domenica 10 giugno 2012

Aventureland - 18 marzo 2012

Dopo alcuni avvenimenti alterni (un bellissimo viaggio orientale ed un piccolo intervento medicale) riprendiamo l’appuntamento usuale con gli amanti dei libri. Come ogni volta, al ritorno da un bel viaggio, aumenta la potenziale pattuglia dei lettori. Porgo quindi il benvenuto ai nuovi arrivati, sperando che anche loro si divertano a queste scritture, riproponendo loro, a mo’ di benvenuto, le linee direttrici di queste trame. 
Innanzi tutto, chi si stufa di ricevere le mie note, basta una mail e viene tolto dalla lista. Se poi cambia idea, un’altra mail è si è di nuovo dentro questi messaggi che, con cadenza più o meno settimanale, invio ai miei amici. Se poi la lettura vi stimola, scambiamoci le impressioni. E se avete libri da segnalarmi, mandatemi un cenno. Poi la struttura: nell’oggetto della mail il gioco di parole che anni fa mi ha spinto a questa fatica. Ogni mail di norma contiene la critica a quattro libri che, nel mio sentire, hanno delle comunanze, che cerco di spiegare nelle introduzioni. Poi i libri, con titoli, costi, motivi, data di acquisto e di fine lettura. Il mio commento al libro, con tutti i giudizi personali che ne ho ricavato alla lettura. Comprese, se del caso, delle frasi che mi sono rimaste impresse. Qualche commento finale. Inoltre, ogni primo invio del mese, riporto l’elenco dei libri letti un paio di mesi prima, con aggiunta di un punteggio per indicarne il mio gradimento (da 5, bellissimo, ad 1, non mi è piaciuto).
Visto che son prolisso, dedichiamoci allora a rilassarsi, e, come promette il titolo, all’avventura. Offrendo un omaggio ad uno dei suoi maestri, quel Clive Cussler che seguo dai tempi delle prime uscite in italiano di Dirk Pitt. Qui è presente nelle sue serie laterali (che spiego commentando). Ma ho anche l’agio, presentando libri letti in tre diversi anni, di mostrare l’evoluzione delle note iniziali. Il primo, terminato a fine 2010, riporta solo le date di acquisto e di fine lettura. I due centrali, letti nel 2011, aggiungono i riferimenti all’originale ed alla data di prima edizione. L’ultimo, terminato pochi giorni fa in Cambogia, rivoluziona un po’ le date che diventano A come acquistato, I come iniziato e T come terminato. Inoltre riporto anche l’indicazione del numero di pagine.
Maniaco? Forse un po’.
Ma ora diamo spazio agli eroi della NUMA.
Clive Cussler & Paul Kemprecos “Lo zar degli oceani” TEA euro 9,80
[in: 01/06/2010 – out: 26/11/2010]
Solita avventurona, e solito duo. Ma quando scrive con Kemprecos, il protagonista è Kurt Austin e non Dirk Pitt. E tutto l’impianto ne risente. Certo, l’impianto, il marchio di fabbrica del quasi ottantenne Clive è sempre più o meno lo stesso: episodio del passato che lascia un qualche mistero insoluto, qualche cattivo che nel presente cerca di sfruttare qualcosa (un ordigno, una situazione, a volte entrambe) per fare soldi e potere (il più delle volte con un nesso che lo collega alla prima situazione), una bellona che si mette in mezzo ad inizio avventura (spesso per sbaglio o con scarsa cognizione degli avvenimenti), e quindi entrano in azione i nostri eroi della NUMA (National Underwater & Marine Agency), che sbaragliano bene o male il cattivo, risolvono (o quanto meno cercano di risolvere) il mistero iniziale, e la punta di diamante della NUMA (qui Kurt) passa un finale di avventura con la bellona, spesso a ricapitolare qualche punto oscuro. Beh, questa è una specie di scatola magica, ora sostituiamo alle descrizioni generiche elementi concreti, ed abbiamo la storia. Nel 1917 la traballante nave da carico “Stella di Odessa” imbarca ad Odessa profughi russi, che capiamo essere la famiglia Romanov femminile in fuga. Viene affondata con tutto il tesoro in mezzo al mar Nero. Ai giorni nostri una giornalista televisiva cerca di far luce su dei misteri marini in acque turco-russe. Peccato che si imbatte nell’impero del Putin di turno, qui tal Razov, affarista senza scrupoli, ipotetico discendente di qualche ramo imperiale. Che fa affari anche con l’entourage presidenziale americano (già visto, eh?). Ma è anche un cattivone, e cerca di sfruttare delle riserve di idrato di metano marino per creare danni alle coste americane. Qui entrano in scena i nostri. Austin in prima persona, che sbaraglia nemici a frotte (anche una carica di cosacchi a cavallo). Ritroviamo anche i personaggi-NUMA delle Pitt-story, che tanto non mancano mai: il mago dei computer, il factotum, lo storico marino, la coppia allampanata oceanografo – biologa marina. Il tutto condito con qualche puntatina qua e là, tra la costa del Maine, Washington ed il Mar Nero. Ritroviamo anche, che s’era lasciato nell’ultima sfortunata impresa di Austin (quella che aveva lasciato l’amaro in bocca a qualche lettore), l’oscuro Petrov, il russo buono, quello che conosce tutti gli apparati, e da una mano al buon Kurt nelle situazioni difficili. Il tutto, con finale glorioso e pacificante, colpi al cerchio ed alla botte. Un po’ di critica diciamo fintamente sociale, ma di una leggerezza che non nuoce. Non c’è la rabbia ecologista dell’ultimo di Austin, quell’Oro Blu che metteva sul tappeto anche qualche ideuzza ambientale. Ma come dicevo, poi il buon Clive decide di far morire l’eroina (quella che dovrebbe finire nel letto di Kurt) perché eroina sì, ma con qualche magagnetta. E gli affezionati lettori della sua saga glielo hanno rimproverato a piè sospinto, così che qui non si fanno errori. Come un bel filmone d’amore e d’azione, che l’industria americana sforna a tambur battente. Quindi un prodotto minore, ma di molto, anche alla normale produzione del buon Cussler (che ormai si avvia sulla trentina di titoli). Giusto buono per tenere a freno le angosce di questo autunno che non finisce mai. Tra l’altro, manca anche il marchio di fabbrica “umoristico”, infatti, non compare la solita barchetta con Cussler stesso che passa sullo sfondo, così come faceva Hitchcock nei suoi film.
Clive Cussler & Paul Kemprecos “La città perduta” TEA euro 8,90 (in realtà, scontato 8 euro)
[in: 07/11/2010 – out: 10/06/2011]
[tit. or.: Lost city; ling. or.: inglese; anno 2004]
Stava lì in attesa, e si aspettavano momenti di calma per attaccare un polpettone da relax. Ci sono voluti sei mesi, ma ora serviva proprio un’avventurona, forse un po’ scontata, ma scorrevole e scacciapensieri. Non ripeto quanto già detto, che quando manca Dirk, la trama ne risente un po’. Anche perché il buon Austin cerca di fargli il verso (almeno al primo Dirk e sul lato conquiste femminili), ma anche se fascinoso e di buona resa, è ancora un po’ troppo farfallone. Si dimentica brasiliane ed affini, e qui si lascia trascinare dalla bella Labelle (e già un gioco di parole un po’ trito, ma non è mio…) in un’avventura che cerca sempre di trovare intenti nobili, ma … Ma lascia un po’ storti, non perché non sia leggibile, ma vuole fare qualche colpo “alto”, ma poi non gli regge la trama, e sul finale riecheggia un po’ il primo Indiana Jones. Lo sviluppo della trama segue i dettami classici imposti da Cussler col suo standard di avvio. Si comincia nel passato, anche se qui non troppo lontano che siamo solo nel 1914, ed assistiamo alla morte di un aviatore francese, abbattuto prima che riesca a raggiungere la Svizzera. Passiamo per un intermezzo dove assistiamo al rapimento di uno scienziato scozzese. E poi si entra nel vivo. Austin e Labelle stanno cercando tracce delle migrazioni di epoche antiche, essendo la signorina esperta di armi ed altro, ma di quelle di duemila e passa anni fa. E dove le cercano se non in un lago al confine tra Francia e Svizzera? Dove altri scienziati cercano di sfruttare i ghiacciai per trovare energie alternative. Già immaginate che gli scienziati trovano il corpo dell’aviatore, chiedono aiuto all’esperta, e da qui si innesca la “storiona”. Che è quella della famiglia Fauchard (mercanti d’armi, d’altra parte il nome è quello di un’arma bianca, derivata dalla falciatrice del grano). Una famiglia che (scopriremo alla fine) ha le sue radici nell’antica Creta dove fu tra le prime famiglie ad esercitare il commercio di armi. Commercio che prosegue per millenni, fino ai giorni nostri. Dove l’ultima discendente è una donna che (altro colpo di genio) si chiama Racine (radice). Imparentata con l’aviatore, che era uno del “ramo buono”, tanto che stava scappando per avvertire il Papa che i Fauchard stavano dando soldi agli irredentisti serbi perché uccidessero l’Arciduca austriaco a Sarajevo (capite che guazzabuglio sta tirando fuori la fucina Cussler?). Come se non bastasse, bazzicando tra supermilitari, i Fauchard da millenni cominciano a cercare formule di longevità, poi di immortalità. Per questo rapiscono lo scienziato di cui sopra. Ed in una sperduta isola (che tanto deve a quella del dr. Moreau), trovano sia la formula che, come sottoprodotto, ha la produzione di un’alga mutante che rischia di prosciugare gli Oceani. Qui entra in gioco la coppia dei coniugi Trout, altri esimi rappresentanti del mondo cussleriano, che cercano di debellare l’alga. Per fare questo però le loro ricerche si imbattono con quelle sulle armi. Austin sembra capire il busillis, allora Racine rapisce Labelle, e tutto si avvia ad un fantasmagorico finale nel castello avito dei Fauchard. Che se fosse in Transilvania, farebbe invidia a quello di Dracula. Ovviamente Austin e i suoi amici debellano i cattivi, che, quando sembra abbiano il longevo sopravvento, vengono messi fuori combattimento (definitivamente) da una specie di “warm” chimico messo in atto dal fu scienziato scozzese (che ben presto muore). Questa è la parte un po’ ad effettacci, che ci si poteva risparmiare. Dedicando magari qualche pagina in più alla lotta contro le alghe. Ma comunque, anche queste vengono debellate. Stavolta la bella non muore. La ritroveremo? Intanto, e purtroppo, anche qui, no troviamo il cammeo cussleriano che era sempre presente nelle avventure di Dirk. Chissà se lo ritroveremo… Insomma un onesto prodotto industriale, non eccelso, ma leggibile.
Clive Cussler & Paul Kemprecos “Tempesta al Polo” TEA euro 8,90 (in realtà, scontato con Feltrinelli+ 0,89 euro)
[in: 09/08/2011 – out: 25/11/2011]
[tit. or.: Polar shift; ling. or.: inglese; anno 2005]
I libri della coppia Cussler & Kemprecos sono una bella costante negli anni. Sono lì nello scaffale, prima o poi ne emergono e non deludono (quasi) mai. Sono anche utili, in giorni difficili, come questi segnati da un nuovo mal di schiena che mi blocca, a casa, seduto, e dolorante. Allora, via, un bel librone di 450 pagine, che aiuta a dimenticare i dolori e fa passare la giornata, in attesa di schiene migliori. Solito volumone che spazia nel tempo e nello spazio, questa volta restringe la sua azione a poco più di 60 anni. E già qui ci troviamo in campi più maneggevoli. La squadra cussleriana è la solita di questi che sono stati battezzati “NUMA files” e cioè le avventure del gruppo di ricerche marine, senza però Dirk Pitt al centro. Perché il tempo passa, e Dirk ormai è diventato il presidente del gruppo. In questi romanzi il personaggio motore dell’azione diventa il sempre belloccio Kurt Austin, che invece delle macchine d’epoca, colleziona mezzi navali. Con la sua spalla factotum Joe Zavala, che colleziona donne e bevute. Poi c’è la coppia di biologi marini, Paul e Gamay Trout, che non disdegnano tuttavia di menare le mani, laddove servisse. I minori, sono quelli classici dei libri di Cussler, in particolare il mago dei computer e la sua assistente virtuale. Infine, ci sono i personaggi specifici del romanzo, anche se nel finale (visto che una parte si svolge in Siberia) ritroviamo il buon Petrov di due romanzi sopra, sempre pronto ad aiutare Kurt. Ci sono i buoni, come il profugo ungherese Kovacs, che scopre fantastiche equazioni, la cui soluzione permette di trovare frequenze elettromagnetiche in grado di alterare gli equilibri terrestri (tra l’altro, il titolo originale è “Spostamento polare”, molto più aderente alle vicende del romanzo, visto che per tutte le quasi 500 pagine il polo non viene mai avvicinato, né tanto meno vi si svolgono tempeste). L’austriaco Karl, che lo salva durante la guerra, ed ora, quasi ottantenne, con Kovacs morto, continua a fare l’angelo buono sulla di lui nipote Karla, una simpatica antropologa, dedita a trovare soluzione alla misteriosa scomparsa dei mammut. Ci sono i cattivi, Margrave e Gant, che vogliono sfruttare i teoremi di Kovacs per alterare l’equilibrio magnetico terrestre, mandando a palline i sistemi di comunicazione. Non sanno però che, spingendo troppo l’acceleratore si potrebbe provocare una nuova inversione dei poli magnetici, come sembra avvenne più di 10.000 anni fa. Con conseguenze inimmaginabili. E ci sono i mezzo e mezzo, come Spider che all’inizio, mago dei computer, aiuta Margrave, ma poi si accorge delle conseguenze e passa dalla parte di Austin. Il tutto con i soliti spostamenti su e giù per il globo. Con affondamento di navi inaffondabili. Con salvataggi sull’orlo di vortici senza fine. Inseguimenti tra Harley-Davidson e macchine a vapore (come erano alcuni modelli automobilistici intorno al 1910). Qualche ritrovamento di mammut nani in Siberia. Altre morti, altri salvataggi. Ed un piccolo mistero crittografico, che il mago dei computer Spider risolve, anche se il traduttore ha avuto del buono e del bello a riproporcelo, visto che si basa sulla prima parola di una filastrocca inglese che comincia con “door”. E “porta” è più lunga ed usa altre lettere. Certo dispiace un po’ che venga usata una volta ancora la capacità di qualcuno di creare onde enormi, anche se in modo diverso. Ma mi sembra uno sfruttare di nuovo idee già messe in cantiere. E devo definitivamente convenire che nei “NUMA files” Cussler decide di non intervenire più come nella saga di Dirk Pitt, e queste parti “umoristiche” un po’ ci mancano. Insomma, un altro prodotto decente, con una confezione gradevole, che si legge mettendo da parte i pensieri ma senza annoiare. E mi sembra già un buon risultato.
Clive Cussler & Jack du Brul “I Predatori” TEA euro 8,90 (in realtà, scontato a 7,56 euro)
[A: 02/10/2011 – I: 08/03/2012 – T: 10/03/2012]
[titolo: Dark Watch; lingua: inglese; pagine: 409; anno: 2005]
Qui siamo nel terzo filone che il nostro più che ottantenne Cussler mette in cantiere per continuare a sfornare best-seller. Ormai non scrive più da solo, ed in ogni serie ha bisogno di un più o meno robusto abitante. Quella principale, dedicata al bello e fascinoso Dirk Pitt, viene da qualche episodio scritta con il figlio … Dirk (chissà perché questa omonimia). La seconda, sempre ambientata nel mondo della sua agenzia, la NUMA (vedi precedenti) vede al centro l’emulo di Pitt, Kurt Austin, e sono una decina di libri scritti con Paul Kemprecos. La terza è la più tormentata. Qui Cussler voleva aprire un nuovo filone, dedicato più espressamente all’avventura ed alla sua mercificazione buonista (ma fino ad un certo punto) creando una nuova organizzazione, la OREGON, che opera in modo mercenario per salvare il mondo. Un versante profit della NUMA. I primi due libri li ha scritti con Craig Dirgo, un appassionato di mare cresciuto nell’organizzazione reale di Cussler (che si occupa sul serio di recuperare navi). Poi, l’apprendista stregone è cresciuto ed ha cominciato a scrivere libri in prima persona. Cussler allora cambia ottica, e cerca uno scrittore di thriller tecnologici che possa prendere il posto di Dirgo, e si affida all’americano di montagna (quasi creasse un contraltare in Vermont della sua California) Jack du Brul. Scrittore che ha già una sua produzione seriale e che accetta la sfida di affiancarsi al mostro sacro dell’avventura. Riprendono così le avventure del capitano Juan Cabrillo, che, appunto, si erano arenate con la defezione di Dirgo (defezione raccontata in modo quasi-velato in questo libro, quando Juan parla di come se ne sia andato il suo numero due Richard Truitt, portandosi via un sacco di soldi, onesti certo, ma mettendo in crisi il castello di Cussler). Anche qui la struttura (diremo l’impianto generale) diventa uno strumento dello scrivere qui adeguarsi per far riconoscere il prodotto (Beautiful insegna). C’è una prima operazione, quasi da servizi segreti (o forse senza quasi) che vede impegnata in modo vincente la squadra della OREGON. Ma questo serve solo come incipit per dare un marchio al testo. Poi si passa alla storia vera e propria, che (volontà del caso) letta tra Cambogia e Bangkok, si svolge nei mari asiatici, dove imperversano i nuovi pirati tecnologici. Cabrillo viene ingaggiato per tentare di sconfiggerli, e si trova in un mistero che non si aspettava. I pirati sembrano organizzati (e questo può essere pacifico, lì nell’Oceano dove imperversa il cattivo sikh Singh, ahi giochi di parole). Ma sembrano avere altri obiettivi, oltre il furto. Ci si mette così anche la tratta degli immigrati clandestini, in particolare cinesi. Si manda allo sbaraglio (se la caverà?) il secondo di Juan, Eddie Sang, un cino-americano che ritorna pericolosamente in Cina per seguire le tracce di queste immigrazioni (un po’, versante techno-spettacolare delle inchieste italiche sull’immigrazione dai paesi arabi). Queste convergenze di avventure portano alla scoperta della mente che c’è dietro a tutto ciò. O alle menti. Il deus ex-machina, è il cattivo russo Anton Savič, uscito dalla disgregazione dell’impero sovietico con una dritta per un filone aurifero in Kamtchatka. E chi abbocca all’amo di Savič, il banchiere svizzero che dà un lustro economico modernista allo sfruttamento dell’ora ed alla crisi economica mondiale. E quindi via con inseguimenti, sparatorie, giri del mondo, collegamenti tecnologici avanzati. Fortunatamente il nuovo Jack recepisce anche il lato “sentimentale” delle storie di Cussler, e ci infila la bella Tory, agente britannico che finalmente riesce a far breccia nel duro cuore di Juan. La fine è positivamente scontata, ma, al solito, nell’universo cussleriano, ben articolata e mai del tutto banale. Ripetiamo le lodi pacate di un prodotto ben confezionato. Anche se qualche critica non possiamo esimerla. Qui esce fuori molto la vena dura dell’americano che vuole (deve?) salvare il mondo dai cattivi (e che vengono e fortemente connotati come comunisti o ex-tali, e questo in modo un po’ strumentale). Certo, si cerca di bilanciare con le frecciate ai banchieri, ma rimane comunque un po’ pencolante. E per non far torto a nessuno, ci mettiamo anche un bel trust di psudo-terroristi con agganci tra arabi e nord-coreani. Ed ogni tanto si trovano frasi come quella che sotto riporto… L’altra critica, e questa è ormai una costante, sta nella confezione italiana. Ci sono due errori di “nomi”: il cattivo cinese Yan Lao, a pagina 211, diventa improvvisamente Yang. Ed il componente della squadra di Cabrillo, Franklin Lincoln detto Linc, diventa Link a pagina 325. Per non parlare del titolo, dove un significativo sguardo oscuro diventa un anonimo predatore (perché in Italia deve subito arrivare il messaggio: ehi, questo è un libro d’avventura…). Ma letto in aeroporto, in attesa di connessioni tra voli è un prodotto di sicuro sostegno per passare piacevolmente il tempo (se i tuoi amici sono troppo stanchi per parlare e si addormentano…).
“Affrontare un nemico significa affrontare se stessi. Vincerlo rafforza il proprio io.” (369)
Come detto all’inizio, prima trama di marzo, e vediamo un’analisi della gran massa di letture di fine anno. Sedici titoli, con due prove interessanti (ovviamente Pavese e l’amico Carlotto) ed alcune non riuscite (soprattutto il tentativo di ripercorrere i fasti di Stieg con qualsiasi autore scriva in lingua scandinava).

#
Autore
Titolo
Editore
Euro
J
1
Patricia Cornwell
Kay Scarpetta
Mondadori
6,50
3
2
Gore Vidal
L'età dell'oro
Repubblica Novecento
4,90
2
3
Paola Mastrocola
Facebook in the Rain
Repubblica Amore
3,90
2
4
Charles Bukowski
Post Office
Repubblica Novecento
4,90
2
5
Jens Lapidus
La traiettoria della neve
Mondadori
17,50
1
6
Cesare Pavese
La luna e i falò
Repubblica Novecento
4,90
4
7
Eric-Emmanuel Schmitt
La secte des égoïstes
Le livre de poche
4,50
3
8
Luis Sepulveda
La frontiera scomparsa
Guanda
7,50
3
9
Arthur Koestler
Buio a mezzogiorno
Repubblica Novecento
4,90
3
10
Massimo Carlotto
Le irregolari
E/O
9,50
4
11
Lorenzo Licalzi
Vorrei che fosse lei
BUR
8,90
3
12
Paola Mastrocola
La gallina volante
TEA
8
3
13
Juan Sasturain
La mujer ducha
Debolsillo
6,72
1
14
Esmahan Aykol
Appartamento a Istanbul
Sellerio
14
3
15
Roberto Saviano
Super Santos
Corriere della Sera
1
3
16
Yasmina Reza
Il dio del massacro
Adelphi
9
3
Siamo oltre metà marzo, Pasqua si avvicina a grandi tappe. Così come una settimana per me ben scandita da una serie di appuntamenti importanti. Un incontro di lavoro lunedì, un incontro col medico martedì e la ripresa delle iniziative sull’acqua (cui tornerò) da mercoledì.

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