pubblicò la sua opera più importante, Il mondo come volontà e rappresentazione che ebbe tuttavia scarsissimo successo tra i suoi contemporanei. Anche le successive edizioni del trattato furono accolte assai sottotono, nonostante fossero giunti, da più parti, persino riconoscimenti ufficiali, primo fra tutti la vittoria di un concorso indetto dalla Società delle Scienze norvegese, che egli conseguì nel 1839 con un trattato Sulla libertà del volere umano.

Dopo aver girato in lungo ed in largo l'Europa, e dopo una breve parentesi da libero docente universitario a Berlino (1820), dal 1833 decise di fermarsi a Francoforte sul Meno dove visse da solitario borghese, celibe, misogino. La vera affermazione del pensatore si ebbe solo a partire dal 1851, data della pubblicazione del volume Parerga e paralipomena, inizialmente pensato come un completamento della trattazione più complessa del Mondo, ma che venne accolto come un'opera a sé stante, uno scritto forse più facile per stile e approccio e che, come rovescio della medaglia, ebbe quello di far conoscere al grande pubblico anche le opere precedenti del filosofo. Fondamentalmente in pieno accordo con i dettami della sua filosofia, manifestò un sempre più acuto disagio nei confronti dei contatti umani (ciò che gli procurò, in città, la fama di irriducibile misantropo) e uno scarso interesse, almeno in via ufficiale, per le vicende politiche dell'epoca quali furono, ad esempio, i moti rivoluzionari del 1848); i tardi riconoscimenti di critica e pubblico servirono, suppositivamente, ad attenuare i tratti più intransigenti del carattere del filosofo, ciò che gli procurò negli ultimi anni della sua esistenza una ristretta ma interessata e fedelissima cerchia di (come egli stesso amò definirli) devoti "apostoli", tra cui il compositore Wagner. Morì di pleurite, nel 1860.



[8] pseudonimo di Edith Mary Pargeter (Horsehay, Shropshire, 28 settembre 1913 - 14 ottobre 1995), è stata una scrittrice britannica. Talvolta ha firmato i propri lavori col suo nome Edith Pargeter, per altre ha usato invece altri pseudonimi alcuni dei quali maschili, fra cui Peter Benedict, Jolyon Carr, John Redfern.

Di origine gallese, fu un'autrice prolifica. I generi letterari da lei affrontati furono disparati; ambientò molti dei suoi lavori nella patria degli avi e si occupò di storia e fiction di contesto storico, saggistica, traduzione di classici della letteratura ceca e mistery, genere quest'ultimo per il quale è maggiormente conosciuta. Come Ellis Peters firmò tra l'altro la serie di romanzi dedicata all'ispettore Felse e quella medioevale incentrata sulla figura di Fratello Cadfael. Ritenuta una delle più grandi autrici di gialli di tutti i tempi, fu premiata con un Edgar Award, ambitissimo riconoscimento conferito dall'associazione americana degli scrittori di gialli e con un Silver Dagger Award e un Diamond Dagger Award, premio consegnato dall'analoga associazione britannica



[9] pseudonimo di Maurice Coons (Los Angeles, 1902 – 10 ottobre 1930), scrittore e sceneggiatore americano. Cominciò a scivere Detective Story all’età di 16 anni. Passò ad Hollywood con il successo di Scarface. Dalla vita irregolare muore di una crisi alcolica durante le prove al Teatro della Paramount a Los Angeles.



[10] ha lavorato come infermiera prima di laurearsi in legge a Glasgow, dove attualmente vive e insegna criminologia. Ha scritto sceneggiature televisive per la BBC scozzese. Ottiene il successo con “La donna di Glasgow”, giallo che riprende anche i temi del suo primo lavoro.



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