Intanto cominciamo con i due
libri del libanese Haidar (ma di libanesi, preferirei Maalouf).
Hafez Haidar “Come sigillo sul tuo cuore”
Piemme euro 12,90 (in affido da Chiara)
Questo
è uno dei tanti, ma il primo che ho letto, dei libri datemi in affido da
Chiara. Come ho spiegato, non è un regalo che sarà mio per sempre, non è un
prestito che presto torna al mittente, ma sono lì da leggere per poi tornare al
proprietario se e quando li vorrà. Nello specifico le premesse erano di
interesse, una carrellata delle storie d’amore presenti nella Bibbia e nel
Corano: da Abramo e Sara a Maometto e Khadigia, da Isacco e Rebecca a Giacobbe
e Rachele, da Davide e Betsabea a Sansone e Dalila. Soprattutto sembrava
interessante vederne lo svolgersi, perché in fondo tutte (a parte quella di
Maometto) sono storie presenti in entrambe le tradizioni. Un bel saggio avrebbe
forse analizzato i modi diversi (se ci sono) di raccontare la stessa storia.
Per poi concludere avvicinando i due testi in un modo di celebrare all’unisono l'amore
in ogni sua forma ed espressione. Purtroppo, l’autore non fa che parafrasarne
il testo, presentandoci questa decina di favole (non nel senso di invenzioni,
ma di racconti elementari) senza riuscire a farci entrare più a fondo. L’unico
merito, o cosa “nuova” è il contesto in cui si narra del viaggio (vero) di San
Francesco in Terrasanta e del suo incontro con il sultano Al-Malik Al-Kamil. Il
bravo libanese, ora professore a Pavia, mi è sembrato troppo didascalico.
Speriamo in prove migliori, anche perché queste prove di dialogo non possono
che essere ben accolte.
“l’amore rende tutto possibile, abbattere le barriere e i pregiudizi,
sopisce le ansie e le paure, rapisce il cuore e l’anima” (193)
Hafez Haidar “Il custode del Corano” Piemme
euro 16,90 (s.p. in affido da Chiara)
La
storia di Maometto raccontata come se fosse un vangelo. Alla scomparsa di
Maometto, il califfo Omar è chiamato a raccogliere l’eredità spirituale del Profeta.
Desideroso di conoscere meglio il proprio popolo, si avventura sotto mentite
spoglie nel deserto, e si smarrisce. Salvato da un gruppo di giovani
carovanieri, senza svelare la sua identità, ne conquista la benevolenza
narrando la storia del Corano e la vita di Maometto. Nel racconto rivivono le
gesta e gli insegnamenti del Profeta, insieme alla magica atmosfera di fede,
stupore e incanto, che segna molte pagine delle sure coraniche e dei detti del
profeta Maometto. E rivive l’atmosfera di strana mescolanza, soprattutto nel
finale, dove si ripercorrono, con le parole del Corano, momenti della Bibbia a
cui siamo abituati, ma da altri punti di vista. Il tentativo è lodevole, a me
un po’ dava di storto quel ripetere situazioni, certo alla maniera araba, dove
il califfo arriva alla sera e comincia a narrare, storie diverse, ma sempre con
lo stesso stile di chi racconta favole ed accadimenti meravigliosi a gente
sprovveduta. Certo, rimane impresso il parallelismo tra i vari mondi, ribadito
di molto dal viaggio estivo in Terrasanta. E ritornano le stesse domande che ci
siamo posti a Gerusalemme: sarà mai possibile trovare una via di convivenza in
questo mondo che è per una grande moltitudine simile, ma che non trova la via
del rispetto reciproco? Un solo appunto, anche io che conosco di cose arabe, ho
avuto difficoltà a seguire il progredire di nomi e cose arabe. Alla fine è
stancante, cercare di districarsi tra tutti questi Ben qualcosa, ibn
qualcos'altro, abu e così via. Ma non ho una soluzione, solo una notazione.
Non sono molte le notizie che si
trovano in giro su Hafez Haidar, se non che nato in Libano, insegna Lingua
Araba all’Università di Pavia. Ha scritto di scrittura e letteratura araba, tra
cui una bella biografia romanzata del grande poeta Gibran.
Veniamo ora invece al francese,
che sembra prolificare sulle storie di Hector.
François Lelord “Il viaggio di Hector o la
ricerca della felicità” TEA 7,50 (altro affido di Chiara)
La
scrittura (finto) naif, nasconde un piccolo apologo, forse girandoci un po’
troppo ingenuamente intorno, ma ponendo una domanda fondamentale che vi giro
subito: “Siete felici?” e non rispondente sopra pensiero. La storia ha un
andamento di fiaba (comincia con il classico “C’era una volta un giovane
psichiatra…”) e con lo stesso andamento seguiamo Hector che va in giro per il
mondo a cercare di capire perché siamo felici, cos’è la felicità, ed altre
domande simili. Va in Cina, dove incontra un monaco che gli dice che l’errore
sta nel credere che la felicità sia lo scopo della vita (riflettiamoci). Passa
per Haiti dove rischia di morire, però così ragiona su morte e felicità. Si
ferma a lungo negli Stati Uniti, dove tutte è Più, e la ricerca della felicità
passa per dei tentativi quanto mai ridicoli di “misurarla”. Poi ritorna in Francia,
dopo aver chiosato le sue frasi sulla felicità (ne ha trovate 20, ma la 18,
poi, la cancella e per questo io ve la riporto) e capito meglio la lezione del
monaco. Alla fine, come nelle buone favole, tutto finisce bene nel classico “e
vissero tutti felici e contenti”. Ripeto, la scrittura è un po’ troppo sul
versante ingenuo (ma forse dipende dal target dei lettori che ci si pone). Le
domande che pone sono molto più forti e resistono alle pagine ed alle
ingenuità. Cos’è la felicità? E come la si trova? Credo realmente che con un
pizzico di onestà, si possa aprire un dibattito su queste frasi. Non sarà una
rivoluzione, ma anche nel proprio ambito personale, credo che aiuti ognuno di
noi a capire meglio sé stesso.
“Lezione n.1: un buon modo per guastarsi la felicità consiste nel fare
dei confronti. … Lezione n.2: la felicità arriva spesso di sorpresa” (27)
“non c’era niente di autentico … nella loro conversazione, parlavano ma
sembrava che non riuscissero a dirsi cose veramente importanti o emozionanti,
come se volessero solo dimostrarsi gentili tra di loro. Infine si salutarono e
si mandarono un bacio” (84)
“sapere ed essere convinti sono due cose diverse, e quello che conta
veramente è essere convinti” (96)
“Lezione n.18: la felicità consisterebbe nel poter amare diverse donne
allo stesso tempo. Il problema naturalmente era che le donne non sarebbero
state d’accordo” (125)
“da giovani qualche volta si è proprio cretini” (136)
Mi è stato chiesto, durante
queste feste, cosa leggere o simili consigli. Certamente, io sembro la persona
adatta a dare suggerimenti, ed invece è il contrario: primo, perché leggerei (e
leggo) di tutto, e secondo, perché non esiste (per me) un consiglio “assoluto”,
ma tutto è relativo al tempo ed al soggetto. Tuttavia, vincendo le mie
resistenze interne, vi voglio regalare una TOP 30 dei libri che ho letto
quest’anno. Sono in ordine alfabetico e non di gradimento, perché non ne sarei
capace. E se vi capita, leggetene.
Ø
Luisa Adorno Tutti qui con me Sellerio
Ø
Milena Agus Mal di pietre Nottetempo
Ø
Marco Aime Timbuctu Bollati Boringhieri
Ø
Roberto Alajmo Palermo è una cipolla Laterza
Ø
Marc Augé Casablanca Bollati Boringhieri
Ø
Zygmunt Bauman Amore liquido Laterza
Ø
Ray Bradbury Fahrenheit 451 Mondadori
Ø
Andrea Camilleri Il birraio di Preston Sellerio
Ø
Gianrico Carofiglio Né qui né altrove Laterza
Ø
Giuseppe Cederna Il grande viaggio Feltrinelli
Ø
Gianni Celati Avventure in Afica Feltrinelli
Ø
Bruce Chatwin In Patagonia Adelphi
Ø
Agatha Christie Assassinio sull’Orient-Express Repubblica/CSGM
Ø
Maurizio de
Giovanni Il posto di ognuno Fandango
Ø
Erri De
Luca Il giorno prima della felicità Feltrinelli
Ø
Gerald Durrell La mia famiglia e altri animali Adelphi
Ø
Giuseppe Ferrandino Pericle il Nero Adelphi
Ø
Stieg Larsson Uomini che odiano le donne Marsilio
Ø
Penelope Lively Incontro in Egitto TEA
Ø
Sandor Marai Le braci Adelphi
Ø
Alice Munro Nemico, amico, amante … Einaudi
Ø
Irene Némirovsky Il colore del sangue Adelphi
Ø Erik Orsenna La grammaire est une chanson douce Le Livre de Poche
Ø
Antonio Pascale La città distratta Einaudi
Ø
Alessandro Perissinotto Treno 8017 Sellerio
Ø
Francesco Piccolo L’Italia spensierata Laterza
Ø
Leonardo Sciascia Atti relativi alla morte di Raymond
Roussel Sellerio
Ø
Carola Susani L’infanzia è un terremoto Laterza
Ø Fred Vargas Dans les bois éternels J’ai lu
Ø
Derek Walcott Mappa del Nuovo Mondo Adelphi
Ed eccoci finalmente ai saluti,
ai baci ed agli abbracci. Ed agli auguri per il Nuovo Anno. Che si di pace, si
serenità, che tutti noi possiamo vederci di più, e scambiare meglio le nostre
idee. Per essere insieme più forti.
Un bacio speciale a tutte le
persone cui voglio bene, perché lo sanno e non devo ripeterglielo qui.
Ma tu, Giovanni, per te cosa
vorresti? In fondo, per ora sarei contento se qualcuno leggesse le mie trame, e
ne condividesse con me la serena follia.
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