giovedì 19 gennaio 2012

Siamo saggi - 22 novembre 2009

Dopo qualche settimana di puro relax letterario, ed a valle della impegnativa settimana di Riccione, torniamo a far girare i due neuroni attivi che mi rimangono calandoci nelle parole di tre diversi saggiatori. Una è una vecchia conoscenza, di cui si lesse giù di logica, qui nel suo più noto saggio sull’impalcatura del pensiero. Più noto, ma un po’ meno “divulgativo”. Poi passiamo al tedesco che anch’esso mi ha deluso, perché immaginavo qualcosa più articolata e meno fiabesca (d’altra parte se sapevo prima che era responsabile di risorse umane, forse mi sarei fermato). Per poi finire con la sorpresa della settimana, il vecchietto polacco che, con tutti i distinguo del caso, mi ha più coinvolto (e si vede da quante citazioni ne ho tratto).
Cominciamo allora con ordine.
Francesco Berto “La logica da zero a Gödel” Laterza euro 8 (in realtà, scontato a 6,90 euro)
Per addetti. Un saggio lungo, che ti prende per mano, partendo dal quasi nulla e mattone dopo mattone, ti porta a costruire l’impalcatura della logica. Fino al sommo Gödel ed alla dimostrazione che in un sistema formale, non si riuscirà mai ad avere la dimostrazione di tutto quanto. Si troverà sempre qualcosa di indecidibile, cioè che non può essere risolto all’interno del sistema formale stesso. Come accennato, rispetto all’altro saggio di Berto, questo è un po’ più per addetti. Ci vuole più costanza per seguire tutti i passaggi logici della costruzione del mondo. Nota veramente positiva, l’utilizzo a fine capitolo di interessanti esercizi, che aiutano a comprendere i passi logici sviluppati nel capitolo stesso. Mi aspettavo però qualcosa di meno impegnativo. Non dico di bassa divulgazione, ma un po’ più aperto. In fondo, arrivati a quelle vette di logica, il passo verso la pura filosofia è un soffio di vento. E sull’altro versante delle montagne della conoscenza c’è il monte Wittgenstein che aspetta. Sospendo il giudizio su Berto.
Passiamo quindi al teutonico.
Lothar Seiwert “La strategia dell’orso” TEA euro 7,50 (in affido da Chiara)
Sembrava interessante, invece non si capisce che cos’è. Una favola per bambini che non la capiscono? Un libro per adulti un po’ ritardati? Consigli di vita da psicoanalisi d’accatto? L’unico consiglio giusto viene sulla scia di Gesualdi: elogio della lentezza. Ma da qui non si capisce perché. Mentre da Sobrietà sì, e molto. Poi si legge dell’autore e si viene a sapere che è un gestore di risorse umane. E si capiscono molte cose. Manuale ad uso di sfruttamento intensivo del lavoratore stressato. Si va bene l’orso, ma per produrre di più e meglio (vedi la riorganizzazione delle api). Per avere una vita serena in famiglia (la riconciliazione delle lepri). E via discorrendo per fare di più e meglio. Meglio riprendere Gesualdi ed i consigli per la vita e non per la produzione. Certo, i dieci consigli di Igloo, il Grande Orso Bianco, che riporto sotto possono essere presi, estrapolati, e meditati. Vanno bene, anche se… tuttavia mi aspettavo di più, da buon orso panzone come sono.
“chi è consapevole di ciò che vuole dalla propria esistenza ha già compiuto il primo passo verso una vita felice” (31)
“non perderti in questioni marginali” (43)
“il tempo è il bene più prezioso che possediamo” (44)
“chi riconosce i propri errori è sulla buona strada per evitarli in futuro” (46)
“i dieci consigli degli orsi: 1. Scrivi la tua visione della vita! 2. Togliti di testa i cappelli superflui! 3. Sfrutta il tempo prezioso! 4. Pianifica la giornata! 5. La cosa più importante prima di tutto! 6. Concediti delle pause tutte per te! 7. Prenditi tempo per compiti nuovi! 8. Fai una pausa! 9. Cogli l’attimo! 10. Realizza i tuoi sogni!” (105)
Non ho trovato l’anno e il luogo di nascita. Per ora ho scoperto solo che Lothar Seiwert, professore di economia aziendale, è l’esperto più richiesto della Germania in tema di gestione del tempo e delle risorse personali. Ha scritto numerosi best seller come “Gestisci il tuo tempo”, “E adesso fermati”, “Dominare il tempo”, e insieme a Werner Tiki Küstenmacher, “Semplifica la tua vita”.
E come la ciliegina sulla torta, finiamo con il britannico d’origine polacca.
Zygmunt Bauman “Amore liquido” Laterza euro 7,50 (in realtà, scontato a 6,90 euro)
Interessante con qualche critica. Nel senso che l’idea di Bauman del cambiamento dei rapporti umani (sia personali che ufficiali, sia infine tra l’economia e l’uomo) verso una “scarsa presa” è di molto interessante. Ha trovato questa efficace similitudine, della “liquidità”, nel senso di un legame esistente (l’acqua può bagnare entrambi i lati del fiume) ma di presa relativa, così che tutte le cose, diventano meno interdipendenti. E quando non c’è solidità, c’è insicurezza. Questa la tesi di fondo, che in altri libri era dedicata alla visione del mondo (vedi “Vita liquida”) qui è (anche) dedicata ai rapporti umani. L’insicurezza, l’amore-liquido lascia ognuno solo nel proprio mondo, senza legami, o, almeno, senza la voglia di avere legami. In questo libro, la cosa migliore è, infatti, l’inizio in cui si parte dalla visione del mondo borghese caratterizzata da “L’uomo senza qualità” di Musil, dove, appunto, la mancanza di una qualità specifica permetteva all’uomo di sopravvivere ed adattarsi, al mondo attuale, a “L’uomo senza legami”. Ed interessante è tutta la prima parte in cui questo assunto è utilizzato per spiegare (interpretare) i rapporti umani, l’amore, l’insicurezza che esso genera. Se in questo mondo moderno tutto è visto dal punto di vista economico, il rapporto amoroso è tenuto in piedi fino a che “fa guadagnare”, poi si mette fine, come quando si vendono azioni in perdita. Poi, forse perché un libro deve essere “completo” si passa ad analizzare altri rapporti, i rapporti con il prossimo, con le aggregazioni. E qui si prende un po’ di deriva, non perché non sia vero, ad esempio, nei rapporti lavorativi la mancanza di solidità degli stessi. Ma perché non si trova (io non ho trovato) un bandolo, una spiegazione, un modo di avvicinarcisi. Mentre nei rapporti amorosi, la liquidità che accenna si tocca con mano, qui è annegata in molti altri aspetti, e viene con meno forte impatto. L’unico altro messaggio forte, che condivido e che rilancio, è che in questo mondo liquido-globale le soluzioni non possono (solo) avvenire come alternativa solido-locale. Ci sono, ci devono essere, ma se rimangono solo locali, potranno generare sacche di resistenza, non (contro-)rivoluzioni. Da meditare.
“da Heidegger: le cose si rivelano alla nostra coscienza solo attraverso le frustrazioni che provocano, [solo] allorché … vanno in malora” (VII)
“Amore e morte non hanno una storia propria: sono eventi che accadono nella storia di un uomo” (6)
“In una relazione puoi sentirti altrettanto insicuro di quanto saresti senza di essa” (23)
“La distanza non è un ostacolo al tenersi in contatto, ma il tenersi in contatto non è un ostacolo all’essere distanti” (87)
“Essere connessi è meno costoso che essere sentimentalmente impegnati, ma anche considerevolmente meno produttivo” (87)
“L’accettazione del precetto di amare il proprio prossimo è l’atto di nascita dell’umanità” (108)
“ciò che amiamo è lo stato … di essere oggetti degni di essere amati. [E se siamo amati]… deve esserci in me qualcosa che solo io posso offrire… Qualunque cosa ci sia nel mondo che mi circonda, quel mondo sarebbe più povero, meno interessante … qualora io dovessi improvvisamente cessare di esistere” (110-111)
“[Il grande fratello] è la narrazione pubblica della smaltibilità dell’essere umano: se mi servi sei con me, ma per vincere devo liquidare tutti” (122)
“Kant osservò che il pianeta che abitiamo è una sfera:… poiché tutti noi abitiamo e ci muoviamo sulla superficie di tale sfera, … siamo destinati per sempre a restare in reciproca compagnia” (173)
“La verità appena pronunciata si trasforma in un’opinione. Il fatto che altri sono in disaccordo con noi … non è un ostacolo sulla strada della comunità umana. Ma la nostra convinzione che le nostre opinioni siano … l’UNICA verità esistente e che le verità altrui, se diverse dalle nostre, non sono altro che semplici opinioni, questo è un ostacolo alla convivenza.” (208)
Abbiamo sparato tutte le nostre cartucce, attaccato alle lenze tutte le possibili esche. Ma lì, a un passo dall’arrivo, mi faccio sempre la Petriana domanda se ce la farò da solo, o se sia meglio un aiuto. Domanda senza risposta, in attesa del contrario.

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