mercoledì 14 dicembre 2011

Dei gialli e di altre cattiverie - 05 aprile 2009

Dopo un po’ di letture “impegnative”, torniamo a qualcosa di più leggero per accompagnare una settimana trascorsa all’insegna del lavoro sfrenato e dell’attesa. Riprendiamo, infatti, in mano dei gialli: una coppia italiana e due scrittori di oltre oceano. La cattiveria è invece la mia, che dico mi piace e non mi piace, e non solo sui libri. Mi piace Bosch e non mi piace Stephanie. Non mi convince il giallone italiano. Cominciamo allora proprio da quest’ultimo.
Massimo Carlotto & Marco Videtta “Nordest” E/O euro 9,50 (in realtà scontato € 8,07)
Il giudizio complessivo sul libro, devo dire, non è proprio positivo. Certo si legge facile, ed adombra una situazione anche ben nota dei guasti dell’industrialismo sfrenato nelle terre del Nordest. Eppure... come due trame che si intersecano. Una poi ricalca molto da vicino la storia personale di Carlotto. E suppongo che sia la parte dedicata alla scrittura di Videtta. Troppo vicine alle sue ferite la storia della morte della fidanzata e del possibile – probabile coinvolgimento del protagonista nel caso giudiziario. Chi sa (o ha letto mie trame passate) rivede una grande traccia della storia padovana di Carlotto. E forse non è un caso che quando si parla di Federico si assume la prima persona, si narra in soggettiva. Mentre tutto il resto è reso in terza. La storia è una delle solite storie di intreccio tra corruzione, arrivismo, cattivi rumeni ed altri ameni epigoni. E come storia, intesa come giallo, non ha pathos, già dopo venti pagine si capisce l’assassino ed il movente. Sì gli autori cercano di intorbidire le acque. Ma di ben altro spessore erano le pagine dell’Alligatore! Certo, un po’ di denuncia non manca. Alcuni elementi sulla sofferenza delle lande tristi, una volta piene di piccole imprese artigianali, ed ora schiacciate da un’assurda globalizzazione, sono di pregio (e fa sempre bene che qualcuno ce li ricordi). Ma poi tutto scorre, tutto arriva alla fine. Ed è una fine in linea con l’Italia attuale. Alcuni caratteri sono ben trattati (Carla con i suoi dubbi e le sue durezze, il matto, anche alcune pagine su Selvaggia Troncon in Calchi Ranier). Altri sembrano venire dalla solita galleria di disegni messi nel cassetto. Filippo, tanto per dirne uno. E forse lo stesso Francesco, a volte troppo buono per questo mondo di ladri. Per finire, stenderei il solito velo pietoso sulla quarta di copertina.
Passiamo alla (ri-)pubblicazione dei libri basati sulla detective in gonnella Stephanie (già passati con poco gusto una decina di anni fa, anche perché con una scelta editoriale di c…: la serie ha sempre un numero nel titolo, e toglierlo significa non far capire più nulla).
Janet Evanovich “Bastardo Numero Uno” TEA euro 8,60 (in realtà, scontato a 5,90 euro)
Scontato, ammiccante, un po’ banale…. Poi cerchi notizie, e scopri un mondo. Questo è il primo di 14 libri con protagonista Stephanie. Ed è uscito nel 1994 (infatti, è un po’ datato). Certo la storia è di un tipico plot hollywoodiano. Ci si aspetta di vedere Sandra Bullock nel ruolo di Stephanie e Bruce Willis in quello di Joe Morelli, poliziotto accusato di omicidio. Stephanie senza lavoro accetta di fare il recupero cauzioni per conto del cugino Vinnie. E come primo caso appunto deve rintracciare Morelli (con cui tra l’altro ha avuto una storia da adolescente). Nel farlo si imbatte in storie di violenze e di droghe. La fine è abbastanza nota per non creare suspense particolare. Meglio i caratteri, sia Stephanie, sia Morelli, ma soprattutto nonna Mazur, che si presenta alle veglie funebri in shorts e maglietta. Il tutto, quindi, giocato sull’ironia ed un po’ sul poliziesco facile. Credo che negli altri libri di Stephanie il tono un po’ grezzo di questa prima uscita si raffini e si solidifichi. Intanto, notiamo senz’altro il mestiere della scrittrice, che senz’altro c’è. Forse un po’ troppo americano per i miei gusti, ma non pensieroso. Insomma, un libro da ombrellone. Ma non credo che procederò oltre nella saga.
“indossai una t-shirt … e misi le scarpe da jogging… arrancai per il primo chilometro… il mio corpo non è stato progettato per correre. Il mio corpo è stato progettato per star seduto in una macchina costosa e guidarla”
Nata il 22 aprile 1943 Janet Evanovich è nata nel New Jersey. Ha studiato arte, ma era allergica ai colori, così ha provato a diventare scrittrice. Purtroppo tutti i suoi manoscritti venivano respinti. Ha poi cominciato a lavorare come segretaria, finché non ha ricevuto la telefonata di un editore interessato a un suo vecchio romanzo rosa. Dopo averne pubblicati dodici si è dedicata al poliziesco e a Stephanie, che è diventata la detective più famosa d’America. 
Finiamo quindi con il duro Bosch.
Michael Connelly “La memoria del topo” Piemme euro 11
Finalmente sono riuscito a leggere il primo libro della serie dedicata al detective Hyeronimous Bosch (detto Harry). Ho messo del tempo per ricostruirne la bibliografia, e cercare il primo libro (odio leggere libri seriali da metà, come ho detto parlando del Commissario Block). Da sempre, poi mi era simpatica l’idea di una madre che avendo la sfortuna di portare il cognome Bosch, non aveva di meglio che chiamare il figlio come il grande pittore. La storia in sé è un filino datata (15 anni non passano invano), tuttavia si regge in piedi. Adombra filoni classici di critica al sistema, che saranno propri di altro Connelly. I servizi segreti corrotti e/o deviati. Quelli che nel Vietnam hanno trovato miniere d’oro di corruzione e quelli che hanno trovato abissi di disperazione. Ma anche chi ne è uscito, in qualche modo. Proprio come Bosch, che poi entra nella polizia, ma si comporta sempre come fosse sul piede di guerra. Pesta i piedi a tutti pur di arrivare alla soluzione. E non è detto che sia sempre la più comoda per il potere. Il poliziesco comunque si regge bene. C’è un morto, poi un altro, rapine, finali e sottofinali. Soprattutto non annoia. Una buona coca-cola, forte, ma senza caffeina.
“doveva venire a patti con le sue angosce da sveglio, se voleva che le sue ore di sonno non venissero disturbate… Non era possibile modificare il passato. Non si cura un’anima ferita con un cerotto”
Essendo la prima domenica del mese, mettiamo anche l’elenco delle letture di gennaio 2009. Quest’anno si comincia un po’ più a rilento, tante cose da fare, poco tempo da leggere.
#
Autore
Titolo
Editore
Euro
1
Leonardo Padura Fuentes
Addio Hemingway
Il Saggiatore
9
2
Alessandro Perissinotto
Una piccola storia ignobile
SuperPocket
5,60
3
Domenico Seminerio
Il manoscritto di Shakespeare
Sellerio
13
4
Mohammed Dib
La casa grande
Feltrinelli
6,50
5
Janet Evanovich
Bastardo Numero Uno
TEA
8,60
6
Daniel Kehlmann
La misura del mondo
Feltrinelli
8
7
Stieg Larsson
Uomini che odiano le donne
Marsilio
19,50
8
Sandor Marai
Le braci
Adelphi
10

Comincia una settimana di passione e si avvicina la Pasqua. In molti si preparano a passare qualche giorno di riposo, ed a loro auguro tanta felicità e tanta “ricarica”. Io credo che sarò fermo a mettere un po’ d’ordine. A cosa?

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