Cominciamo allora con ordine.
Francesco Berto “La logica da zero a Gödel”
Laterza euro 8 (in realtà, scontato a 6,90 euro)
Per
addetti. Un saggio lungo, che ti prende per mano, partendo dal quasi nulla e
mattone dopo mattone, ti porta a costruire l’impalcatura della logica. Fino al
sommo Gödel ed alla dimostrazione che in un sistema formale, non si riuscirà
mai ad avere la dimostrazione di tutto quanto. Si troverà sempre qualcosa di
indecidibile, cioè che non può essere risolto all’interno del sistema formale
stesso. Come accennato, rispetto all’altro saggio di Berto, questo è un po’ più
per addetti. Ci vuole più costanza per seguire tutti i passaggi logici della
costruzione del mondo. Nota veramente positiva, l’utilizzo a fine capitolo di
interessanti esercizi, che aiutano a comprendere i passi logici sviluppati nel
capitolo stesso. Mi aspettavo però qualcosa di meno impegnativo. Non dico di
bassa divulgazione, ma un po’ più aperto. In fondo, arrivati a quelle vette di
logica, il passo verso la pura filosofia è un soffio di vento. E sull’altro
versante delle montagne della conoscenza c’è il monte Wittgenstein che aspetta.
Sospendo il giudizio su Berto.
Passiamo quindi al teutonico.
Lothar Seiwert “La strategia dell’orso” TEA
euro 7,50 (in affido da Chiara)
Sembrava interessante, invece non
si capisce che cos’è. Una favola per bambini che non la capiscono? Un libro per
adulti un po’ ritardati? Consigli di vita da psicoanalisi d’accatto? L’unico
consiglio giusto viene sulla scia di Gesualdi: elogio della lentezza. Ma da qui
non si capisce perché. Mentre da Sobrietà sì, e molto. Poi si legge dell’autore
e si viene a sapere che è un gestore di risorse umane. E si capiscono molte
cose. Manuale ad uso di sfruttamento intensivo del lavoratore stressato. Si va
bene l’orso, ma per produrre di più e meglio (vedi la riorganizzazione delle
api). Per avere una vita serena in famiglia (la riconciliazione delle lepri). E
via discorrendo per fare di più e meglio. Meglio riprendere Gesualdi ed i
consigli per la vita e non per la produzione. Certo, i dieci consigli di Igloo,
il Grande Orso Bianco, che riporto sotto possono essere presi, estrapolati, e
meditati. Vanno bene, anche se… tuttavia mi aspettavo di più, da buon orso
panzone come sono.
“chi è consapevole di ciò che vuole dalla propria esistenza ha già
compiuto il primo passo verso una vita felice” (31)
“non perderti in questioni marginali” (43)
“il tempo è il bene più prezioso che possediamo” (44)
“chi riconosce i propri errori è sulla buona strada per evitarli in
futuro” (46)
“i dieci consigli degli orsi: 1. Scrivi la tua visione della vita! 2.
Togliti di testa i cappelli superflui! 3. Sfrutta il tempo prezioso! 4.
Pianifica la giornata! 5. La cosa più importante prima di tutto! 6. Concediti
delle pause tutte per te! 7. Prenditi tempo per compiti nuovi! 8. Fai una pausa!
9. Cogli l’attimo! 10. Realizza i tuoi sogni!” (105)
Non ho trovato l’anno e il luogo
di nascita. Per ora ho scoperto solo che Lothar Seiwert, professore di economia
aziendale, è l’esperto più richiesto della Germania in tema di gestione del
tempo e delle risorse personali. Ha scritto numerosi best seller come “Gestisci
il tuo tempo”, “E adesso fermati”, “Dominare il tempo”, e insieme a Werner Tiki
Küstenmacher, “Semplifica la tua vita”.
E come la ciliegina sulla torta,
finiamo con il britannico d’origine polacca.
Zygmunt Bauman “Amore liquido” Laterza euro
7,50 (in realtà, scontato a 6,90 euro)
Interessante
con qualche critica. Nel senso che l’idea di Bauman del cambiamento dei
rapporti umani (sia personali che ufficiali, sia infine tra l’economia e
l’uomo) verso una “scarsa presa” è di molto interessante. Ha trovato questa
efficace similitudine, della “liquidità”, nel senso di un legame esistente
(l’acqua può bagnare entrambi i lati del fiume) ma di presa relativa, così che
tutte le cose, diventano meno interdipendenti. E quando non c’è solidità, c’è
insicurezza. Questa la tesi di fondo, che in altri libri era dedicata alla
visione del mondo (vedi “Vita liquida”) qui è (anche) dedicata ai rapporti
umani. L’insicurezza, l’amore-liquido lascia ognuno solo nel proprio mondo,
senza legami, o, almeno, senza la voglia di avere legami. In questo libro, la
cosa migliore è, infatti, l’inizio in cui si parte dalla visione del mondo
borghese caratterizzata da “L’uomo senza qualità” di Musil, dove, appunto, la
mancanza di una qualità specifica permetteva all’uomo di sopravvivere ed
adattarsi, al mondo attuale, a “L’uomo senza legami”. Ed interessante è tutta
la prima parte in cui questo assunto è utilizzato per spiegare (interpretare) i
rapporti umani, l’amore, l’insicurezza che esso genera. Se in questo mondo
moderno tutto è visto dal punto di vista economico, il rapporto amoroso è
tenuto in piedi fino a che “fa guadagnare”, poi si mette fine, come quando si
vendono azioni in perdita. Poi, forse perché un libro deve essere “completo” si
passa ad analizzare altri rapporti, i rapporti con il prossimo, con le
aggregazioni. E qui si prende un po’ di deriva, non perché non sia vero, ad
esempio, nei rapporti lavorativi la mancanza di solidità degli stessi. Ma
perché non si trova (io non ho trovato) un bandolo, una spiegazione, un modo di
avvicinarcisi. Mentre nei rapporti amorosi, la liquidità che accenna si tocca
con mano, qui è annegata in molti altri aspetti, e viene con meno forte
impatto. L’unico altro messaggio forte, che condivido e che rilancio, è che in
questo mondo liquido-globale le soluzioni non possono (solo) avvenire come
alternativa solido-locale. Ci sono, ci devono essere, ma se rimangono solo
locali, potranno generare sacche di resistenza, non (contro-)rivoluzioni. Da
meditare.
“da Heidegger: le cose si rivelano alla
nostra coscienza solo attraverso le frustrazioni che provocano, [solo] allorché
… vanno in malora” (VII)
“Amore e morte non hanno una storia propria:
sono eventi che accadono nella storia di un uomo” (6)
“In una relazione puoi sentirti altrettanto
insicuro di quanto saresti senza di essa” (23)
“La distanza non è un ostacolo al tenersi in
contatto, ma il tenersi in contatto non è un ostacolo all’essere distanti” (87)
“Essere connessi è meno costoso che essere
sentimentalmente impegnati, ma anche considerevolmente meno produttivo” (87)
“L’accettazione del precetto di amare il
proprio prossimo è l’atto di nascita dell’umanità” (108)
“ciò che amiamo è lo stato … di essere
oggetti degni di essere amati. [E se siamo amati]… deve esserci in me qualcosa
che solo io posso offrire… Qualunque cosa ci sia nel mondo che mi circonda,
quel mondo sarebbe più povero, meno interessante … qualora io dovessi
improvvisamente cessare di esistere” (110-111)
“[Il grande fratello] è la narrazione
pubblica della smaltibilità dell’essere umano: se mi servi sei con me, ma per
vincere devo liquidare tutti” (122)
“Kant osservò che il pianeta che abitiamo è
una sfera:… poiché tutti noi abitiamo e ci muoviamo sulla superficie di tale
sfera, … siamo destinati per sempre a restare in reciproca compagnia” (173)
“La verità appena pronunciata si trasforma
in un’opinione. Il fatto che altri sono in disaccordo con noi … non è un
ostacolo sulla strada della comunità umana. Ma la nostra convinzione che le
nostre opinioni siano … l’UNICA verità esistente e che le verità altrui, se
diverse dalle nostre, non sono altro che semplici opinioni, questo è un
ostacolo alla convivenza.” (208)
Abbiamo sparato tutte le nostre
cartucce, attaccato alle lenze tutte le possibili esche. Ma lì, a un passo
dall’arrivo, mi faccio sempre la Petriana domanda se ce la farò da solo, o se
sia meglio un aiuto. Domanda senza risposta, in attesa del contrario.
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