Cominciamo con l’autore
anglo-zimababwese (anche se rhodesiano sarebbe più corretto).
Alexander McCall Smith “Il club dei
filosofi dilettanti” TEA s.p (regalo di Rosanna)
A
parte la storia del regalo, sono perplesso verso il buon Alexander. Avevo letto
anni fa il suo libro sulla detective del Botswana, e mi aveva lasciato freddo
(buona narrativa, forse, ma scarsa drammaticità). Lo stesso dicasi per questo,
ambientato in una Edimburgo che prima o poi dovrò vedere. A Chiara piacevano
tanto i suoi scritti, ma forse letti in lingua hanno rese diverse. Qui ritorno
ad essere piattino, e di bassa tensione. Carine soltanto alcune tirate
sull’etica applicata, ma del giallo è meglio lasciar perdere. Isabel Dalhousie,
la protagonista, è, infatti, la direttrice della "Rivista di Etica
applicata", ed assiste durante un concerto alla Usher Hall di Edimburgo
alla morte di un giovane uomo, caduto dalla balconata del teatro. La donna non
è convinta delle conclusioni tratte dalla polizia locale e decide d'indagare
personalmente, immischiando nella faccenda Jamie, l'ex ragazzo di sua nipote
Cat, che nel frattempo ha una storia con Toby, il quale non convince appieno
Isabel. Tra una tazza di tè, un vernissage e chiacchierate davanti ad una pinta
di birra (in fondo siamo sempre in Scozia) il “mistero” (e ci vorrebbero molte
ma molte virgolette) viene dipanato, Toby se ne va con la coda tra le gambe, e
tutti si avviano verso nuove avventure. Ma la tensione? Il poliziesco? Nulla di
nulla. Rimane una scrittura elegante, ed una sensazione che bisognerebbe
andarci (sia in Scozia che in Botswana e in Zimbabwe). A qualcuno farà comunque
piacere una storia scozzese, per ora. Io, in fondo, mi dichiaro soddisfatto (è
bello ricevere in regalo qualcosa che si voleva avere).
“So che non dovrei parlarti così, perché non bisognerebbe dire agli
altri cosa devono fare” (23)
“a volte … trovava stupefacente il fatto di essere stata così attratta
da lui. … ‘è il sesso’ [le diceva] una delle amiche di Isabel ‘fa stare insieme
la gente più diversa’” (49)
“le persone che amiamo non ci mettono mai in imbarazzo” (51)
“chi è più felice: chi è consapevole e ha dei dubbi o chi è sicuro
delle sue certezze e non le mette mai in discussione?” (57)
“Non ricordo quando è diventato normale che i politici mentano. … è
iniziato con Nixon … poi la moda è arrivata di qua dell’Atlantico e hanno
iniziato anche i nostri. … Adesso è la norma” (68)
“L’educazione consiste nel prestare attenzione agli altri: bisogna
trattarli con serietà e correttezza, comprenderne i sentimenti e i bisogni. Gli
egoisti tendono a non comportarsi così, e si vede. Sono impazienti con quelli
che ritengono contino poco… Chi è educato presta attenzione a tutti” (152-3)
“[ci] sono quei giorni in cui vuoi rannicchiarti su te stessa e far
sparire il mondo” (184)
“di solito agli uomini non piace sapere che una donna li trova
attraenti… è un’informazione fastidiosa che li mette a disagio. Ecco perché gli
uomini scappano dalle donne che li inseguono” (230)
Torniamo invece ora in Italia, ed
all’ex professoressa Margherita.
Margherita Oggero “Qualcosa da tenere per
sé” Mondadori euro 9 (in realtà, scontato euro 7,20)
Una
nuova puntata delle avventure della professoressa Camilla Baudino. Piacevole.
Sia per quella Torino che non conosco ma che mi viene rimandata simile da chi
la conosce, sia per una storia che tutto sommato è scorrevole (anche se non
travolgente). La Baudino si aggira sempre pensando alla sua (non-)storia con il
poliziotto Gaetano, e sui motivi della sua insoddisfazione verso il marito
ormai “distante”. E un giorno mentre rimugina su questi pensieri, Camilla viene
salvata dall'aggressione di un tossico da Liuba, una ragazza che vive in una
specie di comunità di semi-anarchici e lavora in un sexy shop. Liuba è
preoccupata per la sparizione di Quantunque, ragazzone buono, ma non troppo
sveglio che vive con lei nella comune, chiamato così poiché inizia sempre le
sue frasi proprio con la parola "quantunque.." senza mai terminarle.
Nel frattempo viene ritrovato il cadavere torturato di Flora, prostituta non
più nel fiore degli anni, del cui omicidio si occupa Gaetano. Lo sviluppo degli
eventi farà si che anche Camilla venga coinvolta nelle indagini, poiché
stringerà con Liuba un rapporto di amicizia e vorrà aiutarla a ritrovare
Quantunque. Gli accadimenti, anche amorosi, si susseguiranno uno dopo l'altro,
ad un ritmo serrato, dando slancio alla narrazione verso un finale tutto
sommato scontato ma non deludente. Ci sarà spazio anche per le riflessioni
sulle proprie scelte, sulla capacità di dare una svolta alla propria esistenza,
e, sul bisogno di spiegarle queste decisioni. Perché non è sempre necessario
dire tutto, sia su sé stessi che sugli avvenimenti che ci coinvolgono, c'è
sempre "qualcosa" che si vuole (o si può o si deve) "tenere per
sé".
“L’inverno, se si ha un tetto sulla testa, è la stagione più bella di
Torino. Quella in cui i colori hanno una nettezza nordica e gli spazi delle
piazze diventano percepibili nella loro grandezza; quella in cui l’ombra fredda
sotto i portici divide il selciato in parti che non comunicano tra loro,
appartenenti a spaccati diversi di una scenografia monumentale e fantastica. L’estate
invece è una stagione estranea che fa affondare la città in una mollezza
orientale … con le strade quasi deserte e le serrande dei negozi abbassate come
palpebre su occhi sonnacchiosi, con le alberate dei viali – tigli siliquastri
ippocastani aceri platani – stremate dal peso delle foglie immobili nella
calura. Il sole che picchia duro fa incassare le teste tra le spalle e nessuno
alza lo sguardo…” (9-10)
Finiamo con l’americano che piace
tanto a Roberta.
Joe R. Lansdale “Una stagione selvaggia”
Einaudi euro 11 (in realtà, scontato 8,80 euro)
Il
primo della serie di Hap e Leonard. A tratti divertente, a tratti scontato,
comunque un po’ di idee, di atmosfere, e di pallottole dure che vagano per le
paludi. Mi piace quando è ironico. Un po’ meno quando fa il verso ai noir francesi
degli anni ’70. L’idea di partenza mi è parsa degna: vediamo due personaggi,
che ci arrivano da storie diverse, ma che ora, amici, vivono una loro vita sul
versante del tirare avanti. Un bianco reduce dalla sbornia degli anni ’70, un
po’ “rossiccio”, ed un nero, gay, che ha fatto il Vietnam, e ha un gran cuore.
Due amici improbabili, che vengono coinvolti, da una piccola flotta di ex -
libertari, nella ricerca di un tesoro nascosto. C’è la bella, ex di Hap. C’è
l’ex-leader che ora pensa al suo ombelico. C’è il ciccione che va in analisi.
C’è il malandrino, che cattivo più di così non si può. La storia è un po’ un
pretesto da un lato per criticare una sbornia di libertà che poi porta solo
alla famiglia Bush al potere. Dall’altro per fare un po’ il verso agli
hard-boiled anni cinquanta (ed ai loro epigoni francesi). Ma tutto serve
(forse) ad introdurre ed ambientare i nostri due eroi. L’ironia di Lansdale è
di quelle che a me piacciono (quel buttare lì una battuta, senza starci tanto
su a pensare, e poi vederne l’effetto domino). La storia, come detto, non è
delle più avvincenti, anzi forse un po’ scontate. Ma una buona lettura
complessiva. E serve anche questo per riflettere su quel periodo storico che
tante speranze aveva innescato e poi… e poi, come Hap, ci si ritrova con
qualcosa in mano, ma meno di quanto ci si aspettava. Il suggerimento è che
anche quel poco può essere messo a buon frutto. Si andrà avanti con i due in
altri episodi ed altre puntate, che mi si narrano di miglior resa. Vedremo …
“Andai a vedere come stava venendo il suo lavoro di falegnameria… Stava
lavorando un po’ alla volta, e come sempre in quel genere di cose, la sua
abilità era impressionante. Io non ero capace di mettere un preservativo senza
istruzioni, e comunque l’avrei anche potuto infilare al contrario” (22)
“ [ho fatto l’amore con..] … – Non è quello che volevo sentire. – E’ la
verità. – A volte è meglio una piccola bugia innocente.” (90)
“Mio padre mi diceva sempre che se hai paura di qualcosa l’unica cosa
da fare è affrontarla faccia a faccia. In questo modo ti risparmi un sacco di
notti insonni” (116)
Ormai siamo in Quaresima, ed a
grandi passi ci si avvia verso la Pasqua. Un altro piccolo passo del vostro
tramatore preferito verso la perfezione (ah ah) è stato fatto: da qualche
giorno si va anche in palestra ed in piscina, alla ricerca della forma perduta
(purtroppo non di formaggio).