Cominciamo allora con l’epigono
degli hard-boiled americani risciacquati nella Senna.
Jean-Patrick Manchette « Morgue
pleine » Folio euro 5,30
Uno dei primi libri di Manchette, preso per il
gusto di capire questo filone hard-boiled francese scanzonato. Non è male. Un
po’ datato o troppo ripreso? Tengo d’occhio anche il sottotitolo « Une
enquête d’Eugène Tarpon ». Forse ce ne sono altre? Intanto, datiamo il
tutto, dicendo che lo scritto è del ’73. Si sente che l’aria scanzonata del
“milieu” parigino è ancora quella un po’ allegra pre-anni ottanta. Ma non sono
più gli anni cinquanta dei film con Alain Delon e Jean-Paul Belmondo. Si
affaccia più violenza. E Manchette ci si cala dentro per tirare dritto su una
storia un po’ alla Dashiell Hammett, ma con dentro tutti i suoi elementi di
critica sociale. Non a caso è sempre stato a sinistra, anche all’estrema sinistra.
E il malessere sociale tira la carretta perché arrivi prima o poi sulla scena
Jean-Claude Izzo. Intanto, in questa Parigi in trasformazione, ci tira su una
storia, forse ormai troppo sentita, ma che all’epoca poteva essere
d’attrazione. Una morta, un ex-gendarme che non vuole fare l’indagine e che ci
viene tirato dentro a forza. Gangster ed arabi nella miglior tradizione
dell’esotismo del terrore (ma anche con una forza di presa in giro, che ora
sarebbe molto politically scorretta). La belloccia che convince Eugène a darsi
da fare. L’ex-cronista in pensione che da una mano rimanendo nell’ombra. Insomma
tanti caratteristi, come in un bel film di serie B, che sarebbe poi in tema,
visto che morti e presunti omicidi vengono dall’ambiente del cinema porno, più
o meno soft. Qualche tiratina pre-ecologista. Il tutto condito dal fumo delle
gitanes e dal rumore di qualche macchina da cucire (che credo ormai non senta
più nessuno). Ripeto, ora, trenta anni dopo sembra tutto sentito, ma comunque è
più di un esercizio di storia. In fondo, sembra ripetere dieci anni dopo e
spostandosi dalla Svezia alla Francia, il tentativo di utilizzare il noir per una
funzione sua
specifica di critica sociale, come fecero Maj Sjöwall e Per Wahlöö. Peccato che
il bravo Jean-Patrick ci abbia lasciato più di dieci anni fa.
“J’ai pris un livre… et l’auteur nous laissait
là-dessus, ce qui m’a paru assez déloyal. Ce que j’aurais aimé savoir, c’est ce
qui se passait ensuite. Ce qui arrivait au père. Sans doute l’auteur était-il
incapable de l’imaginer » (10-11)
« Vous savez que vous êtes acceptable, à
poil ? Pourquoi est-ce que vous vous habillez comme un
tordu ? » (164)
Jean-Patrick Manchette e Jean-Pierre Bastid « Laissez bronzer les
cadavres » Folio Policier euro 5,80
Il
primo noir di Manchette, anche se scritto a 4 mani. Si legge in volata, sembra
di vederne il film (quasi una sceneggiatura), e si iniziano a vedere i
caratteri “altri” del nuovo noir francese degli anni ’70. Mi piace.
Un’attempata artista ospita nel suo villino in campagna un variegato branco di
persone. Peccato che tre dei più interessanti, tra cui il bel Rhino dal fisico
ammaliante, non siano altro che dei rapinatori dalla pistola facile, che
approfittano della vacanza per rubare 250 chili d’oro massacrando la scorta che
li accompagna. Per caso (quello che sembra tanto piacere a Manchette) due
poliziotti fanno un controllo in villa, e ne nasce un conflitto a fuoco che
tiene in sospeso per tutto il resto del romanzo. Buoni che poi non lo sono
tanto, cattivi che restano cattivi anche se non vogliono fino in fondo. E
l’eccentrica artista che continua a bere vodka attaccandosi alla bottiglia per
tutto il libro, passando indenne tra amori strascinati, conflitti a fuoco ed
altre amenità. Il tutto per arrivare ad una fine congrua anche se, forse perché
alle prime armi romanzate, un po’ troppo buonista. Come detto si vedono i segni
di quello che sarà il Noir francese anni ’70: critica istituzionale (i
poliziotti sono un po’ macchiettati, l’artista anarcoide tira filippiche contro
le istituzioni), i “cattivi” che poi lo sono fino ad un certo punto, sono però
trattati per capirne i motivi, e si vedono i legami tra i due mondi (quelli che
faranno di base alle nostrane Bande della Magliana). Con i banditi acculturati
che citano Baudelaire. Non tutto ben riuscito, ma con un ritmo invidiabile.
Mi ha incuriosito l’utilizzo del pensiero
anarchico-situazionista, con il quale Manchette rinnova il romanzo poliziesco,
utilizzando come trampolino per una critica sociale: nei suoi scritti la
Pigalle pittoresca degli anni 30 e 40, cede il posto alla Francia moderna degli
anni 70, con il suo contesto politico e sociale. Spiace che come il grande
Izzo, Manchette sia morto intorno ai 50 anni.
Veniamo ora alla Vargas, con il
penultimo dei suoi libri, in attesa che esca in economique l’ultimo.
Fred Vargas « Dans les bois éternels » J’ai lu euro 7,60
Sempre
più si complica la vita di Adamsberg. Anche se la Vargas rimane una delle mie
autrici preferite. Anche se qui si va verso la summa del romanzo che diventa
vita. Ormai viviamo in simbiosi con la Brigata Anticrimine del buon
Jean-Baptiste (forse anche per questo mi è simpatico). Con i problemi dei figli
e del bere di Danglard, con il dormire di Mordent, l’entusiasmo di Estalère, lo
scetticismo di Noel, l’empatia totale della Retancourt, il mangiare della
Froissy, ed il pensiero vago e ondivago di JBA. Ed anche per questo, all’inizio
ci sentiamo un po’ forzati nel dover accettare l’arrivo di Veyrenc. Non solo
nuovo, ma anche, forse, in una vecchia competizione infantile con JBA. Fortuna
che ha il vizio di pensare ad alta voce in dodecasillabi a rima baciata (sarei
curioso di vederne la traduzione). Ma anche l’intreccio giallo è di non poca
complicazione. Soprattutto perché comincia tutto con la morte di due
insignificanti emarginati dalle parti di Porte de la Chapelle, prosegue con la
morte di due cervi nei boschi della Normandia, di un gatto ad Harencourt, di
due pulzelle alle porte di Parigi. E con la sparizione (e forse la morte) del
luogotenente Violetta Retancourt. Riuscirà il pensiero laterale di JBA a far
quadrare tutti gli elementi? È ovvio che sì, anche se avrà bisogno di molti
aiuti, primo fra tutti quello di Mathias degli Evangelisti di Vandoosler
(protagonisti di una saga parallela a quella di JBA). Ed è questo che mi piace
ed affascina. La Vargas ha costruito un piccolo mondo, lì a Parigi, tra le rive
della Senna del Quai des Orfevres e la periferia. Tutto va avanti in questo
piccolo mondo, con le inevitabili intersezioni. Dispiace un po’ che la Camille
di JBA sia un po’ ai margini della scena, ma comincia ad entrare il piccolo Tom
(sei mesi ma molto attento). Alla fine tutto si risolve, in un paio di finali
in cascata. Mi domando solo (e spero) di continuare ad aver notizie del
guascone delle vigne.
“en amour, mieux vaut
regretter ce qu’on a fait que regretter ce qu’on n’a pas fait” (162)
“c’est la règle d’or du
secret… une personne qui détient un secret … le dit obligatoirement à une autre
personne. ….[parce que] personne, sauf exceptions rarissimes, ne parvient à
conserver un secret pour lui seul » (293)
« ne trouvez-vous pas
que l’on se tracasse déjà avec ce que l’on pense réellement, sans devoir en
plus se soucier de ce qu’on aurait pu penser si on l’avait pensé ? » (332)
Infine, essendo la prima trama
del mese di dicembre, vi riporto i libri letti in un settembre stracolmo di
letture.
#
|
Autore
|
Titolo
|
Editore
|
Euro
|
1
|
Gianrico Carofiglio
|
Né qui né altrove
|
Laterza
|
10
|
2
|
Fred Vargas
|
Dans les bois éternels
|
J’ai lu
|
7,60
|
3
|
Paolo Cognetti
|
Una cosa piccola che sta per
esplodere
|
Minimum Fax
|
10
|
4
|
Anne Holt
|
Quello che ti meriti
|
Einaudi
|
12
|
5
|
Andrea Camilleri
|
L’età del dubbio
|
Sellerio
|
13
|
6
|
François Lelord
|
Il viaggio di Hector o la
ricerca della felicità
|
TEA
|
7,50
|
7
|
Henning Mankell
|
L’uomo che sorrideva
|
Marsilio
|
8,50
|
8
|
Hafez Haidar
|
Il custode del Corano
|
Piemme
|
16,90
|
9
|
Wu Ming
|
Previsioni del tempo
|
VerdeNero
|
10
|
10
|
Luisa Adorno
|
Tutti qui con me
|
Sellerio
|
10
|
11
|
Alexander McCall Smith
|
Il club dei filosofi dilettanti
|
TEA
|
s.p.
|
12
|
Arthur Golden
|
Memorie di una Geisha
|
TEA
|
10
|
13
|
Francesco Piccolo
|
L’Italia spensierata
|
Laterza
|
s.p.
|
14
|
Margherita Oggero
|
Qualcosa da tenere per sé
|
Mondadori
|
9
|
Avendo passato la domenica al
sole tunisino, ho ritardato queste trame di un paio di giorni, ma penso che si
possa sopravvivere anche. Ora, progetti europei permettendo, ci si concentra
tutti sulla preparazione del viaggio maliano di fine anno.
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